Musica

“Senza Kimica”: Fabio Caso canta i sogni che fanno paura

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Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto che desidera realizzare. Le possibilità sono due: quel sogno resta in quel cassetto a prendere polvere, oppure finalmente quel cassetto si apre e il sogno inizia a prendere forma.

Tuttavia a volte può fare addirittura paura realizzare i propri sogni, perché quel qualcosa che sembrava così irrealizzabile sta diventando incredibilmente reale e c’è il timore che tutto possa svanire sul più bello.

Per raccontare tutto questo Fabio Caso, artista nativo di Taranto cresciuto con la musica nel cuore, ha realizzato una metafora molto incisiva nel brano “Senza Kimica”: una bella donna che rappresenta per l’appunto il sogno cullato nel cuore. Il brano è nato spontaneamente, in una notte qualunque, nel piccolo rifugio di Fabio che lui chiama affettuosamente “tugurio”. Lontano dal mondo e immerso nei suoi pensieri, Fabio si è fatto guidare da ciò che sentiva dentro, mettendo nero su bianco una melodia nuova che gli ronzava in testa senza sosta. Le parole del testo sono venute fuori in modo naturale, ispirate dalla musica e da quelle emozioni che lo travolgono ogni volta che gli viene una nuova idea in mente.

Fabio immagina idealmente di dialogare con una donna, che però inizialmente si mostra distante, quasi irraggiungibile. In fondo così ci appaiono i sogni che culliamo nel cuore: irraggiungibili, irrealizzabili, un’utopia. Poi però quella donna pian piano si lascia andare, fino a costruire un legame inscindibile con l’artista. Per lui è stata un’esperienza intima e coinvolgente, poiché nella canzone c’è molto di suo e della sua esperienza personale, cosa che ha dato ancora più peso, forza e autenticità al suo racconto.

Con questo testo Fabio si rivolge a tutti i musicisti, agli artisti e in genere a chiunque coltivi una passione creativa, inviando un messaggio chiaro: anche senza grandi mezzi economici, la passione, la voglia di esprimersi e la tenacia aiutano a superare qualsiasi ostacolo. Quando la passione è vera e intensa, i sacrifici che si fanno ogni giorno non solo si fanno con più piacere, ma addirittura quasi non si avvertono, perché si sta inseguendo un proprio sogno, una propria ambizione.

Fabio sa bene cosa significa fare i sacrifici, poiché a soli 9 anni ha perso il padre, quello stesso padre che gli ha trasmesso la passione per la musica. Quel dolore forte e intenso, raddoppiato per un bambino che perde un genitore in età così tenera, si è trasformato in abnegazione e forza interiore, che gli hanno permesso di imporsi come artista e di far fiorire la sua musica per diffondere i suoi messaggi di resilienza e di positività.

— Onda Musicale

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