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Nella musica metteteci il cuore, non le orecchie

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Per la maggior parte delle persone, ascoltare musica è una pratica naturale, lo si fa senza pensare. Accendi lo stereo e il gioco è fatto.

Ormai sarebbe assurdo immaginare la nostra esistenza senza questa magica protagonista, che accompagna la nostra quotidianità. Che dire di chi per qualche motivo non è in grado di sentire? Come può ascoltare una canzone, una melodia o un'opera? Probabilmente anche voi vi siete fatti questa domanda, così ho deciso di fare una piccola ricerca e condividere con voi quello che ho scoperto, facendovi entrare in un mondo che forse nemmeno (forse) pensavate esistesse.

Prima di tutto dobbiamo capire a grandi linee come funziona il nostro cervello. Normalmente le onde sonore vengono “raccolte” dalle nostre orecchie, convertite poi in impulsi elettrici che attraverso il nervo acustico sono trasportate fino alla corteccia uditiva dove vengono interpretate. A questo punto possiamo ascoltare e apprezzare la musica. Tutti noi percepiamo il suono con il corpo. Basta pensare a quando delle vibrazioni investono i nostri tessuti, le ossa, i muscoli, il sistema nervoso. Tutto il nostro corpo è in grado di percepire le vibrazioni. Ci è sicuramente capitato di percepire i bassi grazie alle vibrazioni che provocano su una superficie.

Questo può aiutarci a comprendere come una persona affetta da sordità può percepire la musica.

La prima regola che crolla è quella che vorrebbe attribuire l'ascolto soltanto alle orecchie. Fino a qualche decennio fa era impensabile anche solo immaginare una persona sorda esser capace di occuparsi di musica. Cantare o suonare uno strumento erano attività considerate impraticabili. Ma da qualche tempo, la musica e la sordità non sono più in conflitto. Sempre più persone sfidano il silenzio e trovano nella musica un modo di comunicare, una possibilità di sentire in maniera differente. Tra queste persone troviamo Brazzo, rapper sordo dalla nascita; il coro delle Mani Bianche di Roma, un gruppo di udenti e non che si riunisce per cantare insieme; e Marianna che canta le sue canzoni aggiungendo i gesti della lingua Lis.

Sarebbe un peccato parlare di sordità e musica senza menzionare Ludwig Van Beethoven la cui storia è una delle più affascinanti del mondo della musica, soprattutto in virtù della sua sordità. Il grande compositore tedesco cominciò a riscontrare problemi di udito prima dei trent'anni. Alcune delle sue più grandi composizioni, fra cui la Nona Sinfonia, vennero composte quando egli non riusciva più a percepire nemmeno una parola o una nota. Furono l'unione di una mente matematica ad un'anima completamente votata alla musica a compiere la magia, insieme alla forza di volontà del compositore. Già ai primi segnali di ipoacusia, si ingegnò con tutti i mezzi possibili per continuare a sentire la musica che produceva. Si dice ad esempio che avesse tagliato le gambe al suo pianoforte affinché la tastiera toccasse terra e lui poggiando l'orecchio sul pavimento poteva percepire le vibrazioni sonore prodotte dallo strumento.

Ci sono tanti altri esempi di artisti che “sentono” la musica, si esprimono con essa e ne hanno fatto il loro lavoro come ad esempio Eric Clapton, Sting, Gino Paoli, Ozzy Osbourne, Neil Young che hanno perso l'udito a causa della longeva, quanto dura attività tra palchi e sale d'incisione colpiti da decibel assordanti.

Sta di fatto che i sordi possono percepire la musica e anche farla. Certo, in un altro modo, ma la musica si sa, oltre alla nuda sequenzialità delle note è emozione, anima, vita. È in grado di arrivare nella parte più profonda ed intima delle persone.

Questo è il potere delle sette note e di un settore, la musica, che comprende tutti senza fare differenze.

 

  Myriam Al Jazazi

 

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Tags: Neil Young/Eric Clapton/Gino Paoli/Sting/Ozzy Osbourne/Ludwig Van Beethoven/Beethoven
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