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Hello: La morte agli occhi di una bambina.

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La morte è, quasi paradossalmente, l'unica costante della vita. 

Ognuno trova, o non trova, il proprio modo di conviverci: qualcuno si dispera, altri sono paralizzati dalla paura, altri ancora sono in grado di accettarla con rassegnazione, cinismo o fatalismo. Ma prima di poter elaborare qualsiasi reazione bisogna comprendere ciò che la morte comporta: la fine della nostra esistenza su questa terra.

Può però capitare che la morte bussi alla nostra porta troppo presto e che coinvolga persone a noi vicine quando non siamo ancora in grado di impiegare gli strumenti mentali per elaborare un concetto tanto esistenziale quanto definitivo ed assoluto.

"L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai": questa citazione viene dal film "il Corvo" e riassume in pieno ciò che ha provato la cantante degli Evanescence, Amy Lee, quando la sorellina minore spirò a causa di un male che la cantante, allora bambina, non riuscì a comprendere.

La canzone che la cantante ha scritto ripensando a quel momento si intitola "Hello" ed è stata pubblicata il 4 marzo 2003 come parte dell'album Fallen, primo successo internazionale della band.

Vista la fortissima connotazione emotiva ed il coinvolgimento personale della cantante, il brano non è mai stato eseguito durante un'esibizione dal vivo del gruppo e l'unica versione Live esistente consiste nella registrazione amatoriale di una performance privata della cantante Amy Lee eseguita presso la casa dei genitori.

Il brano inizia con un pianoforte che intona una malinconica melodia, dopo poco Amy inizia a cantare con la sua voce melodiosa e struggente:

Playground school bell rings again (La campanella del cortile della scuola suona ancora)

Rain clouds come to play again (Nuvole di pioggia vengono a giocare ancora)

Has no one told you (Nessuno le ha detto)

She's not breathing? (che lei non respira?)

Hello (Ciao)

I'm your mind (sono la tua mente)

Giving you someone to talk to (che ti da qualcuno con cui parlare)

Hello (ciao)

If I smile and don't believe (Se io sorrido e non ci credo)

Soon I know (presto, io so)

I'll wake from this dream (che mi sveglierò da questo sogno)

Don't try to fix me (Non cercate di ripararmi)

I'm not broken (Non sono rotta)

Hello (Ciao)

I'm the lie (Io sono la bugia)

Living for you so (Che vive per te cosicché)

You can hide (tu possa nasconderti)

Don't cry (non piangere)

Suddenly I know (Improvvisamente capisco)

I'm not sleeping! (che non sto dormendo!)

Hello! (Ciao)

I'm still here! (Io sono ancora qui)

All that's left of yesterday!(Tutto quello che è rimasto di ieri)

La canzone ripercorre gli stati emotivi che hanno travolto Amy dal momento della morte della sorella attraverso un crescendo di sensazioni intervallate da ricordi frammentati fino al dolore portato comprensione della portata del tragico evento.

La Prima strofa ha come sfondo uno scenario scolastico: le campane suonano in un cortile e nuvole di pioggia vengono a giocare; questo è un chiaro riferimento al luogo dove Amy ha appreso la triste notizia, la scuola che frequentava. Le due ripetizioni della parola “again” (ancora/nuovamente) potrebbero essere un riferimento al fatto che, nonostante siano passati anni, le sensazioni di quel momento talvolta tornano a tormentare la cantante.

“Nessuno le ha detto che lei non respira?”, questa frase potrebbe essere un frammento di conversazione che la bambina ha colto tra le mille parole dei discorsi “dei grandi” e che sono rimaste scolpite nella sua memoria. La fine della strofa è il primo di due momenti introspettivi in qui la bambina si dissocia dagli eventi, da una realtà troppo complessa da comprendere.

Dopo la descrizione dei fatti avvenuti, seppur narrati dal punto di vista della bambina, nelle strofe successive inizia una fase più introspettiva, dove è possibile trovare le cinque fasi del lutto teorizzate dalla psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross: I primi tre versi della seconda strofa sono indicativi di un sentimento di negazione: “Se sorrido e non ci credo so che presto mi sveglierò da questo sogno”.

L'uso della parola sogno, anziché incubo, per riferirsi ad uno stato negativo è intesa a sottolineare nuovamente l'impossibilità della bambina di comprendere la situazione. I due versi successivi esprimono la rabbia, rivolta verso coloro che la credono “rotta”, spezzata dal trauma subito.

Gli ultimi tre versi costituiscono il secondo momento introspettivo e trasmettono un sentimento di patteggiamento, “La bugia” è la finzione di stare bene, così da non mostrare la propria inquietudine. Questa “bugia” seppur molto simile alla negazione, costituisce invece una sorta di patteggiamento per blandire le preoccupazioni di chi è intorno alla bambina, gli stessi che cercavano di “ripararla”.

La terza ed ultima strofa inizia con un sentimento di disperazione; i primi due versi, l'improvvisa presa coscienza che ciò che sta vivendo non è un sogno, scuotono Amy nel profondo: la voce di Amy raggiunge qui la massima altezza, la sommità del picco del dolore.

Negli ultimi tre versi sono una nuova introspezione, introdotta come nei due momenti precedenti dalla parola “Hello”, dove Amy prende coscienza del fatto avvenuto. “Io sono ancora qui” può avere una doppia interpretazione: La prima è un riferimento al fatto di essere sopravvissuta alla sorella e, come poi espresso nell'ultimo verso, di essere “tutto quel che è rimasto di ieri”. “Ieri” è un riferimento ai giorni vissuti con la sorella e quindi ciò che rimane della sorella stessa.

La seconda interpretazione potrebbe essere un riferimento all'aver superato il lutto, “essere ancora qui” dopo tutto quello che è successo.

a cura di Tiziano Piazza

— Onda Musicale

Tags: Evanescence
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