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Queste sono le riviste che leggono gli appassionati del vinile

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Avventurarsi sul mercato dei vinili da collezione comporta qualche rischio: il valore di un disco è determinato da una serie di variabili che sfuggono facilmente ai non esperti, spesso circolano copie contraffatte di pezzi ricercati, e non manca chi cerca di approfittare del momento favorevole chiedendo cifre spropositate anche per dischi piuttosto comuni.

Per farsi un’idea dei prezzi che girano sul mercato collezionistico, è consigliabile fare riferimento alle due riviste più celebri del settore, Record Collector e Goldmine. Trattandosi di riviste specializzate, gli articoli puntano il faro su argomenti molto specifici: sul numero di gennaio 2017, Record Collector dedica la copertina a David Bowie e alla storia della colonna sonora del film “L’uomo che cadde sulla terra, pronta per la pubblicazione nel 1976 ma rimasta misteriosamente inedita. Goldmine segue la stessa traccia: sul numero di febbraio 2017 campeggia Freddie Mercury per segnalare che l’articolo di punta del mese è una ricognizione approfondita sulle registrazioni dei Queen per la BBC. Il presupposto è che il lettore sappia già chi sono i musicisti di cui si parla, e che voglia approfondire la conoscenza di fatti e circostanze ignote ai più.

Sul sito di Goldmine c’è anche una divertente sezione “Where Are They Now?”, che scova personaggi con un passato più o meno illustre e poi spariti dai radar, ma ancora attivi come Steve Forbert o Roger McGuinn dei Byrds. Entrambe le riviste si possono acquistare in formato digitale sui rispettivi siti internet, ed entrambe compilano guide ai prezzi dei dischi: Goldmine ha anche una guida dedicata esclusivamente al jazz, e quella di Record Collector è consultabile online in abbonamento.

Se le sconfinate praterie della discografia angloamericana sembrano troppo impegnative come primo approccio, si può partire dall’Italia con Vinile e Raropiù (diretta prosecuzione di Raro!, che ha avuto una storia piuttosto lunga, dal 1987 al 2013). Si possono acquistare (anche in pdf) sui rispettivi siti web.

Vinile ha solo cinque numeri in catalogo ma ha scovato curiosità come il primo, introvabile, album di Roberto Benigni quando era ancora un cabarettista urticante (e presentava pezzi intitolati “Vogliamo un mondo più migliore”) e ha fatto il contropelo a un’icona intoccabile come Fabrizio De André, indagando sulle numerose “citazioni” altrui presenti nelle sue canzoni, senza per questo sminuire il suo valore di autore.

Se invece è il jazz a solleticare la vostra smania di collezionismo su vinile, c’è Vintage Jazz Mart, che si dichiara orgogliosamente “la lettura essenziale per i collezionisti di tutto il mondo da 63 anni”. Sul sito c’è un archivio con alcuni degli articoli pubblicati dalla rivista: un misterioso 78 giri del 1925 in cui il pianista potrebbe essere Duke Ellington, i presunti plagi di Jelly Roll Morton (uno dei padri del jazz), un’intervista del 1979 al pianista Earl Hines, un articolo su rarissime edizioni dei dischi del bluesman Robert Johnson…

Non è roba da curiosi occasionali, ma la ricostruzione della storia di incisioni remote è quasi un’indagine poliziesca.

(fonte: di R. Bertoncelli –  www.youmanist.it)

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— Onda Musicale

Tags: Vinile
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