Da “Oxygène” ad “Oxyville“, ossia dal primo monumentale successo discografico del 1976 (più di dodici milioni di copie nel mondo, album di sempre più venduto in Francia), all’universo virtuale da lui concepito intrecciato di arte e intelligenza artificiale.
Da “Oxygène” ad “Oxyville“, ossia dal primo monumentale successo discografico del 1976 (più di dodici milioni di copie nel mondo, album di sempre più venduto in Francia), all’universo virtuale da lui concepito intrecciato di arte e intelligenza artificiale. Questo un possibile trait d’union del prossimo appuntamento veneziano (o meglio degli eventi) di Jean-Michel Jarre, nume tutelare francese della musica elettronica in tutti i suoi aspetti. Fra i numerosi impegni italiani, oltre all’attesissimo concerto in programma in Piazza San Marco il 3 luglio, dal 10 maggio sarà pure fra i protagonisti della Biennale Architettura: con l’installazione musicale immersiva “Oxyville” (coordinamento artistico di Maria Grazia Mattei e Meet Digital Culture Center): suono spazializzato a 360 gradi in relazione allo spazio architettonico, materiale primario per la creazione di una città immaginaria.
Il concerto a San Marco è organizzato da Veneto Jazz con Influxus, Eventi Verona e Concerto, in collaborazione con Comune di Venezia e Vela, nell’ambito della 17 edizione del Venice Jazz Festival. Jean-Michel Jarre ha fornito ieri qualche anticipazione. A Venezia ha pensato ad un evento speciale come per ogni altro importante luogo nel quale si è esibito, dall’Egitto delle Piramidi di Giza al Deserto del Sahara, dalla Cina (nel 1981 fu il primo artista occidentale invitato), senza contare significativi eventi a Parigi, Houston e Mosca accompagnati da Guinness mondiali di pubblico?
Come sarà la sua prima esibizione in Laguna?
«Venezia è un’ispirazione lontana, basti solo pensare alla musica di Vivaldi o al cinema di Visconti. La tradizione artistica legata alla città è vastissima; suonare in Piazza San Marco significa per me coronare un sogno, e come sempre la mia performance sarà dedicata agli spazi in cui si tiene. La musica è molto legata all’architettura, se non avessi fatto il musicista avrei fatto l’architetto. E Piazza San Marco, così innovativa e rivoluzionaria com’era stata concepita, la celebreremo in modo altrettanto innovativo e rivoluzionario, con un suono immersivo e con l’Intelligenza Artificiale. Nel contempo renderemo omaggio al romanticismo che da sempre connota la città guardando anche oltre. Non dobbiamo dimenticare che se Vivaldi fosse vivo sarebbe un membro dei Metallica!».
Parteciperà alla prossima Biennale Architettura con una installazione dal titolo “Oxyville”, di cosa si tratta?
«Da sempre seguo le proposte della Biennale, e stimo il percorso di Carlo Ratti curatore dell’edizione di Architettura di quest’anno. Ho creato un progetto ponte tra musica e architettura, che hanno in comune due elementi fondamentali, lo spazio e il tempo; “Oxyville” inviterà nello specifico il visitaore a chiudere i propri occhi e immaginare quale possa essere la sua città ideale. Un immaginario da costruire. Gli spettatori potranno poi uscire dalla sala e rilasciare un commento attraverso un QR Code, l’Intelligenza Artificiale restituirà l’immagine».
Tornando all’atteso concerto di Piazza San Marco, può anticiparci elementi della scenografia e del repertorio?
«Si tratterà di un concerto “cucito” sulla città, utilizzeremo contenuti realizzati con l’Intelligenza Artificiale, immagini 3D e scenografia immersiva, quanto ai brani oltre a celebri successi non mancheranno produzioni inedite; una scaletta totalmente nuova pensata anch’essa appositamente per Venezia. Non eseguirò omaggi specifici, tutta la mia musica si configura quale omaggio alle radici della musica elettronica, che non è nata negli Stati Uniti ma in Europa e precisamente in Italia. Si può far partire da Luigi Russolo e dalla sua concezione dell’Arte dei rumori».
In conclusione: come i Pink Floyd si esibirà a Venezia (e tre giorni dopo a Pompei)
«Ero molto geloso di loro per aver tenuto un concerto a Venezia, sono stati fortunati ma adesso mi prendo la rivincita, e ci suonerò anch’io».
(fonte: link)