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“I hope we have passed the audition”: l’esordio discografico dei Beatles [Prima Parte]

I Beatles in una bella foto in bianco e nero.

L’11 Settembre è una data che ha visto lo svolgersi di eventi di capitale importanza: la maggior parte delle persone penserà – com’è prevedibile, anche se non ovvio – al terribile attentato delle Torri Gemelle a New York.

Decisamente più ristretto – facile immaginarlo – il gruppo di chi penserà al famoso assedio ottomano di Vienna, nel 1683, che diede una decisa battuta d’arresto alla Sublime Porta.

Anche il mondo della musica rock, patrimonio comune in grado di riscuotere successi trasversali e universali, ha il suo 11 Settembre. Un giorno in cui iniziò a prendere corpo la potenza di un gruppo che, nel giro di un decennio, avrebbe lasciato un segno indelebile nella Storia.

Siamo nel 1962. Il gruppo che ha appena varcato le soglie degli EMI Studios è quello dei Beatles .Lo cogliamo in un momento assai particolare: da qualche mese non c’è più Stuart Sutcliffe, carissimo amico di Lennon e prematuramente scomparso per un aneurisma. Non c’è più nemmeno Pete Best, il batterista che avevano reclutato al volo (letteralmente) poco prima di partire per la grande avventura di Amburgo, nell’estate del 1960. (leggi l’articolo)

Lui, diversamente da Sutcliffe, è vivo e vegeto, ma è stato fatto fuori. Ron Richards, scopritore del gruppo dei The Hollies, e produttore insieme a George Martin della prima seduta di registrazione dei Beatles il 6 Giugno 1962, non l’ha ritenuto adatto al ruolo da lui ricoperto.

L’evolversi della situazione non è del tutto chiaro, ma una cosa è certa: Pete Best viene sostituito. I Beatles non gli comunicheranno di persona l’avvenuta espulsione e la cosa provocherà in loro sensi di colpa (a detta soprattutto di Lennon).

Al posto di Best arriva Ringo Starr, conosciuto dal gruppo nell’ambiente amburghese. Richards, non particolarmente colpito dalla presenza e dalla tecnica del nuovo arrivato – dopo averlo sentito suonare nella sessione del 4 Settembre – decide di ricorrere al turnista Andy White (1930 – 2015). Al di là di questo inizio poco incoraggiante, dalle sedute del 4 e 11 Settembre 1962 nasce quello che sarà il primo singolo dei Beatles – “Love Me Do” – pubblicato il 5 Ottobre dello stesso anno.

Dalla sessione dell’11 Settembre 1962 verrà alla luce anche “P.S. I Love You” (diventerà il Lato B di “Love Me Do”). La scalata delle classifiche pian piano si stava mettendo in movimento…

Come si può chiaramente intuire dai titoli e soprattutto dai testi, le primissime prove compositive di quello che sarà il prolifico duo Lennon-McCartney trattano il tema sempreverde dell’amore, carta valida da giocare in ogni epoca: le parole tratteggiano la dolcezza e la bellezza di un amore fresco come può essere quello tra ragazzi sui vent’anni, dove il rapporto – soprattutto all’inizio – è fatto di parole dolcissime, di carezze, alimentato dal desiderio incessante di incontrarsi e dall’attesa inquieta delle lettere che ci si scambia (d’altronde, eravamo in un’epoca in cui Whatsapp era ancora lontano dall’essere inventato).

Nella sessione del 26 Novembre 1962 vennero realizzati altri due pezzi: “Please Please Me” e “Ask Me Why”. Sarebbero divenuti rispettivamente Lato A e Lato B del secondo singolo a nome Beatles, pubblicato l’11 Gennaio 1963 (per le date riportate mi riferisco sempre alla pubblicazione in Gran Bretagna).

Agli inizi del 1963 la Parlophone, l’etichetta che pubblicava le composizioni a firma Lennon-McCartney, galvanizzata dal successo nazionale dei primi due singoli del gruppo di Liverpool, decise di potenziare tale exploit con la pubblicazione di un LP.

Quattro brani erano davvero pochi, e sarebbero stati sufficienti se si fosse trattato di dare alle stampe un EP (acronimo di Extended Play, disco contenente più brani di un singolo – cioè due – e meno di un LP – per il mercato anglosassone generalmente tredici o quattordici).

La realizzazione del primo disco verrà trattata nella prossima puntata. Non perdetevela.

— Onda Musicale

Tags: The Beatles, Ringo Starr, Love me do, George Martin, Pete Best, Stuart Sutcliffe
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