In primo piano

B.B. King e Lucille: storia di un viaggio straordinario

Non male, non male veramente per un contadino appassionato di jazz e gospel. Certo, se passi la tua giornata nei campi di cotone, la vita non può sorriderti più di tanto.

Ma perché raccontare una storia così triste? Dipende dalla storia. Se la storia ha un lieto fine, il tutto diventa meravigliosamente avvincente. Il blues è questo, un genere musicale nato dal niente, fatto di uomini assolutamente fuori dal comune. Uomini abituati a faticare, a stringere i denti e magari a cantare tutti uniti, tutti assieme, dimostrando che una forma musicale di umilissime origini può anche diventare la più grande influenza pop di tutti i tempi.

E allora di “chi” parliamo? Parliamo di un cantante e musicista incredibile, autentico portavoce del blues mondiale, vera e propria icona planetaria della musica: B.B. King.

Riley (questo il vero nome di King) è un giovane ragazzo appassionato di musica, un giovane chitarrista, apparentemente inesperto e acerbo, che pian piano inizia la sua avventura di disc-jockey in radio, sulle frequenze di Memphis. Si sa, iniziare da zero è sempre molto difficile, ma se hai talento, passione e soprattutto dedizione, le cose possono anche mettersi bene.

Riley è questo, un ragazzo pieno di aspettative e curiosità, deciso a prendersi una meritata rivincita su quella vita che, fino ad inizio anni cinquanta, gli sbatteva solo porte in faccia. Il suo girare dischi diventa un secondo lavoro, oramai la sua chitarra ha preso il controllo della situazione. Inizia a suonare in modo divino, aiutato dal fido cugino “country” Bukka White. La sua chitarra vola, si riempie d’immenso, lo porta a livelli artistici sensazionali, gli trasmette quella fiducia che la vita stessa gli aveva tolto. E così si sposa. Sì, avete capito bene, si sposa. Con chi? Con la sua chitarra.

Gibson ES-335

Lei è una Gibson ES-335 e si chiama Lucille. Lucille è dolce e armonica. E’ molto tenera ma quando serve sa fare anche la voce grossa. Lucille diventa presto la compagna di vita di Riley, un’insostituibile complice, una speranza per tutti coloro che ascoltano la musica blues. Molte le leggende sorte attorno al nome della chitarra. Secondo una versione, dopo un litigio tra pretendenti per una donna di nome Lucille, il locale dove si trovava l’artista statunitense prese fuoco. La sua chitarra restò al suo interno ma Riley corse subito a riprendersela, chiamandola poi con il medesimo nome: Lucille. Secondo un’altra versione, fu lo stesso B.B. King a creare un abile doppio senso tra ragazza e chitarra, affermando: “per colpa di Lucille a momenti ci rimetto la vita”.

Ma il nome della chitarra rappresenta soltanto l’inizio di questa incredibile avventura.

Gli album infatti si susseguono, i dischi si spargono nell’aria, la musica diventa la via maestra di Riley. Presto arrivano anche gli amici di Lucille. Sapete, per completare una festa c’è sempre bisogno della giusta compagnia. Eric Clapton, Phil Collins, David Gilmour, Buddy Guy, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughan…chi altro aggiungere?

La musica dell’ormai noto B.B. King diventa essenziale per le generazioni future, autentico pilastro di una società R&B bisognosa di spunti ed idee, autentica fonte d’ispirazione per musicisti e cantautori.

Bella storia, direte voi. Ma quali sono i dischi da ascoltare targati B.B. King? Elencare i suoi capolavori diventa proibitivo e molto difficile, ma posso consigliare un album speciale, un album al quale Riley tiene tantissimo: Blues on the Bayou.

Blues on the Bayou è un album assolutamente straordinario. Malinconico e allo stesso tempo rilassato e pacato, presenta elementi stilistici sontuosi. Siamo a fine anni novanta e lasciamo che sia proprio B.B. King a raccontarci questo lavoro:

Dei molti dischi che io e Lucille abbiamo avuto il piacere di registrare nel corso degli anni, questo è particolarmente sentito. È anche uno dei più ‘naturali’ e, per me, di maggior soddisfazione. Voglio raccontarvi come è nato. Sono sempre aperto ai suggerimenti, e nei cinque decenni passati mi è sempre piaciuto che fossero altre persone a produrre la mia musica. Molti di questi produttori erano dei grandi, e molte delle loro produzioni si sono trasformate in successi. Ma di recente ho sentito come l’urgenza di tornare alle origini. Forse dipende dalla mia età – sto per compiere 73 anni – o forse dalla convinzione che la band che ho in questo momento sia la mia migliore di sempre. Comunque, quale che sia la ragione, avevo voglia di tornare a qualcosa di semplice. E la mia idea era semplicemente questa: andare in studio e – senza alcun tipo di fanfara – registrare canzoni di B.B. King con la band di B.B. King sotto la supervisione di B.B. King. Be’, ha funzionato. Siamo andati a sud. Ci siamo chiusi in uno studio sperduto nella campagna fuori Lafayette, in Louisiana. Era come stare a casa e ci siamo divertiti moltissimo. Nessuno ci diceva cosa dovevamo fare. Nessuno ne aveva bisogno. Dopo tutto questa è la band con cui viaggio, con cui suono, con cui vivo e muoio notte dopo notte, per 225 notti all’anno. Ho trovato alcune vecchie canzoni di B.B. King. Ne ho scritte alcune nuove. Entravamo in studio alle 11 del mattino e ne uscivamo quando eravamo stanchi. Lavorando in questo modo, abbiamo finito l’album in quattro giorni. Dal vivo, davvero. Niente sovraincisioni, niente trucchetti tecnologici. Solo del vecchio blues. Blues on the Bayou. Il mio augurio sincero è che questi blues vi diano lo stesso piacere che hanno dato a me. E grazie per aver tenuto me e Lucille nel vostro cuore per tutti questi anni”. B.B. King

Che dire, ogni altra parola sarebbe superflua. La precisione e la spontaneità con cui Riley spiega il suo lavoro risulta addirittura spiazzante. La semplicità fatta persona, l’umiltà di un genio.

Nel prossimo viaggio andremo a scoprire nel dettaglio un album che ha segnato un’epoca: Out of Time. Di chi? Di Michael Stipe e i suoi R.E.M

Stay Tuned.

— Onda Musicale

Tags: Muddy Waters, Eric Clapton
Sponsorizzato
Leggi anche
15 luglio 1989: i Pink Floyd suonano a Venezia e conquistano il mondo
Camel, il primo album della band progressiva