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Il 20 ottobre del 1977 la tragedia dei Lynyrd Skynyrd

Esattamente 42 anni fa, poco lontano dalla cittadina di Gillsburg, Mississipi, il tragico schianto del Convair su cui viaggiavano gli alfieri del southern rock e parte del loro entourage.

I dintorni di Gillsburg sono pieni di paludi, proprio quel bayou che dà il nome a uno dei tanti generi che i Lynyrd Skynyrd incrociavano in quegli anni settanta, un decennio in cui sembrava che il loro successo non dovesse mai tramontare. E chissà se Ronnie Van Zant, Steve e Cassie Gaines, Dean Kilpatrick e i due piloti dell’aereo riuscirono a vedere per l’ultima volta quelle paludi tanto care a tutto il genere musicale. O magari a vedere le fiamme, quelle stesse fiamme che avvolgevano la band nella famosa copertina di Street Survivors, l’album che era uscito da appena tre giorni. La foto fu poi cambiata, con un rispettoso nero a fare da sfondo, e la cover originale diverrà materiale per collezionisti.

Ma lo schianto del Convair, un bimotore a elica molto affidabile che si produceva fino a vent’anni prima, non mise fine solo alla vita delle sei vittime, ma anche a quella della band. Malconci ma vivi, Allen Collins, Leon Wilkeson e Gary Rossington impiegarono parecchi mesi per rimettersi dalle ferite del corpo e dell’anima, ma poi decisero che no, senza gli altri membri i Lynyrd Skynyrd non potevano andare avanti.

La loro storia inizia nel 1964 e ricalca quella di tante band del periodo, con la differenza che loro ce l’avevano fatta, ed erano diventati i numeri uno del southern rock, assieme a un’altra band vessata dalla sorte, la mitica Allman Brothers Band.

All’inizio si chiamavano The Noble Five. Oltre a Van Zant, Collins e Rossington c’erano Bob Burns e Larry Junstrom. Proprio quest’ultimo, apprezzato bassista che avrebbe abbandonato la band nel 1971 appena prima del successo, è scomparso una manciata di giorni fa, a rendere ancora più triste l’anniversario.

Il moniker del gruppo, che tanto inchiostro ha fatto scorrere, veniva dalla storpiatura di Leonard Skinner, il loro professore di ginnastica, noto per la scarsa simpatia verso capelloni e fricchettoni. Nonostante ciò, negli anni d’oro il professore dimostrò sempre apprezzamento per quei ragazzi pieni di talento, tanto da apparire in un’occasione a un loro live.

E proprio in riferimento al misterioso nome, il gruppo intitolò il primo album (Pronounced ‘Leh-‘nérd ‘Skin-‘nérd) – proprio così, tra parentesi. Il disco uscì nel 1973 ed ebbe immediato successo. Il lavoro contiene numerose hit e almeno un paio dei cavalli di battaglia dei Lynyrd Skynyrd. Il primo è Free Bird, stupefacente e lunghissima cavalcata chitarristica dedicata al compianto Duane Allman. L’usanza del pubblico di richiedere il pezzo come bis alla fine del concerto fece sì che Free Bird diventasse una sorta di sinonimo della parola bis.

L’altro è Simple Man, superba ballata con un arpeggio di chitarra elettrica che ha fatto storia. I temi del pezzo – come del disco stesso – paiono inneggiare ai valori tradizionali del profondo sud, alla vita semplice e con ruoli rigidamente imposti. Un sentire che all’epoca li faceva apparire tremendamente reazionari; un’ambiguità, questa, su cui i Lynyrd rimasero sempre col caratteristico piede in due staffe: se da una parte rifiutavano l’etichetta di band conservatrice, dall’altra la nomea aiutava non poco nelle vendite tra i loro fan sudisti. Un equivoco che arrivò alle estreme conseguenze col loro celebre scontro con Neil Young.

Il rocker canadese scrisse all’epoca un paio di numeri dei suoi – Southern Man e Alabama, su tutte – che mettevano alla berlina l’arretrato sud; un sud che, non dimentichiamolo, praticava ancora il segregazionismo e non vedeva di buon occhio che bianchi e neri usassero – per dire – gli stessi bagni. Salvo poi pescare a piene mani nel blues elettrico proprio per far volare il southern rock. Proprio in risposta a Young il gruppo scrisse quella che forse rimane la loro canzone più famosa, e una delle più coverizzate di sempre, Sweet Home Alabama.

Van Zant ebbe a dire in varie occasioni che non ce l’aveva con Neil Young, fino all’emblematica e programmatica dichiarazione: Io di politica non ci capisco proprio un cazzo!

Tuttavia i versi della celebre canzone lasciano poco spazio a dubbi e, tradotti, suonano così:

Ho sentito il signor Young cantare di lei [l’Alabama]

Ho sentito il vecchio Neil mortificarla,

Spero che il vecchio Neil Young si ricordi

che un uomo del sud non ha bisogno di averlo intorno

Il southern rock, del resto, era noto come la musica dei redneck, il nomignolo poco lusinghiero con cui in America vengono chiamati i sudisti, contadini avvezzi al sole cocente – da qui il collo rosso – e a bevute e scazzottate fuori dai locali.

Gli alfieri del genere, insomma, ben lontani dal coevo prog europeo di Genesis e King Crimson, cantavano le gesta della gente semplice, intessendo però le trame musicali di un meltin pot che incrociava il blues col country, il jazz col rock’n’roll e il soul, con una sapienza tecnica che spesso lasciava basiti.

Gli anni dal ’73 a quel tragico ’77  furono incredibilmente densi di successo: tour in Europa coi Rolling Stones, stadi pieni estatus di più grande band di rock sudista.

Poi, il 20 ottobre, la decisione di noleggiare il Convair per recarsi a Baton Rouge, tappa di un tour che sembrava infinito ma che sarà più breve di quanto immaginato.

Lo stesso aereo era stato sul punto di essere noleggiato, poco tempo prima, dagli Aerosmith; il manager della band ebbe una brutta impressione quando, recatosi a ispezionare il velivolo, sorprese i piloti che si rimpallavano una bottiglia di Jack Daniels. E anche se quella notte il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray erano puliti – lo disse l’autopsia – sta di fatto che l’aereo si trovò a un certo punto senza carburante, obbligando l’equipaggio all’atterraggio d’emergenza che sappiamo tutti come finì. Il tutto pare dovuto alla negligenza dei piloti che si dimenticarono di fare rifornimento e a un misterioso malfunzionamento che fece consumare più velocemente il già scarso combustibile. Certo è che almeno come piloti i due ci sapessero fare, tanto che 20 persone sopravvissero allo schianto. Oltre ai componenti della band, furono proprio McCreary e Gray a perdere la vita.

La storia dei Lynyrd Skynyrd si concludeva così, tra le paludi del Mississipi. Paludi da cui riemersero solo dieci anni dopo, nel 1987, per una reunion che diede al gruppo una seconda vita. Ma questa è davvero un’altra storia.

— Onda Musicale

Tags: Lynyrd Skynyrd, Aerosmith, Sweet Home Alabama, Neil Young
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