Si aprirà oggi giovedì 17 dicembre all'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto la rassegna teatrale, affidata alla consulenza artistica di Marco Bernardi, con la quale il Centro Servizi Culturali S. Chiara intende disegnare un percorso nel contemporaneo portando in scena realtà teatrali già affermate a livello nazionale, ma dando spazio anche ad alcune espressioni particolarmente interessanti del panorama professionale locale.
Il primo dei cinque spettacoli in cartellone sarà proposto dalla Compagnia “Babilonia Teatri” che porterà in scena «THE END», una scrittura drammaturgica di Enrico Castellani e Valeria Raimondi che affronta un argomento tabù: la morte.
Oggi la morte non esiste. Non se ne parla. Non la si affronta, né la si nomina. È un tabù. La morte viene occultata, nascosta. La consideriamo come qualcosa che non fa parte della vita. La religione cattolica ha le sue responsabilità, ma il nostro modello e stile di vita sposa perfettamente la volontà di rimuovere la questione. Nel momento in cui ci troviamo a diretto contatto con la morte tornano a galla in modo dirompente le nostre paure.
Il buon senso o senso comune non servono più a nulla. Non basta sapere che la vita ha un ciclo, che i propri genitori invecchiano, che ammalarsi è possibile. Non basta neanche la visione consolatoria che la religione ci offre. La morte rimane tale. Uno spettro scuro di cui abbiamo infinitamente paura. In modo estremamente tragico. In modo estremamente comico.
Oggi invecchiare, come ammalarsi, non è consentito. Il mito dell'eterna giovinezza dilaga. Ci stiamo trasformando in un mondo di Dorian Gray. Vecchi e malati vivono separati dal resto della popolazione. Le parti deboli, d'intralcio o pericolose hanno un luogo a loro deputato in cui stare. Anche i morti, per definizione, vivono separati dai vivi. Siamo consapevoli che non sempre è stato così, ma per noi oggi è un dato di fatto. Ci guardiamo e proviamo a fotografarci. A interrogarci sulle ragioni che ci portano a vivere la morte come un corpo estraneo. Violento. Traumatico. Un evento con cui non convivere e non riconciliarci.
Di sicuro vedere un corpo morto per la prima volta a vent'anni è diverso da averlo sempre visto. Vedere un animale morire, ucciderlo, è diverso da trovarlo sezionato e confezionato. Incontrare la morte quotidianamente oggi è un eccezione. Ma la regola continua a volerci mortali. Il modo in cui viene affrontata e trattata la morte oggi è profondamente bruciante e carico di contraddizioni. È una combustione lenta e sotterranea, forse per questo più dolorosa e non cicatrizzabile. Ogni tanto riesce a zampillare all'esterno prima di tornare a scorrere sotto traccia. Coperta da una cenere che non è mai in grado di spegnerla. Ma che si ostina a relegarla nell'alveo di un individualismo che nega una sua elaborazione collettiva.
«THE END» ha ottenuto nel 2011 il Premio Ubu quale miglior novità italiana nel settore “Ricerca Drammaturgia”. E' stato ideato e scritto, con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco, da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, che ne saranno anche interpreti assieme a Luca Scotton.
«Babilonia Teatri – si legge sul sito della Compagnia –è per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk. I nostri spettacoli sono dei blob teatrali. Delle playlist cristallizzate. Uno specchio riflesso.»
Giovedì 17 dicembre all'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto il sipario si alzerà su «THE END» alle 20.45.