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24 aprile 1969: Paul McCartney smentisce di essere morto

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Paul McCartney

La leggenda della morte di Paul McCartney (talvolta citata con l’acronimo PID – Paul Is Dead), è una delle prime e più note teorie del complotto sul mondo del rock.

La leggenda metropolitana comincia a circolare dal 1969; la tesi è che il bassista dei Beatles Paul McCartney sia deceduto nel 1966 per un incidente stradale, e che fosse stato sostituito da un sosia. La leggenda, priva di riscontri oggettivi, secondo i suoi sostenitori troverebbe conferme in presunti messaggi in codice nascosti nel corso degli anni dagli stessi Beatles nelle loro opere. (leggi l’articolo

Secondo questa leggenda, la notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney esce dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles (secondo un’altra versione Paul era uscito frastornato da una festa all’inizio di dicembre del 1965)

Sale sulla sua auto per tornare a casa e lungo la strada da un passaggio ad una ragazza che fa l’autostop. La ragazza si chiama Rita e gli racconta che sta scappando di casa perché è incinta e, contro il parere del suo ragazzo, ha deciso di abortire. Solo lungo una stradina di campagna Rita realizza che la persona al volante è Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventa e distrae McCartney, che non si accorge che il semaforo diventa rosso (oltretutto Paul era anche stanco). 

Pur riuscendo a evitare l’urto con un altro veicolo, l’auto del Beatle esce di strada e si schianta contro un albero, prendendo fuoco

Paul, sbalzato fuori dall’abitacolo, sbatte la testa contro un albero. Sia Paul sia Rita perdono la vita (secondo una variante della teoria dell’incidente stradale, Paul rimane decapitato nello schianto contro un camion). 

Ricevuta la notizia, gli altri tre Beatles devono decidere che cosa fare. Il loro manager Brian Epstein e John Lennon insistono per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, è all’apice del suo successo. Si mettono quindi alla ricerca di un sosia. Dopo settimane di ricerche, scelgono William Stuart Campbell, un attore di origini scozzesi che assomiglia a Paul e che acconsente di sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza. Secondo altre versioni della leggenda il nome del sostituto sarebbe William Sheppard, un ex poliziotto canadese. 

Da quel momento, i Beatles non si esibiscono più dal vivo, sia perché Campbell è più alto di Paul, sia perché occorre del tempo per insegnargli ad imitare i movimenti e la voce di Paul

Stando a questa storia, la persona che suona e canta negli album dei Beatles dopo il 1966, che ha composto canzoni di straordinario successo come Back in the U.S.S.R., Lady Madonna, She’s Leaving Home, Get Back, Hello Goodbye, Penny Lane, Hey Jude, Blackbird, Helter Skelter, Oh! Darling, Let It Be e The Long and Winding Road, che appare nei film Magical Mystery Tour e Let It Be, nonché l’autore dell’imponente discografia solista di McCartney, sarebbe un impostore, scelto sulla base di una spiccata somiglianza fisica con l’originale. 

Probabilmente la leggenda trae le sue origini da un reale incidente stradale accaduto a McCartney il 26 dicembre 1965, quando cade dal motorino rompendosi un dente e ferendosi ad un labbro. Le conseguenze dell’incidente sono ben visibili infatti nei videoclip delle canzoni Rain Paperback Writer trasmessi in TV nel giugno ’66. Altre fonti collocano l’incidente al 9 novembre 1966 (data classica del PID) quando Paul sarebbe caduto dal motorino, ferendosi lievemente, mentre sta andando da sua cugina in compagnia dell’amico Tara Browne, guidando sotto l’effetto di marijuana. 

Infine, anche il 7 gennaio 1967 si diffonde la notizia di un altro incidente stradale occorso a McCartney, questa volta in auto

E dall’esito però mortale, ma ben presto il tutto viene smentito sia dall’ufficio stampa dei Beatles sia da un articolo intitolato “False Rumour” apparso sul n. 43 della fanzine The Beatles Book. La sovrapposizione dei diversi incidenti, presunti o reali, sarebbe stata la fonte dalla quale comincia a germogliare l’intera teoria PID. Nel settembre del 1966, Tony Barrow, capo ufficio stampa dei Beatles, comincia a ricevere sempre più insistentemente telefonate – alcune allusive, altre più esplicite – provenienti da ambienti di Fleet Street (la sede londinese dei più importanti quotidiani inglesi) che indagano sullo stato di salute di Paul McCartney.

Esponenti della stampa britannica chiedono conto di una strana voce in circolazione secondo cui Paul McCartney sarebbe morto

Barrow si assicura personalmente che Paul è  vivo e vegeto, richiama i giornali garantendo le perfette condizioni di salute del musicista e tutto finisce lì, almeno per i successivi tre anni. La sera del 12 ottobre 1969 il DJ Russell Gibb, durante una trasmissione radiofonica sulla rete WKNR di Detroit, racconta che la sera precedente ha ricevuto una telefonata nella quale un ascoltatore che si è presentato come “Tom” gli ha confessato di essere a conoscenza di un clamoroso segreto: Paul McCartney era morto in un incidente stradale alle 5 del mattino di mercoledì 9 novembre 1966. A riprova delle sue affermazioni, il misterioso individuo indica numerosi indizi presenti nei dischi dei Beatles. 

Due giorni dopo la trasmissione radiofonica di Gibb, il 14 ottobre 1969, un giornale locale di Detroit pubblica un articolo firmato dal giornalista Fred Labour intitolato McCartney Dead: New Evidence Brought to Light

Nel suo pezzo Labour introduce per la prima volta l’ipotesi che il nome del fantomatico sostituto di McCartney fosse tale William Campbell. Nelle prime ore del mattino del 21 ottobre 1969, anche Roby Yonge, un disc jockey della stazione radio WABC di New York, discute e commenta in diretta le voci sulla morte del Beatle per più di un’ora prima di venire interrotto per limiti di tempo.

Circa nello stesso periodo, appare nelle edicole una rivista dal titolo Paul McCartney Dead: The Great Hoax che apparentemente pare rinforzare e dare credito ai molti strani elementi che circondano la faccenda

Pubblicata sull’onda emotiva e sul clamore che la storia ha suscitato presso il grande pubblico, presenta con dovizia di particolari la presunta storia della morte di Paul. Presto la notizia fa il giro del mondo e i fans, specialmente gli studenti delle università americane, cominciano a fare a gara fra di loro nello scovare i messaggi nascosti. Tutto il catalogo passato dei dischi del gruppo ricomincia a vendere moltissimo, compresi gli album precedenti il 1966, l’anno della presunta morte di Paul. 

Particolarmente curioso fu il fatto che anche nei dischi antecedenti la data del presunto decesso, i fans rintracciano molti indizi e criptici messaggi. In ogni caso, a smentita di questa ridda di voci che si susseguono, il 24 aprile 1969 è lo stesso Paul McCartney che, durante un’intervista, afferma:

Non c’è nessuna verità sulle voci che io sarei morto. Se fossi morto, sarei l’ultimo a saperlo.”

Leggi anche: Paul McCartney: siamo sicuri che sia proprio lui?

— Onda Musicale

Tags: Paul McCartney/Blackbird/Magical Mystery Tour/Hey Jude/Helter Skelter/Let It Be
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