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La metamorfosi di Barry White, da delinquente a principe della disco music

Barry White è un altro esempio di come il talento artistico possa essere, tra gli altri, anche sinonimo di sregolatezza, idiosincrasia per le regole, esecrazione della sonnolenza della quotidianità.

Vediamo come molto spesso il talento artistico, che esiste in alcuni di noi, possa farci faticare, se così si può dire, nell’aiutarci a trovare la nostra strada. In poche parole possa confonderci. Certe volte il talento può essere illuminante fin dalla prima giovinezza, altre volte ci può abbandonare da un momento all’altro. È un raro elemento umano misterioso ed incontrollabile.

Due sono le cose che forse sono certe, la prima è che non si sa da dove viene, la seconda è che comunque, quasi sempre, si trova in contrasto con uno dei sentimenti più importanti della nostra vita, quello del voler bene a se stessi.

Infatti nella storia della musica è facile imbattersi in pop stars che nel corso della loro esistenza, prima o poi, hanno tribolato un po’ con la legge. In questo momento mi vengono in mente Jimi Hendrix, Johnny Cash, Chuck Berry, David Bowie, James Brown, Jim Morrison, Ozzy Osbourne, lo stesso Barry White, ma di sicuro ne dimentico qualcuno.

Fra tutti, credo proprio che Barry White, possa essere “nominato”  uno dei migliori esempi di delinquente mancato. Un uomo molto forte, in grado di affrontare un percorso molto complicato, dal carcere alla scoperta delle proprie capacità di compositore e cantante, dalla scrittura delle prime canzoni, alla magica trasformazione in principe della disco-music internazionale, con una carriera prorompente, determinata dalla vendita di più di cento milioni di dischi in tutto il mondo.

Nato in Texas, maggiore di due fratelli, visse la sua infanzia in un quartiere malfamato della zona di Los Angeles, città nella quale, insieme a suo fratello Darryl (ucciso nel 1983 durante uno scontro tra bande rivali), entrò a far parte di una gang criminale, finendo presto in carcere nel 1959, con l’accusa di aver rubato molti pneumatici di automobili lussuose.

Dopo aver scontato sette mesi di carcere, Barry White, decise di dedicarsi alla musica e alle sue ispirazioni artistiche, suonando il pianoforte in alcuni gruppi, cantando e componendo alcune canzoni.

Una volta lasciati i complessi musicali, divenuto quindi un solista, il successo arrivò a partire dalla fine degli anni ’60, inizi anni ’70.

Voce baritonale, rara ed inconfondibile, creatività infinita, un vero portento nel suonare ogni tipo di strumento, una personale formazione iniziale dedicata alla musica classica (che si sente negli arrangiamenti), Mr. White in breve tempo vede che i suoi concerti dal vivo diventano veri e propri spettacoli, affascinanti ed irresistibili, fatti per un pubblico entusiasta numericamente in continuo aumento.

Barry White

Attorniato da musicisti eccezionali, Barry White, ha a sua disposizione una vera orchestra, per una parte classica con violini, violoncelli e pianoforte, ma per un’altra parte dotata di una sezione ritmica potentissima, con due batterie, basso elettrico, chitarre elettriche, percussioni varie. Tra le altre cose è sempre seguito nel canto da un trio di coristi straordinari (normalmente due voci femminili ed una maschile) sempre sorridenti, che vivacizzano lo show ballando a più non posso.

Barry White, scrive, arrangia e canta, alcuni capolavori della disco-music, producendo in trent’anni di attività, circa 35 tra album e raccolte, oltre a una quindicina di singoli. Molto famosi sono i suoi cavalli di battaglia, brani entrati di diritto nella storia della musica, pezzi stupendi come “Cant’t  Get Enough of your Love, Babe”, “You’re the First, the Last, My Everything”, “Let The Music Play”, “Just The Way You Are” e “Practice Whay You Preach”, solo per citarne alcuni.

Nel 1998 si esibisce in un famoso concerto live trasmesso in mondovisione dal Central Park di New York, cantando insieme con il nostro Luciano Pavarotti.

Il cantante americano, però ha da sempre problemi di sovrappeso, purtroppo è di salute cagionevole, e soffre di frequenti blocchi renali. Nel 2003, per questi motivi, a soli 58 anni, muore in un ospedale di Hollywood.

Barry White, che era molto amico di Michael Jackson, venne cremato. Le sue ceneri, per suo volere, vennero affidate a quest’ultimo, il quale come da istruzioni ricevute, le disperse in mare.

— Onda Musicale

Tags: Michael Jackson, Jim Morrison, Barry White, Ozzy Osbourne, David Bowie, Jimi Hendrix, johnny cash
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