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Le camere anecoiche: quando il silenzio diventa musica

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camere anecoiche

Avete mai sentito parlare di camere anecoiche? Si tratta di laboratori per le misurazioni acustiche in condizioni ottimali. Utilizzate in ambito scientifico e industriale, sono oggi un valido aiuto per i musicisti

Storicamente, le camere anecoiche sono utilizzate nell’industria aeronautica e nei laboratori scientifici per analizzare la rumorosità degli oggetti, dagli orologi alle autovetture, dagli elettrodomestici ai giocattoli. Una sorta di “Galleria del vento”, ma per i suoni. L’impiego delle camere anecoiche sta riscuotendo un crescente interesse in ambito musicale. Il suo utilizzo e le sue applicazioni permettono ai musicisti di registrare suoni “puri”, senza interferenze esterne e soprattutto di lavoro a livelli sonori e di decibel più “confortevoli”, riducendo molto i rischi che l’attività musicale ad alto volume provoca all’udito.

Definizione di camera anecoica

La camera anecoica è un ambiente sperimentale strutturato in modo da ridurre ogni “eco” e riverbero sulle pareti. Il termine greco da cui deriva, infatti, significa: privo di eco. Le camere o stanze anecoiche progettate per la musica sono realizzate per abbattere al massimo i riverberi sonori attraverso l’impiego di materiali e pannelli fonoassorbenti.

Uno dei primi effetti che si percepiscono entrando in una camera anecoica è … la perdita di equilibrio. Questo perché l’orecchio interno è l’organo preposto a fornire il senso di equilibrio dato dalla percezione spaziale dei suoni attraverso l’eco. La totale assenza di rumori e riverberi provoca una percezione di degradazione dell’equilibrio.

Le camere anecoiche sono ambienti estremamente isolati dal contesto esterno. La “climatizzazione” acustica e l’azzeramento di ogni rumore, rimbombo, riverbero e vibrazione è reso possibile dalle pareti, soffitto e pavimento rivestiti di “cunei – chiamati diedri – che possono avere varie forme e dimensioni, ma realizzati in materiale fonoassorbente. La loro funzione è rompere i fronti di onde acustiche e ridurre la riflessione dei suoni.

camere anecoiche
Cosa si percepisce all’interno di una camera anecoica

A livello percettivo, entrare in una camera anecoica significa entrare in un luogo “alieno”, in cui si sperimenta il silenzio assoluto. Per quanto l’essere umano reclami momenti di “silenzio”, in realtà, non si riesce mai a percepire un silenzio totale. La mancanza di abitudine al silenzio totale fa sì che la prima sensazione sia proprio quella di un profondo straniamento e sconcerto. La mancanza di riferimenti spaziali sonori e la parziale perdita dell’equilibrio comportano una temporanea percezione di alienazione.

All’interno di una camera anecoica può risultare “assordante” il ticchettio di un orologio o persino il semplice respiro.

Le stanze anecoiche e la musica

Il fascino di un luogo simile ha colpito spesso la fantasia dei musicisti. Uno dei primi casi di utilizzo della camera anecoica a scopi musicali è anche uno degli episodi nella storia musicale più blasonati. Il compositore statunitense John Milton Cage (1912-1992) fu il primo che negli anni ’50 entrò in una stanza anecoica dell’Università di Harvard, alla ricerca del silenzio assoluto. In quel silenzio trovò la musica. Trovò i suoni del corpo, il battito cardiaco, il flusso sanguigno in circolazione. La sua esperienza lo condusse alla composizione del noto brano 4’33’’ per ciascuno strumento, la cui esecuzione consiste semplicemente nel …restare in silenzio. Un invito e un esperimento filosofico ad ascoltare e concentrare l’attenzione sulle miriadi di sfumature dei suoni e dei rumori del mondo circostante.

A cosa servono le camere anecoiche in musica

Lo scopo di utilizzare le camere anecoiche oggi ha più un valore tecnico e meno “poetico” rispetto all’esperienza di Cage. In ambito musicale, questi ambienti si utilizzano prevalentemente per riascoltare le produzioni musicali ad alta definizione. Ne beneficiano, soprattutto, le produzioni musicali con una metronomica con molti “beats per minute” (bpm). Si tratta di luoghi per l’ascolto puro e pulito del suono, oltre che della riproduzione pulita di un suono o uno strumento, anche della voce. Ciò non esclude che il primo ingresso in una stanza anecoica trasmetta quella sensazione siderale, innaturale e misteriosa di essere investiti da un’onda di silenzio che tanto ispirò e affascinò John Milton Cage.

— Onda Musicale

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