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Jim Morrison, Oliver Stone e un legame mai nato

Jim Morrison è una leggenda della musica, sciamano dell’ignoto dal timbro caldo, idolo dei giovani da decadi. Bello, sexy e… morto, come recava lo slogan della cover del Rolling Stones del 1981.

Oliver Stone è uno dei registi più apprezzati di Hollywood che ama raccontare ciò che vuole, di solito l’America, come vuole fregandosene di tutto e tutti. Cos’hanno in comune i due? L’aver combattuto la guerra del Vietnam ognuno con la sua forma d’arte, e non solo.

Infatti, a  metà anni ’60 Oliver Stone si arruola volontario in Vietnam al seguito delle truppe americane, raccogliendo materiale per girare quelli che diverranno due film da Oscar, ed è proprio in quella giungla in guerra che sentirà per la prima volta i Doors un mix di rock, blues e psichedelia.

In quegli anni spopolavano altre band e la gente impazziva per i Beatles, i Rolling Stones, i Jefferson Airplane, e per la nascente black music. Quindi immaginate la faccia di Stone quando, dalla radio, sente arrivare la musica dei Doors.

Oliver Stone rimane senza parole. E’ così sbalordito da ciò che ascolta che il ricordo rimane per sempre scolpito nella sua mente. E, infatti, nel 1991 ci fa persino un film, col carismatico Val Kilmer nei panni del frontman dei Doors.

Jim e Oliver non si incontrano mai, ma quando il regista ritorna dal Vietnam e ancora non è una star di Hollywood, avviene un contatto. Stone scrive e invia una sceneggiatura a Morrison, ormai diventato un idolo per le masse e per lui, figura sempre più controversa e scomoda.

Il suo manoscritto “Break” consiste in  un’allegoria colorata e pungente della guerra del Vietnam, e aveva pensato proprio a Morrison come attore.

Non ho mai incontrato Jim. Era morto nel ’71. Quando sono tornato nel ’70, ero a New York e lui era in viaggio. Gli ho inviato la sceneggiatura di “Break“, che è stata la mia prima sceneggiatura scritta al mio ritorno dal Vietnam. Era molto psichedelica. Pensavo potesse interpretare il soldato. Poteva interpretare il mio personaggio. Non ho avuto risposta, ovviamente. Ci sono abituato, sono stato rifiutato molte volte. Poi, nel 1990, vent’anni dopo, la moglie di Bill Siddons venne a trovarmi. Bill Siddons era il manager dei Doors, era molto vicino a loro. È andato a Parigi la settimana della morte di Jim per raccogliere i suoi oggetti personali. Mi ha detto che voleva darmi qualcosa, e poi mi ha restituito la sceneggiatura! È stata strano. Stava leggendo la mia sceneggiatura. Perché altrimenti l’avrebbe portata a Parigi?”

Di certo la storia “non è fatta di se e di ma“. Tuttavia se Morrison porta con se la sceneggiatura a Parigi, in quello che doveva essere il suo viaggio della rinascita, significa che qualcosa poteva nascere… Ma non è andata cosi. 

— Onda Musicale

Tags: Jim Morrison, Rolling Stone, Oliver Stone
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