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Musica, parole e speculazione finanziaria: Zola con il primo romanzo di genere “finanziario” prende vita sul palcoscenico

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In prima assoluta al Palladium di Roma La Banca Universale, il melologo di Sandro Cappelletto tratto da L’Argent di Émile Zola che porta la finanza a teatro.

Parigi, 1864: Napoleone III e tutta la Francia si preparano alla Grande Esposizione Universale e la Borsa cittadina è il fulcro della capitale mai così euforica, ebbra di vita e di possibilità. Émile Zola ambienta in questo contesto L’Argent dove pone al centro di una parabola vorticosa verso la rovina Aristide Saccard, visionario di prima categoria, bramoso di riscatto e ricchezza, che si imbarca in una impresa più grande di lui che chiama “La Banca Universale” e che farà crollare quanti hanno creduto nel suo stesso sogno di veder scorrere il denaro a fiumi.

Zola, con il suo sguardo lucido e profetico, offre con L’Argent un ritratto impressionante della finanza moderna, mettendo in scena non solo i meccanismi economici, ma anche le pulsioni umane che li alimentano: ambizione, paura, desiderio. Questi temi rivivono oggi sul palcoscenico con La Banca Universale, in scena in prima assoluta il 22 febbraio 2025 al Teatro Palladium di Roma: lo spettacolo unisce narrazione e musica per esplorare le dinamiche della finanza attraverso una forma teatrale come il melologo, genere usato in modo innovativo per affrontare il tema.

Sandro Cappelletto, critico musicale, accademico di Santa Cecilia e voce narrante del progetto, guida lo spettatore in  viaggio tra speculazioni audaci e rovinosi fallimenti, dando voce al sogno grandioso e distruttivo di Aristide Saccard. Accanto a lui, il compositore Fabrizio De Rossi Re, al pianoforte, intreccia le note della sua partitura originale con echi di Debussy, Fauré e Chausson, evocando e trasfigurando nel presente l’atmosfera della Parigi di fine Ottocento. Il risultato è un’esperienza teatrale immersiva, in cui parola e musica si fondono per restituire il senso profondo di una storia che continua a risuonare nell’attualità. L’introduzione di Stefano Lepri, editorialista esperto di economia, offrirà al pubblico le chiavi di lettura per comprendere come le dinamiche raccontate da Zola abbiano attraversato il tempo, dal crollo della Banca Universale fino alle crisi finanziarie contemporanee.

Attraverso la fusione tra parola e musica, La Banca Universale porta in scena la forza del teatro come strumento di riflessione sociale, facendo emergere il legame profondo tra le vicende del passato e le tensioni economiche contemporanee. Un’opera che dimostra come la finanza, con il suo intreccio di ambizione, illusioni e fallimenti, sia sempre stata e continui a essere una chiave fondamentale per narrare il nostro tempo.

— Onda Musicale

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