Musica

Alessia Ramusino – An Incurable Romantic

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Oggi vi parleremo di "An Incurable Romantic", l'ultima fatica discografica della cantante genovese  Alessia Ramusino.

Con “A Map of You”, batteria quasi in sordina e giri acustici, la delicata voce di Alessia Ramusino si alterna, per tutta la traccia, tra crescendo da brividi, stacchi in bilico tra pop e jazz e momenti che ricordano i Cranberries, o i lavori solisti di Dolores O’ Riordan, più tranquilli.

L’esame di “una mappa che potrebbe essere così utile” (libera traduzione) per chi canta. Segue “An Incurable Romantic”, la title track, con la sua intro quasi da ninna nanna che porta l’ascoltatore in un’atmosfera, per l’appunto, sognante in cui la voce sembra quasi che gli sussurri all’orecchio.

Particolarmente apprezzabili le pause ad effetto, come ad esempio “when I kiss you”, ed i giochi di ripetizione, “smile smile” e “line line”. Condiscono la canzone le “promesse” e le “rose”, veri e propri must dell’”incurabile romantico”, e l’assolo acustico finale.

Con “Gibigianna” si ha invece un’intro in equilibrio tra pop e reggae, un po’ I’m Yours di Jason Mraz per intenderci, dove la chitarra acustica si inserisce alla perfezione in questa sorta di canzone/filastrocca.

Da notare i cori e le risate dei bambini in sottofondo che danno quel tocco di fanciullezza, sempre presente anche negli adulti, che non guasta mai.

Non Mangio Fragole” è il primo brano in italiano dell’album che ricorda molto Fiorella Mannoia. “Eppure mi sento inutile”, “non trovo più senso” e “vivo una vita futile” caratterizzano. Giri di basso fretless, un po’ in stile Autogrill di Francesco Guccini, aggiungono quelle note di malinconia in più. Malinconia che, verso la fine, viene coadiuvata dalla chitarra elettrica e dagli interventi orchestrali.

Come conseguenza logica “Con i Miei Piedi Sporchi” è il secondo, ed ultimo, brano in italiano con un’intro acustica in perfetto equilibrio tra melodie irlandesi e momenti pop italiani.

Con l’attacco del ritornello, “e allora vieni con me”, si parte letteralmente per un viaggio in un mondo che non c’è. Un viaggio spensierato e senza curarsi delle “stravaganze” personali.

Me ne vado di qua con i miei piedi sporchi” chiude la canzone lasciando quest’immagine di leggerezza e, come accennato prima, stravaganza.

In “I Don’t Like Bonds” una chitarra acustica ci racconta del “blu del cielo che mi parla dentro” e di come l’aquilone sia stato lasciato andare nel vento.

Delicati interventi di violoncello a sottolineare i vocalizzi e la dolcezza insita in questo brano che, per l’appunto, non ama i “legami”.

Another Song”, con la sua tromba, pianoforte e batteria suonata con le spatole, porta l’ascoltatore verso “un’altra canzone” più intimista e dal sapore decisamente jazz.

Una canzone che parla di "un altro amore sbagliato” a cui si collegano tutti i ricordi e le canzoni dedicate a questo. Del resto, a chi non è mai capitato?

Canzone che fa riflettere e guardare indietro, in un’atmosfera da film romantico. 

Viene poi, letteralmente, “Here Comes The Dawn” titolo che ricorda molto un pezzo dei Beatles, Here Comes The Sun, ma qui non si tratta di un tributo al famoso brano scritto dal compianto George Harrison.

L’acustico rimane, ma ci sono più rimandi funky “don’t say a word, here it comes the dawn”, soprattutto grazie al lavoro sopraffino del basso e dei wah wah delle chitarre.

Verso la metà del brano ritorna il mix chitarra elettrica più orchestra, ma in questo brano è il giro funky, che poi a sua volta sfocia nel pop, a dettare le condizioni. Pare quasi che, voltandosi, si possa vedere l’alba con sorpresa per poi contemplarla in tutta la sua bellezza.

Una bellezza bucolica che solo la natura può offrire.

In “To What I Am” le melodie cambiano quasi totalmente visto l’intro dai sapori orientali, ma poi si ritorna al pop con leggerissimi interventi orchestrali per un brano che scorre tranquillo.

Colpisce la versione in inglese di “Non Mangio Fragole”, “I Don’t Eat Strawberries” per l’appunto, dando così la possibilità di scelta tra le versioni nelle due lingue.

Sacks Race” è l’ultimo brano che chiude in bellezza l’album con l’impiego di cornamuse alla fine di alcune strofe inserendosi in un gioco tra strumenti cordofoni acustici, ottoni, campane e fiati.

Una canzone che fa volare in alto la fantasia e che trascina l’ascoltatore verso terre mitiche.

Dopo "Christmas Colours", raccolta di canzoni natalizie, "Iris Fields", 11 inediti, "Flame", singolo di due brani per la colonna sonora della fiction “Per Amore” e "You’ve Gone Away", singolo per la fiction “Noi”, possiamo finalmente ascoltare Alessia Ramusino in piena libertà, e forma, compositiva.

Un disco, tutto sommato, abbastanza tranquillo, ma più che consigliato, soprattutto in questi giorni curiosamente piovosi. 

 

Vanni Versini – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: George Harrison/Vanni Versini/Jason Mraz/Here Comes The Sun/Fiorella Mannoia/The Beatles/Francesco Guccini/Cranberries
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