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Cristina Cassar Scalia e “Il talento del cappellano”: il libro della settimana

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Cristina Cassar Scalia

Da qualche mese è uscito Il talento del cappellano, giallo di Cristina Cassar Scalia edito da Einaudi. Il libro vede il ritorno del personaggio di Vanina Guarrasi, vicequestore di Catania, e della sua squadra.

Cristina Cassar Scalia ci sa fare, questo va detto subito. La sua scrittura è scorrevole e va giù come acqua fresca, caratteristica gradita – quando non necessaria – per il lettore medio ai tempi dei social. In più, dopo un paio di romanzi mainstream, Cristina ha pescato il jolly che molti scrittori sognano.

Con Vanina Guarrasi, infatti, l’autrice ha creato un personaggio di quelli che non vedremmo male in una bella fiction poliziesca di mamma Rai; di quelle rassicuranti, per famiglie, ma di qualità. Un po’ come Il Commissario Montalbano o Imma Tataranni, due personaggi a cui la simpatica Vanina sembra dovere qualcosa in più che un’ispirazione.

Vanina ha tutte le carte in regola: è politicamente scorretta ma sempre rimanendo in ambito istituzionale e socialmente accettabile. Ha una serie di difetti che strizzano l’occhio ai lettori, che possono empatizzare di fronte ai suoi simpatici eccessi. Pare un po’ di partecipare a quei giochini di Facebook che promettono di svelarti il tuo difetto più grave ma poi finiscono per allisciarti con frasi tipo “il tuo difetto è che sei troppo sincera”.
E via battendosi il cinque da soli.

In più, Cristina Cassar Scalia ha cucito attorno al vicequestorevicequestora sarebbe politicamente corretto? – una squadra di caratteri niente male. C’è il suo team in commissariato, validi poliziotti che l’adorano e la supportano; magistrati coraggiosi o pusillanime, in una divisione un tantino dicotomica. C’è la sua famiglia allargata e una vicina di casa solerte fino all’eccesso. Non manca Adriano, un medico legale gay e Giuli, l’amica devota alla vita mondana.

Infine, c’è lui, l’ex commissario Patané, ultraottantenne che pare uscito da Villa Arzilla e che ruba la scena alla protagonista con le sue amabili deduzioni. Tra una colazione a base di dolci siciliani, pranzi degni di Montalbano e Augello e una smodata quantità di sigarette, nessun caso rimane insoluto nelle mani della squadra Guarrasi.

Sullo sfondo la mafia, con cui la donna ha un conto in sospeso, e la travagliata storia d’amore con Paolo Malfitano, magistrato antimafia che la protagonista tiene perennemente sulla corda.

Il talento del cappellano è il quinto episodio della saga Guarrasi. La trama si snoda attorno a un duplice omicidio, quello di Azzurra e di un noto prelato, il cappellano dal talento di cui sopra. Le indagini portano la squadra su una pista di mafia, ma non è detto che alla fine tutto sia come sembra.

Non ci dilunghiamo sulla trama per ovvi motivi, essendo un giallo. Anticipiamo solo che gli ingredienti dei libri precedenti ci sono tutti e che la soluzione verrà svelata solo nelle ultime pagine.

Vanina ripropone tutti i suoi tratti salienti, dalla passione per il cinema italiano vintage a quella per cibo e sigarette. Il suo carattere difficile e la sua schiettezza, caratteristiche rimarcate forse eccessivamente, la fanno comunque essere amata da chiunque si pari sul suo cammino.

Il romanzo, come si diceva, scorre via piacevolmente, tra i tanti pregi – come la scrittura cristallina di Cristina Cassar Scalia – e qualche difetto che appesantisce un po’ la narrazione.

Il commissario Patané, per esempio, simpaticissimo e vero personaggio forte del format, tuttavia un tantino poco realistico. Va bene la sospensione dell’incredulità, ma un ultraottantenne che abbia libero accesso a commissariato e indagini, supera qualsiasi patto col lettore. Che poi partecipi anche ad azioni e interrogatori è forse esagerato, ma si perdona comunque volentieri.

Un altro piccolo difetto sta nell’intreccio giallo che, certamente, in questo tipo di saghe non è per forza la cosa più importante. Troppe volte, però, nelle indagini di Guarrasi, il colpevole salta fuori praticamente dal nulla nelle ultime pagine; una vera disdetta per il lettore che si diletti a voler cercare di sbrogliare la matassa prima dell’investigatore.

Tra i punti di forza, sicuramente lei, la Sicilia. Dal dialetto – chi ha confidenza con Camilleri non dovrebbe avere difficoltà – alle descrizioni delle città, la regione è viva e palpitante. Tanto da far venire voglia di fare i bagagli e partire. Altro pregio, la minuziosa resa dei personaggi di contorno, che riecheggia per varietà la squadra del commissario Adamsberg di Fred Vargas.

Insomma, Il talento del cappellano è sicuramente un giallo consigliato a chi già conosce e ama i personaggi di Cristina Cassar Scalia. Gli appassionati ritroveranno in dosi massicce gli ingredienti che già apprezzano. Il romanzo è l’ideale anche per chi ama una lettura totalmente disimpegnata, con qualche sfumatura gialla ma che ha il suo fulcro nelle ambientazioni e nella leggerezza del tutto.

E se la struttura vi dovesse sembrare fin troppo studiata a tavolino per solleticare qualche produttore di fiction, pazienza. Comunque, Vanina Guarrasi e Cristina Cassar Scalia avranno avuto il merito di farvi passare qualche ora lieta di lettura.

— Onda Musicale

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