Musica

Groupie: le ragazze al seguito delle grandi band

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Con il termine groupie si sono identificate, a partire dagli anni sessanta, le ragazze che accompagnavano le rockstar in gran parte delle loro tournée, assecondandone con entusiasmo la vita sregolata e le sfrenatezze sessuali, e divenendo quindi vere e proprie componenti del loro entourage.

Le groupie erano delle fan molto giovani (anche minorenni), le quali, oltre ad amare particolarmente la musica di un certo rocker o addirittura di diversi artisti, li seguivano nei loro tour, irresistibilmente attratte dal loro carisma, diventandone infatuate sostenitrici e intime amiche. Il termine deriva dalla parola group (gruppo musicale), ma attualmente viene usato anche in ambienti differenti, in particolare nello sport, per descrivere le fan degli sportivi che li seguono comunque durante le loro tournée, ma che poco hanno da condividere con le loro “nonne” o contemporanee musicali. 

Le groupie divennero presto un fenomeno sociale grazie alla fama che raggiunsero alcune di esse, in particolare Pamela Des Barres (incoronata come la prima vera groupie della storia), Courtney Love (sposatasi in seguito con Kurt Cobain), Nancy Spungen, Jenny Fabian, Bebe Buell, Cynthia Plaster Caster.

Cynthia, oltre a concedersi alle efferatezze sessuali delle star, ebbe l’insolita intuizione di fare dei calchi in gesso ai loro genitali, i quali divennero presto un fenomeno artistico. Se pur largamente diffuse già dagli anni ’70 negli Stati Uniti e nel Nord Europa, in Italia le groupie comparvero solo negli anni ottanta se non ’90. 

Le groupie possono essere viste come ragazze disposte a tutto per il loro integralista amore verso una band o un artista; ragazze che poi, quando non impegnate a fare le “reginette dei backstage“, svolgono una vita generalmente normale. Talvolta possono venire etichettate come prostitute da tournée; mentre le groupie non sempre, anzi difficilmente, richiedono denaro in cambio di prestazioni sessuali, poiché si concedono ai loro idoli e non ritengono alcuni loro atteggiamenti, pubblicamente visti come promiscui, segno di facili costumi. Si potrebbe considerare il fenomeno delle “groupie” come l’estremizzazione di un comportamento o atteggiamento in realtà molto comune, cioè che si esplica pur sempre entro ambiti assai più comuni rispetto al mondo delle rockstar, ma in modi diversi: è ovvio, tuttavia, che così non è. 

In realtà quello delle groupies fu un fenomeno piuttosto complesso: erano mosse da motivazioni varie, dalla ricerca di una miscela di successo e di nuovi modi di usare il proprio corpo e pure a fatali attrazioni verso le carismatiche figure rock. Furono infatti protagoniste nella rivoluzione culturale e sessuale dei settanta e riuscirono a portare il nuovo modo di vedere il sesso sulle copertine dei giornali. 

A dispetto della loro immagine apparentemente superficiale nella vita delle rock star, non così di rado è successo che delle groupie si siano sposate con le rock star in questione a causa del feeling creatosi durante gli innumerevoli e stressanti tour di queste ultime; può essere preso ad esempio in tal senso quanto è accaduto a Bee Gees, Aerosmith, e a David Bowie (sposatosi con Angie, ragazzina che per due anni aveva seguito i suoi concerti).

È necessario inoltre avanzare una distinzione tra groupie e roadie; i roadie sono infatti coloro che, più semplicemente, seguono la band on the road e ne costituiscono l’entourage rendendosi utili (ma che le case discografiche devono necessariamente pagare). E sono anche i migliori amici delle groupie, poiché sono fonte di backstage pass e raccomandazioni.

Sulle groupie sono stati girati diversi film, fra i primi Groupie, sesso a domicilio (Ich ein Groupie, 1971) di Erwin C. Dietrich; celebre invece Quasi famosi (2000), di Cameron Crowe, che vinse il premio Oscar per la migliore sceneggiatura, e che rappresenta molto bene il crudo e complesso ambiente delle icone del rock. 

Questa, per concludere, è la dichiarazione di Kate Hudson, l’attrice nominata al Premio Oscar che ha interpretato la groupie Penny Lane nel film sopracitato. 

«Ho incontrato la vera Penny Lane la settimana prima d’iniziare le riprese. Lei aveva questa luce negli occhi, questo fascino immutato, e poteva essere accusata di tutto tranne che di essere una donnaccia. Amava il rock più della sua vita, ed era una delle principali ragioni per le quali aveva fatto certe scelte. Nel suo caso, la musica non lascia mai spazio all’uomo vero col quale ha una relazione, e ciò la faceva inevitabilmente innamorare dell’uomo stesso, una sorta di idealizzazione. È molto vulnerabile. Ora estendo il discorso. Posso affermare, dalle ricerche che ho fatto, che queste ragazze non sempre sapevano ciò che stavano facendo. Si dividevano in due categorie: le più giovani, e le più vecchie. Le prime erano ingenue ed inconsapevoli, le altre avevano maturato il “pelo sullo stomaco“; le più giovani potevano prendere due strade: quella di smettere dopo il primo tour, magari non avendo ottenuto ciò che volevano, o quella di continuare a sentirsi soddisfatte nel loro ruolo. Infatti, forse, non già dalle prime volte, ma bastava poca esperienza per far loro capire tutti i meccanismi, ed anche sorprendentemente bene. A quel punto c’era chi rinunciava e chi invece ha desiderato andare avanti. E potreste chiedere a qualsiasi di loro se ha rimpianti. La maggioranza risponderebbe sicuramente, “No, non ne ho, mi sono divertita moltissimo, e sapevo in cosa mi stavo mettendo“. Poi c’erano ovviamente le più sensibili, quelle che ancora credevano nel romanticismo della loro avventura, come la stessa Penny Lane, che ne sono rimaste talmente scosse da aver tentato il suicidio. Moltissime donne d’oggi trovano questa specie di sfruttamento delle groupie da parte dei rocker un vero degrado, ma non capiscono che i rocker di oggi hanno ancora la testa ad altri tempi. I rocker sono profondamente trasgressivi, ma nient’affatto moderni. Hanno la testa ai primi anni 70. C’era moltissima libertà all’epoca perché era un periodo rivoluzionario. Queste ragazze avevano sia il look che l’energia per farlo, e volevano essere parte di qualcosa di grande come il rock. Non le biasimo. Al giorno d’oggi, però, è difficile che una groupie col coraggio di ufficializzare questa sua realtà, venga accettata pienamente e ben vista in società, soprattutto dalle altre donne.»

— Onda Musicale

Tags: Kurt Cobain/Courtney Love/Bee Gees/Nancy Spungen/Penny Lane
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