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Pink Floyd, “A Momentary Lapse of Reason”: ripartenza e…restaurazione – la storia del disco (prima parte)

‘Ripartenza e restaurazione’ è il titolo dell’undicesimo capitolo dell’edizione italiana di “Inside Out”, la prima autobiografia dei Pink Floyd scritta da Nick Mason, a.D. 2005.

È il titolo perfetto anche per queste note introduttive alla nuova edizione di “A Momentary Lapse of Reason” in uscita il 29 ottobre; sì, perché nel 1986/87 i Pink Floyd ripartirono e si restaurarono dalle macerie delle diatribe legali con Roger Waters.

Macerie e vuoto di ragione #1

Fumavano ancora di polvere le macerie; i cuori teneri e gli artisti passeggiavano due alla volta. David Gilmour e Nick Mason non avevano ancora vinto; il giudice non aveva ancora sentenziato: “Pink siete voi!”, ma tutt’intorno erano macerie e un momentaneo vuoto di ragione…

Fu un problema tangenziale ad innescare la separazione tra Roger e i Floyd: la sempre più brutale lite con il manager Steve O’Rourke su argomenti quali, tra gli altri, eventuali impegni contrattuali per future produzioni dei Pink Floyd.

Quando Roger, nel giugno 1985, aveva messo i propri affari nelle mani di Peter Rudge, già manager dei Rolling Stones, aveva anche chiuso (illegalmente, secondo Steve) il suo contratto con O’Rourke – che però restava in scena nelle vesti di manager dei Floyd (inesistenti, secondo Roger). Per liberarsi definitivamente di O’Rourke, Waters aveva bisogno del consenso di Gilmour e Mason. Arrivò addirittura ad offrire loro in cambio l’esclusiva del nome Pink Floyd, tanto era convinto che i due né potessero né volessero farne uso.

Gilmour e Mason, dal canto loro, rifiutarono di acconsentire all’eliminazione di O’Rourke. Di conseguenza, Waters decise di aggirare l’ostacolo nel modo più semplice: lasciando il gruppo; o meglio, come avrebbero sostenuto i suoi meticolosi avvocati, “notificando alla casa discografica di non aver più intenzione di incidere dischi con i Pink Floyd” chiedendo in tal modo ad EMI e CBS di liberarlo da tutti i vincoli di membro del gruppo. Il che (secondo Dave e Nick) dava ai due membri superstiti mano libera per sfidare lo scetticismo di Roger e ricostituire i Pink Floyd senza di lui.

“Non chiedermi perché non hanno mai accettato quell’accordo”, diceva Waters a David Fricke di Rolling Stone. Era novembre 1987. Nel giugno 1986, O’Rourke si preparava a citare in giudizio Waters per la faccenda del management e per vecchie royalties. Il 31 ottobre seguente, Waters attuava la sua minaccia, presentando causa a Londra contro Gilmour e Mason per impedire loro di usare il nome Pink Floyd. Macerie…

“Facciamolo!”

Nel 1986  David e Nick avevano deciso di tentare di fare un nuovo album senza Roger. Senza uno specifico momento di rivelazione. David in realtà si era deciso già da prima e aveva lavorato ad un certo numero di demo. Erano seguite mezze conversazioni; alla fine di quelle discussioni venne fuori il fatidico “Facciamolo”. La decisione, una volta presa, era irreversibile, pur senza considerare la possibilità di eventuali risvolti legali.

David Gilmour e Nick Mason, Londra, maggio 1988.

La battaglia con Roger continuò con immutata intensità durante tutto il periodo delle registrazioni, non facendo mai mancare brividi da montagne russe.

Una sera Nick andò a cena con Roger, il quale disse che avrebbe accettato un accordo in cambio della rescissione del contratto con Steve. Ma Steve rappresentava una parte significativa dell’impresa Pink Floyd. E non c’era niente di scritto. C’era un contratto verbale – vincolante quanto uno scritto, secondo quanto sostenevano gli avvocati – tra Steve e la band, il che significava che qualunque azione intrapresa da un Floyd doveva essere ratificata da tutti gli altri.

Macerie e vuoto di ragione, ma c’era da imparare a volare…

“A Momentary Lapse of Reason”: il team

Coautore del testo di Learning To Fly – come pure della ballata umanitaria On The Turning Away e della antibellica The Dogs Of War – fu Anthony Moore; il suo gruppo Slapp Happy aveva a suo tempo avuto come manager Peter Jenner alla Blackhill Enterprise,  primo management dei Pink Floyd.

Anthony Moore

Il testo di Learning To Fly, “imparando a volare”, era stato ispirato dalle lezioni di volo di Dave o, più semplicemente, “dal fatto che tante mattine Anthony era là a lavorare duro, e io non arrivavo. Allora telefonavo e lo spiegavo a qualcuno, che poi riferiva ad Anthony: ‘Stamattina Dave non viene perché sta imparando a volare’”.

Ma alludeva anche al nuovo ruolo di Gilmour da leader del gruppo

Il contatto iniziale avvenne per chiacchierare dei suoni e della produzione, più che dei testi” ricorda oggi Moore. “Non mi fu dato un compito preciso o un obiettivo da raggiungere; fu un rapporto molto più amichevole. David aveva bisogno di entrare in relazione con un ‘eccentrico’ per compensare la sua mancanza di eccentricità? No, non andava bene. Ma ad un certo punto la sua attenzione fu rivolta all’abilità musicale e alla melodia, mentre io sono sempre stato più coinvolto nella timbrica e nelle tessiture sonore. Probabilmente arrivò all’attenzione di David il fatto che c’era un folle girovago che si occupava di film underground, colonne sonore e lavoro sperimentale con i Revox”.

Ma il collaboratore chiave di Gilmour per i nuovi Floyd fu Bob Ezrin (già coproduttore di The Wall); una fetta sostanziosa dei proventi dell’album fu la sua ricompensa. Waters sostenne che Ezrin, in effetti, aveva già accettato di produrre Radio K.A.O.S., ma fu poi sedotto dalle superiori possibilità finanziarie di quella che Roger chiamava “la frode Floyd”.

Bob Ezrin

Preoccupati, nonostante tutto, che un disco dei Floyd non sarebbe mai stato completo senza un tema, e incapaci d’immaginarsene uno per proprio conto, Gilmour ed Ezrin chiesero aiuto a concettualisti potenziali quali Eric Stewart dei 10cc (che aveva appena aiutato un Paul McCartney in stallo a estrarre dal cappello a cilindro Press To Play) e il poeta di Liverpool Roger McGough (che a suo tempo aveva lavorato con Mike McCartney nel gruppo Scaffold).

Più tardi avrebbero anche provato a coinvolgere la cantautrice canadese Carole Pope. Ma alla fine, secondo Ezrin,  lui e Dave “decisero che l’atmosfera era la cosa più importante” e si adattarono a un più lasso “motivo” ispirato all’atmosfera in cui lavoravano.

Il motivo era il fiume Tamigi, dov’era ormeggiata la barca fine secolo di Dave, l’Astoria. Il fiume, disse Bob, da ultimo “s’impose” in tutte le canzoni: a un certo punto, tra queste era anche compreso un addio conciliatorio a Waters, intitolato Peace Be With You, “La pace sia con te”. Eventi successivi lo fecero poi cancellare dall’album.

Dave cominciò a valutare la possibile presenza di Rick Wright: anche solo per le apparenze, avrebbe reso i nuovi Floyd più credibili di fronte al mondo. Così Gilmour convocò Wright nello studio galleggiante. Dal momento che tutto il materiale era già in fase avanzata di lavorazione, e Gilmour, Carin ed Ezrin già avevano suonato quasi tutte le parti di tastiere, comprese quelle elettroniche, era rimasto ben poco da fare per Rick. Il suo contributo consistette in qualche sottofondo di organo Hammond e piano Fender Rhodes, più alcuni cori. L’unico suo assolo (su On The Turning  Away) fu da ultimo eliminato dal missaggio – “non perché non piacesse” disse poi Rick “soltanto pensavano non fosse adatto”. La stessa sorte toccò a un’ambiziosa partitura orchestrale che Ezrin e Carin avevano composto e inciso per la stessa canzone; fu Gilmour a decidere che nemmeno quella era adatta.

Quanto a Wright, la sua riabilitazione non arrivò al punto di farlo riammettere come membro e socio a pieno titolo dei Floyd. Fu messo a contratto, con una paga che arrivava a 11000 dollari a settimana all’epoca dei concerti. Gli furono anche garantiti alcuni “punti” (pochi) sulle registrazioni e sulle vendite dei nuovi Floyd.

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, David Gilmour, Roger Waters, A Momentary Lapse of Reason
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