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Ciro Dammico: intervista al pianista e compositore internazionale

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Chi ha cantato la sigla di Lamù? Un mistero che per decenni ha appassionato tantissimi fan dell’animazione televisiva e della musica, e che ha trovato la sua risoluzione un anno fa quando uscirono le dichiarazioni degli interpreti: Noam KanielCiro Dammicco.

Quest’ultimo ha ammesso di essere la voce principale del brano, e finalmente dopo così tanto tempo siamo riusciti a contattarlo per chiedergli conferme e ulteriori ricordi. Nonché per fare quattro chiacchiere con lui, un grande artista e una grande persona, disponibile e gentile. Musicista, cantante e imprenditore, ci ha raccontato chi è oggi Dammicco e cosa ricorda del suo periodo in America, ai tempi delle sigle Saban e quindi anche del brano di Lamù

Non ci siamo fermati, dopo quelle dichiarazioni. Col gruppo di lavoro consueto (Franco Amoroso e Giuseppe Intorre, oltre me) si è arrivati a un contatto con Ciro Dammicco. È stato Giuseppe Intorre, nello specifico, a chiedere l’intervista al Maestro, sentendosi con lui in momenti diversi, interfacciandosi con lui e ponendo interessanti domande su passato e presente del musicista. E, ovviamente, chiedendo anche in merito alla sigla di Lamù.

D: Salve Maestro, volevo prima di tutto chiederle se è d’accordo che la nostra conversazione possa essere utilizzata come base di un’intervista da pubblicare sul blog Moz O’Clock, o se preferisce che il suo contenuto rimanga privato.
R: certo, nessun problema, sarà un piacere!

D: Anzitutto grazie per avermi concesso la sua attenzione. È da poco sbarcato su Facebook: cosa l’ha spinta a riproporre anche l’aspetto più squisitamente creativo e compositivo della sua straordinaria carriera con l’apertura della sua pagina facebook e con il lancio del suo sito ufficiale?
R: Grazie! Beh, non esistendo quasi più le società discografiche oggi questa grande piattaforma internet ti offre la possibilità di mostrare al mondo quello che vuoi davvero fare. Io cerco di entrare nel sistema offrendo una musica che definirei “post-classica” e che rispecchia il mio modo di scrivere di oggi, praticamente musica senza costrizioni commerciali; scrivo, registro suonando al piano, poi scrivo le partiture per quartetto d’archi e inserisco le percussioni laddove opportuno.

D: Mi ha incuriosito il suo stato di Whatsapp “Reminds me who I am” accompagnato da una chiave di violino: beh… fondatore e direttore artistico di Videomusic, co-fondatore della Eagle Pictures, cintura nera di taekwondo (!!!), autore, produttore e ovviamente cantante e compositore di successo prima con I Bisonti Flora Fauna e Cemento per poi raggiungere il grande successo con i Daniel Sentacruz Ensemble, oltre che da solista… direi che con una carriera del genere è decisamente difficile dimenticarsi di chi sia Ciro Dammicco!
R: La ringrazio, ma la meritocrazia purtroppo in Italia non è tenuta molto in considerazione. Io ho sempre fatto quello che il mio istinto mi indicava, prendendomi sempre dei rischi quali cambiare nazione e cercare nuovi stimoli per la mia creatività. È il mio modus vivendi da sempre, sin da bambino quando mio padre musicista ci portava in giro per il mondo, e non è mai stata una fatica… anzi sempre un’avventura!

D: Sulle sue esperienza da cosmopolita tornerò a breve, intanto vorrei rimanere un attimo sul Ciro Dammicco “contemporaneo”. I Daniel Sentacruz Ensemble sono stati gli antesignani dell’indie italiano con la loro commistione fra composizioni di taglio cinematografico, cristalline melodie pop e intricati arrangiamenti vocali. Ascoltando le sue composizioni più recenti sul suo canale youtube ufficiale viene fuori un gusto minimalista alla Erik Satie ed una sensibilità compositiva vicina a certe orchestrazioni vicine alla Penguin Cafè Orchestra (o volendo restare nei confini italici al nostro Nino Rota) pur avendo (e qui mi permetto un personalissimo feedback) molti punti di contatto con un certo post-rock alla Tinderstick… insomma, chi è oggi il Ciro Zacar Dammicco musicista e compositore?
R: Un musicista che cerca di creare musica provando a mettere le note su stati d’animo, esperienze e ricordi, ispirazioni prese dal tempo o dalla natura, momenti vissuti e da vivere, sentimenti e introspezioni personali. Mi piace gente come Yan Tiersen, Einaudi, Max Ritcher e tanti altri.
Gente libera e creativa. Io sono forse un po’ più melodico ma cerco sempre di non essere banale o spingere troppo sull’acceleratore e non fare in modo che le emozioni prendano il sopravvento. Studiando puoi raggiungere alti livelli di esecuzione, ma il talento e la creatività sono un’altra cosa, molto più rara da trovare. In queste settimane sto ultimando i lavori per un mio album che uscirà fra non molto tempo, e lì potrete ascoltare chi sono davvero oggi!

D:Essendo un argomento che interessa particolarmente i nostri lettori e come sicuramente avrà avuto modo di dedurre dal nostro primo approccio “epistolare” di qualche mese fa, uno degli aspetti della sua carriera che maggiormente vorrei approfondire è quello inerente la sua esperienza americana nel mercato delle sigle TV dove ha ha affiancato artisti e compositori internazionali e italiani: cosa ricorda di quel periodo? Come iniziò questa avventura?
R: Semplicemente, andavo a registrare i miei brani in uno studio di Haim Saban sulla Ventura Blvd a Los Angeles e lì mi chiesero, visto che cantavo in italiano, se volessi fare con loro le sigle di cartoni animati che Haim produceva per i mercati nel mondo. Mi divertii a farlo e d’altra parte non mi facevano pagare lo studio per altre cose mie. Haim poi diventò uno degli uomini più ricchi del mondo, un genio a suo modo. Mi è piaciuto collaborare sia con lui che con Shuky Levi. Haim era il genio dell’amministrazione; Shuky più un creativo.

D: Ha utilizzato pseudonimi come “I Sorrisi” come autore de Il magico mondo di Gigi o “Superbanda” con cui interpretò Ulisse 31: riusciva a conciliare con facilità la produzione musicale personale e quella televisiva su commissione?
R: Ma non era un problema, non dovevo mettere il mio nome. Fare sigle di cartoni animati era per me un gioco e un modo per aiutare Haim e Shuky a realizzare quello di cui avevano bisogno. In quel periodo il mio lavoro era fare i segmenti per Popcorn (programma di Canale 5, n.d.r.) che registravo nei momenti in cui il Sound era libero. Quel periodo in USA è stata una bellissima esperienza di vita… E poi aver collaborato con Haim Saban, uno che dalle sigle dei cartoni animati ha inventato i Power Rangers finendo a sostenere con la sua ricchezza le campagne presidenziali Usa, non è da tutti!

D: Da bambino la melodia di Soleado/When a child is born mi ha accompagnato per tanti natali senza che avessi la minima idea di titolo e autore di quel “canto magico”, e ironicamente dopo 40 anni mi ritrovo a scoprire di nuovo che una delle mia canzoni preferite di quando ero adolescente ha nuovamente lo stesso protagonista! Come avrà avuto modo di scoprire girovagando in rete una delle cose più dibattute è quella che lega il suo nome alla sigla dell’anime Lamù, la ragazza dello spazio. Qualche mese fa in occasione del nostro primo scambio di mail mi confermò di essere stato lei l’interprete di quel (fino a poco fa) fantomatico brano, e vorrei cogliere l’occasione di questo nostro nuovo contatto per mettere definitivamente a posto tutti i “pezzi mancanti” di questo “mistero giocoso”.
R: Non pensavo che dopo così tanto tempo mi avrebbero chiesto se ero proprio io ad aver cantato questa o quella sigla, ed è incredibile aver scoperto che questa ricerca andava avanti da tanti anni! Sono felice che la mia musica sia stata parte anche solo per un attimo della vita delle persone.
Sono andato a riascoltarmi quella sigla in seguito alla mail che mi mandasti lo scorso anno, e risentirmi dopo tanti anni è stato davvero strano e divertente!

D: Maestro, come avveniva la composizione di questi brani destinati a diventare sigle televisive? Ricorda le varie fasi di lavorazione?
R: Ho fatto molte cose ma non ricordo molti dettagli; come ti ho detto andavo in studio, Shuky mi faceva ascoltare il motivetto, Alberto Testa scriveva i testi e via, si incideva!

D: Ricorda titolo, curiosità (“e io tremo perché so…” cosa?) e qualsiasi dettaglio abbia voglia di condividere riguardo quel brano? Pensa esista un modo per recuperare l’incisione e renderla finalmente disponibile per tutti gli appassionati?
R: Purtroppo non ho materiale né saprei come trovare le incisioni, solo Shuky Levi può forse avere ancora la registrazione visto che lui era l’autore musicale. Della sigla di Lamù io ero solo uno dei due cantanti, io e Noam… D’altronde io ero conosciuto come l’autore di When a child is born (ossia Soleado) che poi diventò n. 1 in quasi tutto il mondo, fare il cantante per le sigle è stato, come ho detto, un bellissimo gioco!

D: Che lei ricordi, si è occupato solo del cantato della sigla o ha collaborato in qualche modo a testi e arrangiamenti?
R: Ho aiutato a sistemare qualche parola per via del canto, ma non ho firmato.

D: In rete sono stati citati diversi nomi che potrebbero essere legati alla composizione della sigla in questione: in un’intervista radiofonica a RadioAnimati (qui), Noam ha citato Steve Rucker al piano e Steve Martson al basso; mentre da una nostra ricerca sui credits dei dischi registrati al Sound Connection in quegli anni, altri due nomi frequenti sono quelli di Bill Fowler alla chitarra e Tom Walsh alla batteria. Cosa può dirci riguardo queste persone?
R: Credo siano tutti nomi corretti, li ricordo tutti ed effettivamente era gente che lavorava lì in quel periodo, per le produzioni Saban.

D: L’anime Lamù è stato distribuito su Telecapri a partire dal 1983-84, a differenza di altre serie (che hanno visto la sua partecipazione) uscite sulla Rai e reti Fininvest. Lei ha collaborato con Costantino Federico (direttore di Telecapri n.d.r.) per alcune rubriche cinematografiche e musicali, e successivamente per il lancio della pioneristica One Talent TV (che ha avuto l’unica sfortuna di arrivare “troppo presto”). È stato lei ad intercedere per la trasmissione di Lamù su quei canali?
R: No, no. Con Costantino ho avuto solo rapporti professionali, e solo recentemente ho appreso di questo nostro “aggancio” riguardante la sigla in questione!
L’acquisizione della serie probabilmente è avvenuta per i regolari canali distributivi, e non so davvero perché sia stata trasmessa su Telecapri e non altrove.

D: La ringrazio per aver realizzato un mio piccolo sogno ed avermi dedicato il suo tempo. La abbraccio forte.
R: Grazie a te, Giuseppe. Spero di esserti stato utile e di aver soddisfatto la tua curiosità e quella dei lettori. Un caro saluto a tutti.

Nel salutarlo telefonicamente dopo l’intervista gli ho preannunciato che probabilmente molti appassionati riscopriranno la sua opera, seguiranno la sua pagina e magari gli porranno anche delle domande, alle quali si è detto lieto di rispondere compatibilmente con i suoi impegni (e molto probabilmente anche dal garbo con cui gli verranno poste, n.d.Giuseppe). Ciro Dammicco vive attualmente in Sicilia con la sua compagna; insieme hanno avuto da poco un bellissimo bimbo che porta il nome suo e di suo padre. È un uomo felice nonché un pianista, compositore, imprenditore e autore di canzoni di successo.
E cantante della sigla di Lamù!

Intervista realizzata da Giuseppe Intorre

— Onda Musicale

Tags: Intervista
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