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Dalle stalle alle stelle, la grande ascesa del Banco del Mutuo Soccorso

Mai, come in questo caso, il famoso detto “dalle stelle alle stalle” , letto però al contrario (come da titolo), può riassumere in così poche parole, la storia di uno dei più famosi gruppi del cosiddetto fenomeno rock progressivo italiano (italprog), ovvero il Banco del Mutuo Soccorso (nome spesso abbreviato per semplicità in “Banco” ).

Il titolo potrebbe sembrare un po’ bizzarro, ma rispecchia la realtà. Pensate che è diventata famosa anche la sala prove, quella utilizzata da sempre dai componenti storici di quello che ancora oggi è giustamente considerato (anche all’estero) uno dei gruppi più incisivi di quello specifico periodo musicale, perché era proprio una vera stalla ristrutturata e quindi attrezzata per far musica a livello professionale.

Si trovavain quel di Marino, un bel paese che s’incontra nella zona dei Castelli Romani vicino a Roma, noto per la produzione del buon vino ed anche per aver dato i natali al grande musicista, compositore e fondatore del Banco, il celebre Vittorio Nocenzi.

Vittorio Nocenzi, fin da ragazzino aveva le idee chiare, aveva studiato pianoforte e parallelamente aveva cercato di farsi anche una cultura, studiando storia e filosofia all’Università.

Fu da giovanissimo, all’età di diciassette anni, che comprese di possedere anche delle ottime doti di compositore, iniziando quindi una collaborazione con la bella e brava Gabriella Ferri, cantante e attrice romana.

Nel 1970 attraverso un contratto con la RCA Italiana , Nocenzi scrive le musiche di buona parte dei brani contenuti nel nuovo lavoro della cantante romana.

L’ album intitolato “Gabriella Ferri”  ottiene un buon successo ed in questo modo il futuro leader del Banco del Mutuo Soccorso entra in contatto con i vertici della RCA Italiana, filiale diuna delle più importanti case discografiche internazionali, la RCA Records di New York.

Nel 1971,la prima formazione originale del Banco del Mutuo Soccorso risalente al 1968, cambia organico, si arricchisce ulteriormente con l’arrivo di nuovi musicisti che si aggiungono ai fondatori Vittorio Nocenzi e suo fratello Gianni (che come lui suona il pianoforte). Arrivano il cantante e autore Francesco Di Giacomo, considerato da molti come la miglior voce del progressive italiano, il batterista Pierluigi Calderoni, il bassista Renato D’Angelo ed il chitarrista Marcello Todaro.

E così, la magia è fatta!

Francesco Di Giacomo, oltre a possedere una voce inconfondibile è anche un raffinato autore di testi, un vero poeta, mentre dal canto loro, i fratelli Nocenzi, forti di una grande cultura musicale classica, unita ad una rara creatività, possono con la loro notevole bravura, comporre,  spaziare con sicurezza,  tra le melodie incantate tipiche della musica colta, fino ad arrivare agli intensi e lunghi temi musicali intessuti con i più moderni strumenti elettronici.

È del 1972 il loro album d’esordio che s’intitola Banco del Mutuo Soccorso, quello con la famosa copertina a forma di salvadanaio, seguito a stretta ruota dal secondo album intitolato “Darwin!” . Il terzo album è del 1973, s’intitola “Io sono nato libero”, ed è un capolavoro che viene considerato uno dei migliori 50 album del periodo progressive, e che comprende la famosa hit “Non mi rompete”.

Nello stesso anno entra nel gruppo, proveniente dagli Homo Sapiens, il bravissimo chitarrista Rodolfo Maltese, noto session-man dalle mille collaborazioni.

Ma l’ascesa del Banco è rapida, e già nel 1974, con l’uscita di un nuovo (il quarto) album dal titolo “Banco (IV)” , che comprende una raccolta di alcuni dei brani tratti per la maggiore dal primo e dal terzo album (oltre ad un singolo brano estrapolato dal loro secondo album), con nuovi arrangiamenti e con i testi tradotti in inglese, che il complesso invade il mercato estero ottenendo un grande successo internazionale.

È fatta. Seguono tour europei,tourné e mondiali, nuovi album strumentali che contengono vere e proprie composizioni musicali che piacciono molto, forse perché molto complesse e che potrebbero essere definite suggestive poesie sonore, sicuramente uniche nel loro genere.

Assolutamente da ricordare (e magari da riascoltare) tra i tanti, brani come “R.I.P.” (Requiescant in pace) del 1972, 750.000 anni fa… lamore?” del 1972, “Non mi rompete” del 1973, “Canto di Primavera” del 1979, “Paolo, Pa”  del 1980, “Moby Dick” del 1983 e tanti altri.

Nel febbraio del 2014, all’età di 66 anni, il cantante,autore e attore Francesco Di Giacomo la voce del Banco e del progressive italiano, purtroppo muore tragicamente in un incidente stradale in provincia di Roma, mentre nel 2015 anche il chitarrista del gruppo, Rodolfo Maltese, viene a mancare colpito da una grave malattia.

Quanto ai fratelli Nocenzi, Gianni ha lasciato il gruppo nel 1985, mentre Vittorio continua la sua attività insieme ai nuovi componenti del Banco del Mutuo Soccorso, con i quali ha pubblicato un nuovo album (il quindicesimo) di inediti intitolato “Transiberiana” uscito nel 2019 con la partecipazione del nuovo cantante Tony D’Alessio.

Per concludere, mi permetto di prendere in prestito il bellissimo titolo di uno dei loro album, solo per confermare che il Banco del Mutuo Soccorso è proprio… ”Unidea che non puoi fermare”.

— Onda Musicale

Tags: Banco del Mutuo Soccorso, Vittorio Nocenzi, Rodolfo Maltese, Francesco Di Giacomo, Moby Dick
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