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I plagi musicali 5: gli Italiani (prima parte)

Dopo esserci occupati dei casi più famosi e incredibili di plagi musicali, vediamo come vanno le cose nel nostro Paese.

Troppo spesso gli artisti italiani hanno attinto (intenzionalmente o involontariamente) dal repertorio di altri musicisti. Vediamo assieme alcuni esempi.

Partiamo dai Pooh, che nel 1985 fecero uscire Un posto come te, il cui ritornello assomiglia un po’ troppo a quello di I want to know what love is dei Foreigner uscita solo l’anno prima.

Rimanendo in famiglia, nel 2004 Dj Francesco ebbe un debutto esplosivo con il pezzo La canzone del capitano. Fu un esordio decisamente fortunato, anche per un figlio d’arte. Già, peccato che assomigli un po’ troppo, nel titolo e nella musica, a El capitan degli Opm uscita nel 2000. Uguale uguale!

Jovanotti ha avuto il merito di portare il rap in Italia. Agli esordi i suoi idoli erano i rapper americani, ai quali forse si è ispirato un po’ troppo nel 1989, quando ha inciso il singolo La mia moto, che ricorda parecchio Magic carpet ride delle glorie del rap old school Grandmaster Flash & The Furious Five uscita l’anno precedente, a sua volta cover del pezzo omonimo degli Steppenwolf del 1968.

Rimaniamo con Jovanotti, che nel 2007 ha fatto uscire il brano A te. Ecco, questo invece suona molto simile a A la primera persona di Alejandro Sanz del 2006. C’è da dire però che il giro armonico presente in entrambe le canzoni deriva probabilmente dal Canone di Pachelbel (17° o 18° secolo).

Non vorrei parlare male del compianto Pino Daniele, però la sua Rhum and Coca del 2007 è – come dire? – parecchio somigliante a Corazon Espinado di Carlos Santana, uscita nel 1999.

Veniamo a Gianna Nannini, che nel 1988 ha fatto uscire un album intitolato “Malafemmina” contenente una canzone intitolata Time lover. Perché un brano con il titolo in Inglese? Forse perché ispirato da Dancing with myself di Billy Idol del 1982, con il quale condivide la musica.

Stesso anno, stesso album, stessa Gianna. Il disco “Malafemmina” era trainato da Hey Bionda, un brano che allora ebbe grande successo. All’epoca però nessuno si rese conto che la musica aveva molto in comune con The Way You Make Me Feel di Michael Jackson, uscita nel 1987.

Nel 1992 Alessandro Canino divenne l’idolo delle ragazzine portando al Festival di Sanremo il singolo Brutta. Un brano in cui lui dichiara di essere così disperato da volersi farsi anche la cessa della scuola. Va beh, ho parafrasato un po’… però il significato è quello! E fu una brutta cosa non essersi accorti subito della somiglianza tra questo pezzo e The land of make believe dei Buck Fizz, uscita dieci anni prima.

Passiamo a qualcosa di più recente: nel 2000 i Tiromancino pubblicarono il brano Due destini. Federico Zampaglione non ha certo difficoltà compositive, però la canzone ricorda troppo Prayer for the dying di Seal del 1991: l’inizio è identico.

Nel 1980 Francesco De Gregori pubblicò La leva calcistica della classe ’68, una canzone che piace a tutti, anche a chi non segue la musica, perché parla di una giovane promessa del calcio. Ora, io non mi azzarderei mai a dire che De Gregori possa aver copiato una canzone, però il brano ricorda parecchio The Greatest Discovery di Elton John, uscita nel 1969. Ascoltatela e poi ditemi!

Nel prossimo pezzo della serie sui plagi musicali potrete leggere la seconda parte di questo articolo sugli artisti italiani, e giudicare se il successo ottenuto sia tutta farina del loro sacco o meno!

— Onda Musicale

Tags: Francesco De Gregori, Gianna Nannini, Federico Zampaglione, Tiromancino, Plagi, Jovanotti, Pino Daniele, Pooh
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