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Charles Manson e il suo odio nei confronti di tutto e tutti

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Nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1969 l’attrice Sharon Tate, incinta all’ottavo mese, e tre suoi amici furono assassinati a colpi di pistola e a coltellate in una lussuosa villa di Beverly Hills, in California.

A ordinare la strage, solo perché abitavano nella casa di un produttore discografico che aveva rifiutato di incidere le sue sconclusionate canzoni, è stato Charles Manson.

Manson viene condannato nel 1971 alla pena di morte, poi comminata in nove ergastoli. Il regista Quentin Tarantino sta pensando di realizzare un film sulla sua vita e per la prima volta non avrà bisogno di ricorrere a truculente fantasie per la sceneggiatura: la realtà basterà da sola.  

Charles Manson nasce a Cincinnati, Ohio, il 12 novembre 1934  da una ragazza di nome Kathleen Maddox e che ha solo 16 anni. E’ probabile che suo padre fosse un certo colonnello Scott, ma Charles sceglie  il cognome da William Manson, un uomo con il quale la madre era vissuta per qualche mese. Non c’è bisogno di essere psichiatri per capire come una vita passata tra uno squallido motel e l’altro con una madre che si prostituisce possa creare abissi profondi nella mente di un bambino. Affidato nei giorni buoni ai vicini di casa o agli zii, Charles Manson comincia la sua “carriera criminale”  con qualche furtarello, poi con piccole rapine ai negozi e a 16 anni viene arrestato per avere portato un’auto rubata oltre il confine americano.

Da quel momento  passa da un istituto correzionale minorile all’altro e poi di nuovo in cella, dove impara un sacco di cose come, ad esempio, a gestire un giro di prostituzione. Arrestato di nuovo per avere portato donne da uno stato all’altro, Manson trascorre dieci anni della sua vita nella prigione di McNeil Island nello stato di Washington. Durante questo decennio decide di mettersi a studiare e ben presto diventa molto esperto di esoterismo, negromanzia, ipnotismo, scientologia e magia nera. Impara anche a suonare la chitarra. 

Sharon Tate

Le chitarre e l’esoterismo erano molto apprezzati nelle comunità hippy di San Francisco, dove Manson arriva nel 1967, giusto in tempo per vivere la “summer of love” dei figli dei fiori. Suona la chitarra, canta, ed è un abile comunicatore. Ipnotizza le ragazze ingenue e credulone per approfittare di loro e in poco tempo intorno a lui si forma una comunità di 50 giovani, che lui “battezza” la Famiglia.

Nella totale libertà di un ranch della San Fernando Valley, la Famiglia fuma hashish, sballava con l’LSD, ingerisce funghi allucinogeni e progetta furti, rapine e omicidi. La comunità è letteralmente ammaliata da Manson, il quale sostiene di essere la reincarnazione non solo di Gesù, ma di Gesù e Satana insieme.

Di certo c’è che da Satana Manson prende molta ispirazione. Nell’agosto del 1969, nel suo delirio paranoico, decide di vendicarsi di Terry Melcher, un produttore musicale  che non ha voluto produrre le sue sue canzoni. Lui pensa di essere bravo, conosce Dennis Wilson, il batterista dei Beach Boys e si convince di essere bravo.  I Beach Boys inseriscono un suo brano in un disco, ma cambiano le parole e la musica.

Questo convince Manson che Dennis Melcher va  punito. Non fa alcuna importanza se Melcher non abita più nella sua casa situata al  al 10050 di Cielo Drive, Beverly Hills e nulla importa a Manson se l’abitazione è stata affittata al regista Roman Polanski il quale la abita con  sua moglie Sharon Tate, una promettente attrice di 26 anni, incinta all’ottavo mese. Decide che uccidere gli ospiti di Melcher è una punizione sufficiente.  

Charles Manson non partecipa in prima persona al massacro. Incarica alcuni suoi adepti: un uomo, Charles “Tex” Watson, e tre donne, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Il commando omicida arriva al 10050 di Cielo Drive intorno a mezzanotte, con coltelli, e una pistola calibro 22. In casa ci sono Sharon Tate, il suo parrucchiere Jay Sebring, lo scrittore Wojciech Frykowski e la sua fidanzata, Abigail Folger.

Roman Polanski è a Londra per girare un film. Il primo a morire è Steve Parent, un ragazzo di 18 anni che era andato a trovare il custode e che passa lungo la strada. Linda rimane fuori a fare da palo. Watson rompe un vetro per entrare in casa e la banda raduna Sharon Tate e i suoi amici in salotto. Sharon viene legata per il collo a Sebring, mentre Waston lega le mani di Frykowski. La Atkins dice all’attrice: “Puttana, stai per morire”, Sebring cerca di difenderla ma viene ucciso da Watson, che gli spara e lo accoltella più volte, usando anche un forchettone. Patricia Krenwinkel accoltella Abigail e la Atkins colpisce più volte Frykowski, che riesce però ad uscire di casa. Nel giardino Linda Kasabian lo vede ricoperto di sangue e gli dice “mi dispiace”, prima di ucciderlo sul prato con 28 coltellate.

Sharon Tate è l’ultima ad essere ammazzata: viene pugnalata 16 volte, soprattutto nel ventre. Avrebbe partorito di lì a due settimane. Con il sangue delle vittime, la Atkins scrive “PIG” sulla porta di ingresso. All’interno, lasciano scritto Helter Skelter, il titolo di una canzone dei Beatles che significa confusione, rinfusa. “Vai alla rinfusa, rinfusa, rinfusa”, dice il ritornello.  

La notte dopo, Manson e la sua banda uccidono anche l’imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary, non si sa bene perché. Si dice che progetta di uccidere anche Liz Taylor, Steve McQueen e Frank Sinatra, ma fortunatamente viene arrestato prima. Molte donne gli scrivono mentre è in carcere e una, Afton Elaine Burton, non ancora trentenne, vuole sposarlo. I due ottengono una licenza di matrimonio nel 2014, poi tutto salta. Secondo lo scrittore Daniel Simone, la Burton avrebbe voluto sposare Manson solo per esporre il suo corpo, a pagamento, dopo la sua morte. 

Il processo inizia nel 1970 e lui non confessa mai nulla ne dimostra pentimento. Susan Atkins rivela alla corte che erano in programma altri efferati omicidi a Liz Taylor, Frank Sinatra, Steve McQueen. Il processo, uno dei più lunghi mai svoltisi in america, termina con la condanna a morte per tutti gli imputati ma, nel 1972 una legge californiana sancisce che la condanna deve essere commutata in carcere a vita. Durante la sua detenzione Manson chiede molte volte di ottenere la libertà vigilata. Tutte le sue richieste venogno tuttavia respinte.

Ecco quello che resta della setta “The Family

Susan Atkins muore in carcere a 61 anni il 24 settembre 2009, dopo avere trascorso quasi 40 anni in prigione. Numerose sue richieste di scarcerazione sono state puntualmente respinte.

Patricia Krenwinkel è ancora detenuta in un carcere americano e la sua domanda di scarcerazione verrà riesaminata nel 2018. Dopo la morte di Susan Atkins detiene il record di essere la donna con la più lunga carcerazione negli Stati Uniti d’America

Linda Kasabian è stata il testimone chiave del processo a Manson e per questa ragione ha ottenuto la libertà. Senza la sua testimonianza, hanno deciso i giudici americani, Manson non sarebbe stato condannato. Sembra che viva in semi-povertà in una casa mobile in giro per gli Stati Uniti d’America.

Charles Tex Watson. Condannato per omicidio sta ancora scontando la sua pena dell’ergastolo in un penitenziario americano.

Leslie Van Houten ha 66 anni e dal 2017 gode del beneficio della libertà condizionata, dopo quasi 50 anni trascorsi in carcere. Era uno degli elementi più giovani della setta.

Bobby Beausolei. Si trova ancora detenuto in un carcere americano dal quale continua a produrre musica.

Paul Watkins. Non prese parte ad alcun omicidio e testimoniò contro Manson ai processi. Per questa ragione non è stato incarcerato. Muore di leucemia nel 1990.

Mary Brunner. E’ la prima seguace della setta di Manson. Dentro e fuori dal carcere per truffa e altro. Viene rilasciata nel 1977, dopo avere testimoniato contro Manson, e da allora è sparita dai riflettori.

Steve Grogan. Anche lui è uno dei primi seguaci della Family e partecipa all’omicidio di Donald Shea per il quale viene condannato all’ergastolo. Successivamente viene giudicato incapace di intendere e volere e quindi scarcerato nel 1985, dopo avere collaborato con la Polizia.

Non si conoscono con esattezza i moventi che spinsero la banda di Manson a uccidere e a farlo in modo così efferato. Alcuni specialisti avanzano l’ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama mai raggiunta. Nella sua pazzia, non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato, egli avrebbe scelto l’alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l’attenzione dell’opinione pubblica.Altre opinioni ritengono che l’uomo, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose e per questo covasse desideri di vendetta. Si ritiene che con la scritta “PIG” Manson volesse dimostrare la propria acredine nei confronti di tutti coloro che appartenevano al “sistema“. Manson stesso, nel giustificare i propri atti, afferma di essere stato ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter. (leggi l’articolo). Egli crede di aver individuato nel brano una sorta di “messaggio profetico” a lui indirizzato che gli ordina di diffondere il caos. Manson afferma inoltre di aver ordinato l’omicidio di Sharon Tate per il desiderio di attribuire l’omicidio alla comunità afro-americana della città di Los Angeles.

 Nel mese di settembre del 2012, l’uomo scrive una lettera al cantante Marilyn Manson, il quale ha scelto il proprio nome d’arte ispirandosi proprio a Charles Manson e a Marilyn Monroe. Sembra tuttavia che Marilyn Manson non abbia mai replicato alla lettra ricevuta.

— Onda Musicale

Tags: Beach Boys/Beverly Hills/Sharon Tate/Charles Manson/Helter Skelter
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