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I 5 album che resero popolari l’hard rock e l’heavy metal negli anni 90

All’alba degli anni 90 il pubblico, abituato a sintetizzatori e melodie tipiche degli anni 80, non era ancora pronto ad apprezzare le chitarre distorte ed i ritmi pesanti e veloci su cui si basavano l’Hard Rock e l’Heavy Metal.

Questo genere fu frettolosamente classificato come musica per capelloni fatta da rumore, fracasso, urla ossessive, con quella superficialità che solo il mainstream è in grado di esibire.

Nonostante tutto, in quegli anni, i grandi del HR/HM avevano raggiunto la maturità per provare ad uscire dalla nicchia e farsi conoscere dal grande pubblico: gente come Metallica, Guns’n’Roses e molti altri lavorarono sull’orecchiabilità della propria musica, mantenendone i caratteri fondamentali senza svendersi troppo. Il risultato fu travolgente: il pubblico del pop iniziò ad apprezzare quei gruppi Hard Rock ed Heavy Metal che aveva schifato fino a pochi anni prima.

Quali sono i gruppi e gli album protagonisti di questa ondata Hard Rock ed Heavy Metal che si abbatté sugli anni 90?

Noi vi suggeriamo 5 album che la resero possibile:

1.     Guns’n’Roses – Use Your Illusion (I e II)

Nel settembre del 1991 i Guns’n’Roses pubblicarono questo album in due volumi separati, che li fece conoscere al di fuori del pubblico abituale dell’hard rock/heavy metal. I motivi di questo successo furono evidenti al primo ascolto: la presenza di coristi, l’introduzione delle tastiere di Dizzy Reed (vecchio amico d’infanzia di Axl), la partecipazione di Alice Cooper in The Garden.

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I due album contenevano brani che diventarono dei classici del gruppo californiano: la ballad Don’t cry, che diventò un must delle cassette o dei CD autoprodotti da regalare alla fidanzata, November Rain, singolo da quasi 9 minuti, tra i più lunghi della storia del rock e le cover di Live and Let die di Paul McCartney e soprattutto di Knockin’ on heaven’s doordi Bob Dylan. Furoni gli ultimi grandi album dei Guns’n’Roses: da allora i litigi in seno alla band, dovuti al caratteraccio di Axl Rose ne decretarono il graduale declino.

2.     Metallica (Black Album)- Metallica

Il quinto album dei Metallica, pubblicato il 12 agosto 1991, fu quello della consacrazione del gruppo di San Francisco al grande pubblico. Il videoclip di Enter Sandman ebbe un tale risalto internazionale da essere messo in programmazione continua sulle Tv musicali di tutto il mondo (in Italia c’era l’indimenticabile Videomusic).

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La ballad Nothing Else Matters conquistò definitivamente quel pubblico che storicamente si era sempre rifiutato (un po’ per partito preso, diciamo noi) di ascoltare gruppi hard rock e metal. Un altro brano indimenticabile contenuto in questo album è Wherever I May Roam in cui i Metallica mixano sapientemente potenza del metal e melodia, una scelta chiave per il grande successo di questo album. Ancora oggi i fan più radicali del gruppo californiano considerano questo disco come l’ultimo vero album dei Metallica, bollando i successivi Load, Reload e tutti i successivi come prodotti commerciali utili a mantenere in qualche modo la band sul mercato.

3.     Rust In Peace – Megadeth

Se parliamo dei Metallica degli anni 90, non possiamo non menzionare il gruppo fondato da un loro ex componente, i Megadeth guidati da Dave Mustaine (vedi la storia della loro separazione), che il 24 settembre 1990 fecero uscire questo splendido album di speed metal, pietra miliare della carriera del gruppo, sempre molto attento alla tecnica e alla qualità esecutiva dei brani.

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È l’album di ingresso nel gruppo del guitar hero Marty Friedman e del tecnicissimo Nick Menza alla batteria. Nonostante la qualità di questo lavoro, e dell’album successivo Countdown to Extinction uscito qualche anno dopo, i Megadeth non avranno mai il riscontro di pubblico che ebbero i loro acerrimi nemici (frattura poi parzialmente recuperata nei decenni successivi), ma entreranno di diritto a far parte dei Big Four, le quattro band che fecero la storia del thrash metal, assieme agli stessi Metallica, agli Slayer e agli Anthrax.

4.     Nevermind – Nirvana

Il mondo era un posto tranquillo, fin quando (24 settembre 1991) nei negozi di dischi fece capolino una copertina con un bimbo nudo in piscina intento ad afferrare una banconota appesa ad un amo da pesca. Era l’inizio del grunge dei Nirvana: niente effetti, niente sintetizzatori e tastiere, solo chitarre, basso e batteria, ad esprimere il disagio e la ribellione di una generazione compressa tra gli artificiosi anni 80 e i cupi 90.

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L’album contiene Come As You Are, Lythium, Polly e ovviamente Smells like teen spirit, il brano di punta. Fu un successo mondiale: le camicie a quadri, look prediletto del gruppo, si vendevano come il pane, e altri gruppi della scena di Seattle ebbero modo di farsi conoscere (Pearl Jam e Alice in Chains su tutti). Nevermind ebbe un ruolo cruciale nella diffusione dell’Hard Rock tra il pubblico, anche se in una declinazione decisamente nuova rispetto a quanto si era visto fino ad allora.

5.     Blood Sugar Sex Magik – Red Hot Chili Peppers

Il 24 settembre 1991 fu un giorno davvero movimentato per il mercato musicale: oltre a Nevermind dei Nirvana usciva Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chili Peppers, album capolavoro della prima fase del gruppo californiano. Diciamo prima fase perché ce ne saranno altre nella loro carriera legate indissolubilmente all’uscita/rientro nel gruppo del chitarrista John Frusciante.

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L’album fu subito considerato come uno dei migliori della storia del rock, con le sue atmosfere funky e gli esplosivi duetti tra il basso di Flea e la chitarra di Frusciante. Il carisma del funambolico frontman Anthony Kiedis fece il resto, consentendo al gruppo di entrare in poco tempo nell’Olimpo del rock mondiale.

Provate ad ascoltare l’album e vi renderete conto che vi sarà completamente familiare. Per fare due esempi, Blood Sugar Sex Magik contiene due grandissimi successi dei RHCP: Give it Away e la ballad Under The Bridge. Non serve aggiungere altro.

Con l’ondata Hard Rock/Heavy Metal degli anni 90, il numero di appassionati del genere aumentò vistosamente, diventando molto popolare, tanto che diversi raduni ottennero il tutto esaurito (in Italia ricorderete i vari Monster of Rock e Gods of Metal).

I gruppi rock & heavy furono considerati rockstar di prima grandezza al pari di altri mostri sacri del pop: si pensi alla partecipazione di Metallica e Guns’n’Roses al Freddie Mercury Tribute, cantando assieme ai Queen e ad Elton John.

— Onda Musicale

Tags: Red Hot Chili Peppers, Hard rock, Nirvana, Metallica, Megadeth, Heavy metal
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