Cultura ed eventi

L’istituto Luce – Parte Seconda (1945-2014)

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Aprile-Maggio 1945: Nel nostro Paese, nelle cui città e infrastrutture sono ancora in larga parte presenti i danni della guerra, si diffonde un senso di euforia per l’avvenuta liberazione da parte di partigiani ed anglo-americani.

Questo, nonostante le violenze non siano ancora cessate, con gli ultimi eccidi compiuti dall’esercito tedesco in ritirata e i numerosi regolamenti di conti, anche dubbi, nei confronti di fascisti o presunti tali. In questo quadro l’Istituto Luce, attivo nel biennio precedente a Venezia (dato che la permanenza a Roma si era fatta rischiosa per via dei bombardamenti), si staglia – al pari delle architetture – come uno dei monumenti più riconoscibili del fascismo (data la produzione cinematografica e fotografica realizzata nei vent’anni precedenti è difficile non inquadrare l’istituzione in questo modo).

Nel 1947 il fatto che il patrimonio del Luce sia percepito come un’eredità che si cerca di occultare e dimenticare, perché scomoda, spiega la decisione di procedere alla sua liquidazione. L’operazione non sembra volersi realmente mettere in moto con urgenza, anche perché sin dalla fine degli anni ’40 all’Istituto si concede di continuare a realizzare cinegiornali esattamente come aveva fatto sino alla fine della guerra (seppur in modo più sporadico). Assenza di frattura la si può cogliere anche nella mancata epurazione di registi e tecnici il cui esordio era avvenuto proprio durante il Ventennio.

Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, in pieno boom economico, inizia una nuova epoca per il Luce, dal momento che l’ente (assorbito – come Cinecittà – dall’Ente Autonomo di Gestione per il Cinema, costituito nel 1958) diventa – da un lato – il custode della memoria fotografica e cinematografica del Paesedall’altro – il più grande produttore e distributore di film: riguardo a quest’ultimo aspetto è d’obbligo accennare a La Grande Olimpiade, film del 1961 che celebrò un evento memorabile come i Giochi Olimpici di Roma del 1960, e La grande ora: Concilio Ecumenico Vaticano II, film del 1962 con cui si intese trasmettere ai posteri il ricordo dei lavori iniziali di quel celeberrimo consesso voluto da Papa Roncalli per riformare la Chiesa.

A partire dalla metà degli anni Sessanta il Luce si cimenta anche nella cinematografia per ragazzi: tra i titoli più celebri si annoverano “Il Cavaliere Inesistente” (1969), film di Pino Zac tratto dal celeberrimo romanzo di Calvino (edito nel 1959), e “La Torta in Cielo” (1973), film di Lino Del Fra tratto dal celeberrimo romanzo per ragazzi di Gianni Rodari (edito nel 1966).

Nello stesso periodo non va dimenticato il fatto che è con il patrocinio dell’Istituto che esordiscono sul grande schermo, alla regia, nomi già affermati in precedenza o che i decenni successivi si consacreranno come grandi: basti pensare a Carlo Lizzani, Pupi Avati, Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Michele Placido ed Ettore Scola.

A partire dagli anni Settanta l’Istituto Luce inizia a svolgere quel ruolo di divulgazione della memoria storica italiana che gli è comunemente riconosciuto: l’immensa mole di materiale d’archivio, anche antecedente al 1924, (circa 12 milioni di metri di pellicola, per non citare la mole del patrimonio fotografico) viene resa pubblica con la realizzazione di importanti documentari.

Tra le produzioni più conosciute spicca certamente “La Storia d’Italia”, ciclo di ottanta documentari diretti, nel 1994, dalla regia di Folco Quilici (sostenuto dalla consulenza storica di Renzo De Felice, Valerio Castronovo e Pietro Scoppola).

Ultimo passo nella storia dell’Istituto è la digitalizzazione del suo patrimonio archivistico, operazione il cui esordio si data ormai al 1996. I documenti sia fotografici sia cinematografici sono stati digitalizzati per ragioni conservative (protezione degli originali) divulgative (cioè il far conoscere agli italiani e soprattutto ai più giovani il patrimonio storico del Paese e la sua memoria).

Al giorno d’oggi la miniera documentaria del Luce può essere esplorata sia sul sito dell’istituzione stessa (LINK) sia sull’apposito canale YouTube “CinecittaLuce” (LINK).

Importante anniversario è stato il 2014, quando l’Istituto ha compiuto i suoi primi 90 anni di vita, opportunamente celebrati con un volume speciale, L’Italia dell’Istituto Luce: 90 anni di storia, scritto da Gabriele d’Autilia e pubblicato da Rai ERI.

 

Massimo Bonomo – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Pupi Avati
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