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“Ecce homo, qui est faba”: il bizzarro Mr. Bean [Prima Parte]

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Le passioni spesso nascono in maniera del tutto imprevista, in maniera del tutto imprevedibile. Nel nostro animo crescono perché evidentemente trovano terreno fertile, cioè scopriamo che vi è una certa sintonia.

Così è stato nel caso della mia passione per tutto ciò che è Britannico, nello specifico per tutto ciò che attiene all’Inghilterra e all’essere inglese. L’amore per il Paese su cui garrisce la famosa Union Jack, irrobustitosi con la saga di Harry Potter e senza dubbio esploso con i Beatles, molto probabilmente è stato inizialmente alimentato da un curioso e singolare personaggio di fantasia, ma che non sarebbe affatto improbabile incrociare per strada. Mi riferisco all’inconfondibile Mr. Bean, nato dalla fantasia di Rowan Atkinson (che nulla ha a che vedere con il marchio che produce saponi e profumi, peraltro meravigliosi).

Vediamo un po’ la genesi e la fisionomia del personaggio.

Atkinsonclasse 1955 – non nasce come figura televisiva. Probabilmente manco ci pensa all’eventualità di andare in tv, dato che è impegnato negli studi di ingegneria elettronica presso il prestigioso Queen’s College di Oxford (mica il CEPU!). Probabilmente tra un esame e l’altro, nasce in lui un primo abbozzo di quello che diventerà Mr. Bean. La nuova creatura, che inizialmente non si chiama con il nome che poi diverrà universalmente celebre, fa il suo esordio all’Edinburgh Fringe Festival, il grande festival di discipline dello spettacolo che si tiene nella capitale scozzese dal 1947. Siamo all’inizio degli anni ‘80. A dire il vero un predecessore di Bean lo possiamo trovare nella figura di Robert Box all’interno della sitcom Canned Laughter (anno 1979).

Il vero e proprio irrompere sulla scena di Bean si colloca nel contesto del festival umoristico “Just For Laughs” a Montreal, in Canada, precisamente nell’edizione 1987. L’occasione è particolarmente importante in quanto consente al giovane Atkinson di collaudare la fisionomia del suo personaggio, soprattutto per via di una caratteristica: Mr. Bean più che parlare emette suoni e borbottii; il suo linguaggio è largamente basato su un’eloquente mimica facciale, per la quale l’attore dichiara di essersi ispirato a figure quali Jacques Tati e Peter Sellers, oltre che alle caratteristiche più lampanti del film muto, dove l’assenza del sonoro trovava una controparte assai efficace nell’espressività dell’attore e nel suo continuo cimentarsi nei cosiddetti slapstick, ovverosia quelle azioni in cui l’effetto comico era dato da un comportamento assai maldestro (es. scivolare e cadere sulla buccia di una banana mangiata poco prima, oppure inciampare e cadere sulle valigie scaricate dal taxi subito dopo essere arrivati a casa).

A Montreal Atkinson insiste per essere inserito nel cartellone degli artisti francofoni, nonostante il suo personaggio non parli francese. Gli organizzatori dell’evento, pur non capendo la scelta, decidono di assecondarlo. La prima apparizione di quello che sarà Bean è un successo. Il personaggio, nonostante parli più di quel che farà con la serie tv degli anni ‘90, sviluppa già quei tic e quel gesticolare che diverranno celebri.

Lo sketch “News For The Deaf” (Notiziario per i sordi) mette in scena – tramite una mimica esilarante – un personaggio che conoscerà la propria consacrazione negli anni ‘90. Il test quindi poteva dirsi superato, dato il successo riscosso da un pubblico non anglofono. Per rendersi conto del successo di Mr. Bean, il fatto che non necessiti di traduzione ne ha decretato un successo a livello mondiale (non stiamo esagerando).

Vediamo più da vicino chi è questo singolare signore inglese.

Mr Bean– nome che non compariva nel primo episodio della serie, andato in onda il 1° Gennaio 1990è un bambino nel corpo di un uomo. La sua infantilità si coglie soprattutto nel fatto che il suo più fedele compagno e amico è un orsacchiotto di peluche, di fattura abbastanza grossolana, dato che sembra l’incrocio tra un orso è un pupazzo, oltre ad avere le gambe che sono delle vere e proprie salsicce. Bean, proprio come i bambini, è convinto che Teddy (così lo chiama) sia vivo, e ci fa qualsiasi cosa insieme, dal pranzo sino al riposo notturno, passando anche per la partecipazione a un concorso di animali domestici.

Inoltre Teddy riceve ogni anno il regalo di Natale; in certi casi Mr. Bean non si fa scrupolo – nonostante gli sia affezionato – nell’utilizzarlo come strumento in caso di emergenza (es. come pennello). In due diversi episodi è stato addirittura decapitato oppure si è ristretto in lavatrice.

[continua nella seconda e ultima parte]

 

  Massimo Bonomo – Onda Musicale

 

— Onda Musicale

Tags: The Beatles/Harry Potter
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