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I Beatles e la difficile “Hey Jude”

È il 26 agosto del 1968 quando i Beatles pubblicano il famoso, e lungo, singolo Hey Judesotto la guida del loro storico produttore George Martin.

La tensione però era palpabile all’interno del gruppo mentre John Lennon e Paul McCartney stavano lavorando nella casa a Cavendish Avenue per dare gli ultimi ritocchi alla canzone.

Canzone che, come ricordò anni dopo Ringo Starr, entusiasmò moltissimo la band che finalmente poteva lavorare a qualcosa di nuovo.

La canzone, ispirata dal piccolo Julian Lennon, vide dunque i Beatles lavorare su sei take nella prova successiva con Paul McCartney al piano e alla voce, John Lennon alla chitarra acustica, George Harrison alla chitarra elettrica e Ringo Starr alla batteria.

Quando George Martin si recò agli studi di Abbey Road la sera successiva, Hey Jude” stava già diventando una delle canzoni più lunghe dei Fab Four.

Nel caso di Hey Jude – ricordò in seguito George Martin quando stavamo registrando la traccia pensavo che l’avessimo fatta troppo lunga. Era una canzone di Paul e non riuscivo a capire di cosa parlasse girando sempre attorno alla stessa cosa. E, naturalmente, diventava ipnotica.

Riferendosi alle sessioni di registrazione Harrison dichiarò “Paul aveva un’idea fissa nel suo cervello su come registrare una delle sue canzoni. Non era aperto ai suggerimenti di nessun’altro”.

Dopo aver registrato quattro take e selezionato quella che, sia secondo i Beatles che Martin, era venuta meglio si decise di spostare il lavoro al giorno dopo presso i Trident Studios.

Quel pomeriggio i Beatles inserirono moltissime sovraincisioni sulla canzone inclusa la parte vocale e di basso di McCartney seguita dai cori di Lennon, McCartney ed Harrison. A quel punto intervenne Martin con la sua orchestra di trentasei musicisti.

Il produttore poi dichiarò 

anche quando avevamo finito ero terrorizzato perché era dannatamente lunga. Anche quando avevamo finito, ero terrorizzato perché era dannatamente lungo. Dopo averla cronometrata ho detto ‘non potete fare un singolo così lungo’. Venni sgridato dai ragazzi, non era la prima volta nella mia vita, e John mi chiese ‘perché no?’ Non riuscivo a pensare ad una buona risposta, davvero, tranne quella patetica per cui i deejay non l’avrebbero trasmessa”ed è lì che Lennon giocò la sua carta vincenteaffermando “lo faranno se siamo noi”.

Tenendo conto che in un quarantacinque giri dell’epoca il singolo doveva durare al massimo quattro minuti perché poi avrebbe perso di volume, ma alla fine quei sette minuti sono diventati immortali. Una vera e propria impresa ingegneristica.

 

— Onda Musicale

Tags: Abbey Road, The Beatles, Ringo Starr, Paul McCartney, George Martin, George Harrison, Julian Lennon, Hey Jude, John Lennon
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