Mai come in questi ultimi tempi si è tanto scritto e parlato di futuro distopico. Libri, film, serie tv… Un futuro che se fino ad ora pareva pura fantasia, proiettata in un tempo lontano, ora si percepisce sempre più vicino, più probabile.
E del resto, se è vero che ciò che si pensa diventa forma, prima o poi, un tale pensiero collettivo non poteva condurre altrove. Il romanzo distopico Hypnos, dell’autore di origine franco-danese Jean-Christophe Casalini (dei Merangoli Editrice, maggio 2021), si inserisce in questo filone narrativo ma con un taglio particolare: oltre i must del genere – potere universale, società iper controllata e cellule di ribellione – c’è molto di più. Lo schema rivela strutture più originali, tese a risolvere non soltanto i problemi di una società ormai alla deriva ma anche quei quesiti più profondi, insiti da sempre nella mente umana.
La storia si sviluppa in un futuro prossimo, dove le automobili non volano ancora per le vie della città; in questa fase di transizione, tra due mondi contrapposti, si vaga ancora sulle macerie di un tempo perduto. Lo sfacelo da un lato e l’illusoria normalità del quartier generale del potere, dall’altro, sono i poli sui quali rimbalza la trama, mentre in mezzo si dipana la sottile via di fuga. L’originalità del racconto sta nel mescolare alienazione tecnologica e spiritualità, avidità di potere e necessità di dare, egoismo e altruismo collettivo.
Ci ritroviamo in una fase dell’umanità dove il mondo ha raggiunto il massimo della sua globalizzazione: un potere unico, economico e politico, governa la società intera, schiava di un’ipnosi collettiva; i social si sono evoluti in un’unica realtà virtuale, Hypnos, dove gli utenti sono chiamati a condividere il proprio mondo onirico, come in un enorme reality tv. L’Oniro Channel è l’emittente globale che con i suoi ologrammi intrattiene il pubblico di spettatori ma è altresì una società planetaria in grado di manipolare ogni aspetto della vita degli umani, ormai soggiogati da questa forma di coinvolgente realtà interattiva, che come una nuova droga aiuta ad evadere da un mondo oltremodo abbruttito.
Ognuno può entrare in questa dimensione parallela con l’intera propria coscienza, grazie a specifici caschi in grado di veicolare l’energia dei pensieri, ma soltanto in pochi sono maestri nella manipolazione consapevole di tale condizione psichica: i Cacciatori di Sogni. Sfruttati dai conduttori dell’Oniro Channel, creano dei veri e propri show emotivamente coinvolgenti trascinando, nei propri racconti onirici, un intero popolo di spettatori, completamente immersi negli eventi di questi film in presa diretta.
Tale dimensione, ispirata alla tradizione dei sogni lucidi, è anche in questo futuro alienante un canale di consapevolezza extra fisica dall’immenso potere rivelatorio, e sebbene gli organi del potere cerchino di celare e difenderne il nucleo più segreto, il suo accesso, seppur controllato, si rivela la crepa nel sistema. E’ attraverso questo stato di coscienza che si può accedere alle verità più nascoste, alle origini della vita, al mistero della morte… spezzando così le catene dell’ignoranza. Il protagonista Adam, conscio di incarnare in sé l’anima dell’Uomo Primordiale e abile cacciatore di sogni, sarà l’artefice di questo miracolo.
Grazie al suo insegnamento, in un crescendo di presa di coscienza collettiva, sempre più persone realizzano come sia importante riprendere in mano la propria vita, per non commettere gli errori di vite passate, per imparare finalmente l’unica verità, la forza e il potere evolutivi della collaborazione tra anime. Quando si capisce di essere un tutt’uno, si può smettere di lottare gli uni contro gli altri e imparare ad agire in accordo e armonia. In questo senso, l’aggettivo ‘collettivo’, ripetutamente usato in questa recensione, è altresì la chiave di lettura dell’intero romanzo: collettivamente si viene schiavizzati, eppure solo con l’unione consapevole di più menti, per un bene comune, ci si può salvare ed evolvere.
Tutto il libro è quindi pervaso dalla spiritualità ma non crediate di trovarvi di fronte a un manuale sull’argomento! I concetti più o meno espressi, più spesso velati, sono un evidente retaggio di base dell’autore che mantiene sempre solide radici ancorate al terreno, per un racconto fruibile anche a chi di queste cose è a digiuno o addirittura non le digerisce. Per chi è invece addentro alla materia, non sfuggiranno certi dettagli: i sette capitoli sono intitolati col nome dei vari cakra, a segnare il crescendo di consapevolezza che porterà alla risoluzione degli eventi; tempo e spazio non esistono ma sono solo anelli temporali a formare il ciclo di rinascite – la collana di teschi di Vishnu come la fila di eteree sagome a illuminare il buio della copertina; i viaggi astrali e il potenziale a questi connessi.
Nell’insieme un libro ben strutturato, scritto in maniera fluida e dalla trama avvincente. Del resto ha ricevuto un premio ancora prima di essere pubblicato, per inanellare poi una serie nutrita di riconoscimenti che continuano ancor oggi. L’autore, poi, non è nuovo nella veste di scrittore, essendo Hypnos la sua seconda fatica editoriale, oltre alla pubblicazione su sua madre Annette Lorentzen Casalini (1942-2004), pittrice.
Interessante, infine, il background stesso di Casalini: scenografo, attore, regista, musicista, è il primo ad introdurre in Italia la figura del Sound Designer; il primo anche a realizzare colonne sonore in Dolby Surround, attraverso i film di Salvatores. E questo è solo un assaggio della prolifica carriera dell’autore, che ad oggi è impegnato ad applicare attivamente gli insegnamenti del suo ultimo romanzo: con umiltà si è messo al servizio della comunità di scrittori esordienti, nel nome di quell’altruismo in grado di elevare lo Spirito di tutti i soggetti coinvolti.
In ultima analisi, a chi consiglio la lettura di Hypnos? A chi ha ancora il coraggio di pensare e a chi ha ancora voglia di sognare. Ma soprattutto a chi ha imparato a dare, per un mondo migliore.
