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“È inaffondabile”: la tragedia del Titanic al cinema [Prima Parte]

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All’attenzione dei mezzi di comunicazione si impongono ogni giorno tragedie, che siano individuali oppure collettive: le seconde ottengono maggior risonanza in virtù del fatto che spesso contano un numero di vittime particolarmente elevato, causato da eventi naturali, da imprevisti tecnici o da errori umani.

L’attenzione con cui le persone seguono notizie che molto spesso non le riguardano da vicino è catturata – nel racconto televisivo – dalla messa in luce dell’eroismo di soggetti che si sono distinti nel prestare soccorso a chi era in difficoltà, arrivando a dare la vita per il bene altrui. Questi elementi accomunano storie tra di loro differenti per epoca e localizzazione geografica, toccando le corde più sensibili dell’animo umano.

Anche il cinema, sin quasi dai suoi esordi, non è rimasto indifferente ad un argomento che si prestava particolarmente a narrazioni che facessero breccia nel pubblico attraverso una cinepresa che non fosse un banale mezzo meccanico, ma un occhio in grado di attribuire un’enfasi eroica e quasi epica alla tragicità. I sentimenti umani, dal più nobile al più meschino, nella pellicola diventano modelli universali con cui interrogarsi sul vivere. Una tragicità eroica ed epica non può che affrontare una delle forze della natura che da sempre spaventano maggiormente l’uomo, sin dai tempi più antichi: il mare. Davanti alla potenza dei flutti l’eroe si cimenta in una lotta che potrà anche concludersi con la sua morte (e lui ne è ben consapevole).

Nel corso del Novecento, il disastro marittimo ahimè più conosciuto non è quello del 1956, quando – non lontano da Nantucket (Massachusetts) l’Andrea Doria affondò dopo un violento speronamento da parte del mercantile svedese Stockholm, incidente che provocò tra le 40 e le 50 vittime.

44 anni prima, nell’Aprile 1912, i banchi di ghiaccio e gli icebergs di Terranova(Newfoundland) tesero un agguato a quella che era considerata la miglior nave mai realizzata sino a quel momento: l’RMS Titanic. Non era l’unico capolavoro realizzato dai cantieri Harland & Wolff di Belfast, dato che essi avevano realizzato altri due transatlantici pressoché identici a quello più noto: si trattava dell’RMS Olympic e dell’HMHS Britannic. Di queste ultime due navi, il Britannic fu sfortunato quanto il Titanic, poiché nel Novembre 1916 – in piena guerra – urtò una mina subacquea nell’Egeo; l’Olympic invece riuscì a compiere per intero la propria carriera, concludendola con il “pensionamento” nel 1935.

Riguardo al Titanic l’ho definito capolavoro in quanto, come possiamo constatare dalle foto del gemello Olympic, i suoi interni erano delle autentiche meraviglie dell’arredamento d’interni di un transatlantico di inizio Novecento, con ambienti ispirati allo stile Luigi XV oppure alla modernità dei caffè parigini, all’epoca una vera e propria moda. Non tutto è perduto, in quanto gli allestimenti dell’Olympic (identici a quelli del Titanic) al giorno d’oggi sopravvivono nel White Swan Hotel di Alnwick (UK).

Torniamo alla galleria delle trasposizioni cinematografiche in cui lo sfortunato transatlantico è stato protagonista. Il Titanic comparì sul grande schermo sin dal Maggio 1912, quando venne realizzato – a meno di un mese dalla tragedia – il primo film, della durata di 10 minuti (ovviamente muto). Spiccava anche il fatto che la sua protagonista, l’attrice Dorothy Gibson, avesse realmente viaggiato sulla famosa nave. Il prodotto finito, com’era prevedibile, fu oggetto di aspre critiche, dato che venne percepito come una mancanza di rispetto verso le vittime. Nel corso del 1912 furono realizzati altri due film: il francese La Hantise (“L’ossessione”) e il tedesco In Nacht Und Eis (“Nella notte e nel ghiaccio”). Nel 1929, con Atlantic, il primo film sonoro. Nel 1958 uscì A Night To Remember, film ritenuto particolare accurato dal punto di vista storico, e nel quale risaltava il fatto che nella narrazione il Titanic affondasse integro (la ricognizione del relitto e la scoperta del fatto che si era spezzato in due tronconi avvenne solamente nel 1985). Nel 1980 fu il turno di Raise The Titanic!, flop cinematografico basato sull’omonimo romanzo di Clive Cussler.

Nel 1997 uscì il film per antonomasia, quello che nell’immaginario comune ha definitivamente sorpassato qualsiasi trasposizione cinematografica fatta in precedenza, opera colossale di James Cameron. Non si dovrebbero valutare le opere semplicemente in base al puro e semplice incasso al botteghino, ma nella classifica dei migliori film della storia Titanic si colloca al terzo posto, con $ 3.081.000.000 di incasso (calcolando la variazione del dollaro dal 1997 ad oggi), cifra che – come possiamo immaginare, ha tranquillamente superato i costi di produzione del colossal (circa 200 milioni). In Italia il film arrivò nel Gennaio del 1998 (a fine anno era già disponibile in VHS).

Il colossal di Cameron è un film non facile da consigliare al pubblico, dato che è compito impegnativo seguire una storia di ben 195 minuti. Tre ore e un quarto, una durata davvero notevole da cui sono state rimosse alcune scene che invece ritroviamo nell’edizione blu-ray pubblicata nel 2017 per il ventesimo anniversario dell’uscita del film. La narrazione, e lo vedremo a breve, viene condotta con notevole maestria, riuscendo a conservare intatta l’attenzione dello spettatore, attenzione che – com’è prevedibile, con il senno di poi – si intensifica dopo il fatale incontro della nave con l’iceberg, in un coinvolgimento emotivo che raggiunge il picco nei momenti finali del disastro, quando la poppa scompare per sempre nei gelidi flutti dell’oceano. Il film affascina anche per la straordinaria e ineguagliata pignoleria del regista nell’aver ricostruito in maniera fedelissima gli interni del transatlantico; per la riproduzione in scala 1:1 del 90% della nave, modello fatto realmente affondare in una immensa vasca (76 milioni di litri d’acqua) realizzata appositamente per le esigenze sceniche; per l’abilità – non dimentichiamoci che era il 1997 – nella fusione della realtà con la computer grafica.

Realtà e finzione interagiscono armoniosamente anche nei personaggi della pellicola, dato che alcuni di essi sono storicamente documentati e altri sono frutto della fantasia del regista e dei suoi colleghi. Tutto questo lo vedremo nella seconda puntata. Non perdetevela.

— Onda Musicale

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