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B.B. King, il Re del blues: una carriera senza confini

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La carriera di B.B. King è stata straordinariamente prolifica. Ha pubblicato ben 70 dischi ufficiali, tra cui 19 live e 10 raccolte. Ma, ad impressionare ancora di più sono i premi collezionati da B.B. King negli anni. Ha vinto 15 Grammy Awards – gli Oscar della musica -, tra cui l’ultimo arrivato nel 2009 per il miglior disco blues dell’anno.

Inoltre è stato inserito al sesto posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi di Rolling Stone. Una personalità musicale ineguagliabile, un’eleganza stilistica sensazionale, primeggiando nel genere che l’ha reso celebre e maestro e che gli valse l’inserimento, negli anni ’80, nella Blues Foundation Hall of Fame e nella prestigiosissima Rock and Roll Hall of Fame. Nel 2004 King è stato insignito di una laurea ad honorem presso la Università del Mississippi.

Nell’arco della sua carriera, ha collezionato una serie impressionante di illustre collaborazioni: cui Eric Clapton, Buddy Guy, David Gilmour, Steve Winwood, Muddy Waters, Paul Butterfield, Luciano Pavarotti, Richie Sambora, Phil Collins, Billy Ocean, Stevie Ray Vaughan, Etta James, Gladys Knight, Chaka Khan, James Brown, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Ray Charles, Albert King, Gary Moore, Diane Schuur, Slash, U2, John Mayer, Jeff Beck, Gloria Estefan, Roger Daltrey, Bobby Bland, Zucchero Fornaciari, Tracy Chapman, Sheryl Crow, Billy Preston, Elton John, Mark Knopfler, Van Morrison, Billy Gibbons, Willie Nelson, Brad Paisley e Aretha Franklin. E non sono tutti!

Il mito di B.B. King affonda le radici in quell’America nera che ha dato i natali a centinai di artisti. Nonostante le origini povere, la musica per B. B. era troppo forte, tanto che una radio di Memphis, la WIDA, aveva deciso di trasmettere solo musica nera. Ed è proprio in quel contesto che B.B. King ne divenne un disk jockey. Alcuni anni dopo incise alcune canzoni con una etichetta di Los Angeles per arrivare poi alla vera consacrazione negli anni ’50. L’ascesa artistica continuò fino agli anni ’70. In seguito fece molte meno registrazioni, a differenza dei live, in cui mostrava al pubblico il massimo del suo talento.

B.B. King aveva un ritmo fuori dal comune, faceva circa 300 concerti l’anno. Una tale costanza mantenuta fino al compimento dei suoi 70 anni, per poi iniziare a rallentare, ma senza mai fermarsi. Questo fino all’aprile 2015, quando fu costretto a rimandare prima e annullare poi diverse date del tour che aveva programmato, perché iniziarono i primi segnali di quello che sarebbe stato il suo triste epilogo. Infatti, a causa del diabete del quale soffriva da oltre 20 anni, fu ricoverato all’ospedale dopo il malore che lo colpì proprio durante una data del suo tour.

Oltre alla musica, B.B. King è diventato famoso anche per diverseincursioni tra televisione e cinema. Era apparso per la prima volta sul piccolo schermo in un episodio della fortunata serie tv I Robinson, con protagonista Bill Cosby. Poi, nel 1993 il Re del Blues – così come era stato ribattezzato – era stato protagonista di un cameo musicale nel film Quattro fantasmi per un sogno, dove interpretava proprio sé stesso. Cinque anni dopo, invece, aveva recitato nell’iconica pellicola di John Landis, Blues Brothers: il mito continua. E’ grazie a queste incursioni cinematografiche che è annoverato tra gli artisti più camaleontici degli states. La sua lunga, brillante e prestigiosa carriera, iniziata nel 1949, all’età di 24 anni, e terminata nel 2015, quando si spense all’età di 89 anni a Las Vegas.

Oggi, a 95 anni dalla sua nascita e a 5 anni dalla sua morte, è indubbio che King sia fonte di ispirazione per moltissimi musicisti. Tanto che la sua fama nel mondo musicale non sia diminuita.

— Onda Musicale

Tags: Mark Knopfler/Phil Collins/Roger Daltrey/Elton John/B.B. King/Gary Moore/Muddy Waters/Aretha Franklin/Eric Clapton/Stevie Ray Vaughan/David Gilmour/Jeff Beck
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