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Smoke On The Water: i Deep Purple e la nascita di un pezzo storico

I Deep Purple
Lago Lemano, Ginevra, 4 dicembre 1971. È la sera del 4 dicembre del 1971, sul lago di Ginevra; sinistri bagliori si levano nel terso cielo dicembrino; vengono dal Casinò.

Dietro le finestre di un vicino e lussuoso albergo, cinque ragazzi inglesi osservano la scena: sono Ian Paice, Ritchie Blackmore, Jon Lord, Roger Glover e Ian Gillan. I Deep Purple.

Casinò di Montreux, qualche minuto prima.

Montreux è una cittadina svizzera, del Cantone Vaud. Conta poco più di 20mila abitanti e diventerà celebre per il suo festival jazz. Nel 1971 in realtà ancora non lo è, la prima edizione del festival si è svolta nel 1967 e per la seconda si dovrà aspettare qualche anno. Però, grazie anche ad alcuni intraprendenti promoter, si è già fatta un nome tra gli appassionati del rock. Quella sera al Casinò sta suonando uno dei gruppi più validi nella dimensione live, sono i Mothers Of Invention di Frank Zappa.

Durante l’assolo di tastiera di King Kong, Zdeneck Spicka, si fa prendere la mano dall’entusiasmo e spara in aria con una pistola lanciarazzi trovata chissà dove. Il soffitto, fatto di legno e ricoperto di stoffe, si incendia istantaneamente.

In pochi minuti l’edificio è in fiamme e Frank Zappa e i suoi si trovano davanti scene surreali; Claude Nobs, il direttore del Casinò, si danna l’anima per aiutare le persone ad uscire e riesce nel suo intento. Le fiamme si levano sempre più alte, riflettendosi sul lago; una cortina di fumo si innalza e sembra uscire direttamente dall’acqua. Fumo sull’acqua, Smoke On The Water.

Qualche giorno più tardi, Teatro Pavilion

I Deep Purple si trovano a Montreux per eseguire alcune session di registrazione del loro album Machine Head; hanno affittato il Mobile, lo studio di registrazione mobile dei Rolling Stones, e hanno avuto la brillante idea di piazzarlo proprio nell’area del Casinò. Nell’impossibilità di incidere, trovano rifugio al Pavilion, un teatrino poco distante. È in quei frangenti che nasce il riff più celebre della storia del rock, a opera di Ritchie Blackmore, e il testo che racconta l’incendio del Casinò. Secondo la storia, l’evocativo titolo sarebbe frutto dell’ingegno di Roger Glover: “Da fuori si vedevano le fiamme riflettersi sulle nuvole e il fumo avvolgeva il lago, perciò mi venne l’idea del titolo Smoke on the water, fumo sull’acqua.”

We all came out to Montreux

On the Lake Geneva shoreline

To make records with a mobile

We didn’t have much time

Frank Zappa and the Mothers

Were at the best place around

But some stupid with a flare gun

Burned the place to the ground

Quindi i versi di una delle più celebri canzoni del rock, altro non è che una fedele cronaca dell’incendio del 4 dicembre. Claude Nobs viene omaggiato nei versi seguenti:

Funky Claude was running in and out

Pulling kids out the ground

Nelle altre strofe i Deep Purple, come dei veri e propri cronisti, concludono descrivendo i giorni successivi e le loro peripezie per registrare i brani:

We ended up at the Grand hotel

It was empty cold and bare

But with the Rolling truck Stones thing just outside

Making our music there

With a few red lights and a few old beds

We make a place to sweat

No matter what we get out of this

I know we’ll never forget

Machine Head diviene un capolavoro del rock anni ’70, una vera e propria bibbia per gli appassionati dell’allora nascente hard rock. Oltre a Smoke On The Water – il cui semplice riff diventa talmente celebre che alcuni negozi di strumenti appongono uno scherzoso divieto di suonarlo in sala prove – ci sono pezzi da novanta del canzoniere dei Deep Purple: Highway Star, Never Before, Space Truckin’ e Lazy, cavallo di battaglia nei live.

Storia curiosa quella della band, che solo pochi anni prima con Shades Of Deep Purple e una formazione leggermente diversa, aveva esordito proponendo un suono a cavallo tra pop barocco, rock progressivo e psichedelica. Fu con l’ingresso di Gillan alla voce e di Glover al basso che il gruppo trovò la quadra, passando a un rock sempre più duro.

Purtroppo gli anni d’oro non erano destinati a durare molto; Gillan era sì un cantante coi fiocchi, ma la sua personalità era troppo spiccata per non andare a cozzare con quella di Blackmore, nel tempo diventato vero padre padrone della band.

Pochi anni bastarono perché Ian dicesse basta. Da lì inizierà una vorticosa serie di cambi di formazione che dura ancora oggi e che darà vita ad almeno un paio di grandi band nate dalle illustri fuoriuscite: i Rainbow e i Whitesnake.

Eppure, a quarantotto anni di distanza, quello che sembrava un nefasto evento che avrebbe potuto mandare in fumo – è il caso di dirlo – i progetti dei Deep Purple, rimane l’episodio che li ha fatti entrare diritti nella storia del rock: “Noi allora non potevamo certo immaginarlo, ma quella era una canzone che l’avrebbe cambiata, la storia della nostra musica.”

— Onda Musicale

Tags: Ritchie Blackmore, Frank Zappa, Ian Paice, Roger Glover, Jon Lord, Smoke on the water, Deep Purple, Ian Gillan
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