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Rubare ai ricchi per dare ai poveri: il Robin Hood di Casa Disney (1973) [Prima Parte]

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“Ma quando Riccardo tornerà / il comodo suo più non farà! / Va' via, re fasullo d'Inghilterra!” In questi pochi versi, tratti da una straordinaria canzone, è riassunta al massimo grado la storia raccontata da uno dei più celebri e amati film di Casa Disney, Robin Hood, uscito nei cinema statunitensi nel Novembre 1973 e in quelli italiani nell’Ottobre 1974.

Il successo del film, nonostante i pareri discordanti – e non sempre entusiasti – della critica, prosegue ininterrottamente da quasi cinquant’anni, accresciuto dal fatto che è entrato a pieno titolo nella programmazione televisiva natalizia da qualche anno a questa parte.

L’opera d’animazione in questione si colloca all’interno di una ricchissima sequenza di trasposizioni della materia iniziate nel lontano 1908, praticamente agli albori del cinema. Delle pellicole esistenti, le più celebri sono quella del 1922 – con il divo Hollywoodiano Douglas Fairbanks – e soprattutto quella del 1938 con l’altro divo Hollywoodiano Errol Flynn.

Nel nostro Paese il Robin Hood a cartoni animati è diventato patrimonio di tutti grazie ad alcune sue caratteristiche: il gustoso ed incalzante ritmo narrativo della pellicola; una storia che riceve nuova linfa dalla reinterpretazione dei personaggi, animali resi inconfondibili dalla loro caratterizzazione antropomorfa, pienamente aderente al carattere di ciascun soggetto; un doppiaggio memorabile, quasi teatrale, vera e propria delizia per le orecchie; da ultimo, la colonna sonora, i cui vertici sono rappresentati dai brani “Urca Urca Tirulero” (posto in apertura del film, quanto incontriamo Robin Hood e Little John) e “Il Re fasullo d’Inghilterra” (a coronamento della scena della festa tra gli alberi della foresta di Sherwood).

Vediamo ora lo svolgimento della storia.

Il film è ambientato nel Regno d’Inghilterra durante un non meglio precisato Medioevo.La monarchia in quel momento è retta da Giovanni. Da una rapida ricerca in Google si capisce trattarsi di Giovanni I Plantageneto, noto come Giovanni Senzaterra, sovrano inglese dal 1199 – quando succede al celebre fratello Riccardo Cuor di Leone – al 1216. Il film, pensato per i bambini e le famiglie, si permette – in maniera assolutamente lecita – di alterare la storia ai fini del racconto: giusto per fare un esempio, le malefatte di Giovanni, causa dell’abbruttimento in cui versa la nazione, vengono provvidenzialmente interrotte dal ritorno in patria di Riccardo, che non perde tempo nel condannare il fratello ai lavori forzati, ripristinando quindi la giustizia, a lungo trascurata dai disonesti amministratori.

A parte questa libertà nell’ordine dei fatti, il film inizia con la presentazione del protagonista e del coprotagonista. Si tratta di Robin Hood e Little John. Entrambi vivono nella Foresta di Sherwood, che si distende nel territorio della Contea di Nottingham.

Robin è un ladro gentiluomo dalle fattezze di volpe.Ruba sì, ma lo fa per una profonda e nobile ragione: riparare ai torti e alle ingiustizie sociali, donando ai poveri quegli averi che ha giustamente sottratto ai ricchi. È di ingegno assai sottile e astuto, e la sua agilità fisica si esprime in un’abilità nell’uso dell’arco davvero fuori dal comune. Little John è grandissimo amico di Robin: la forza del loro rapporto emerge continuamente nel corso della storia, dato che Little John soccorre Robin ogni qualvolta sia necessario. Fisicamente è meno agile di lui – è rappresentato come un orso – ma il suo contributo è comunque prezioso, dato che oltre a essere molto intelligente è anche un attore navigato.

Nel testo di “Urca Urca Tirulero” – cantato da Cantagallo, il menestrello – si dice che lo sceriffo della contea, definito come subdolo, e i suoi “stupidi scagnozzi” sono votati alla loro eliminazione fisica, dato che “il successo delle loro gesta” evidentemente è d’intralcio per lo Stato: il Re Giovanni – personificato da un giovane leone la cui mancanza di criniera ne simboleggia anche l’immaturità – spesso si arrabbia, ma è una rabbia infantile, perché si scopre impotente di fronte ai successi dei due fuorilegge (come quando lo derubano, entrambi travestiti da zingare chiromanti), e perché non riesce ad ottenere ciò che vuole. Quando poi gli si nomina la madre, lui reagisce succhiandosi il pollice.

Eliminare Robin Hood e Little John è la preoccupazione principale del vigliacco sovrano, ma non l’unica. Il suo governo è gretto e ottuso perché non ambisce a nient’altro che a spennare gli abitanti del regno, a maggior ragione se sono poveri. Per riscuotere le tasse, cosa che gli riesce assai bene, si avvale dello Sceriffo di Nottingham: è personificato da un lupo assai grasso e dall’espressione parecchio idiota. Un vero coglione. D’altronde per battere cassa non è fondamentale essere intelligenti.

È importante essere efficienti. Infatti lui si reca casa per casa a prosciugare la povera gente di quel poco che conserva con cura, come quando compare all’improvviso durante la festa di compleanno di Saetta, un coniglietto di sette anni. Il piccolo non fa in tempo a godere della moneta che ha ricevuto, che lo sceriffo gliela arraffa in men che non si dica, facendolo piangere. Sembra che tutto sia perduto, ma poco dopo arriva un mendicante a chiedere la carità: Saetta lo osserva e si rende conto che altri non è che il suo beniamino, il Leggendario Robin Hood! Il fenomenale arciere decide di salvare la festa di compleanno regalandogli un arco con una freccia.

Elettrizzato dall’inaspettato incontro e dal fantastico regalo, Saetta va con i suoi fratelli e l’amico Tobia – una tartaruga occhialuta e timidissima – a testare la sua mira. L’unico tiro che gli riesce purtroppo va a finire nel cortile di un castello.

Come proseguirà la storia? Lo scoprirete nell’articolo successivo…

 

  Massimo Bonomo – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Robin Hood
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