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Assoli di chitarra immortali: ecco i 15 migliori di sempre (secondo noi)

Nel mondo della musica, ed in particolare nel rock, la chitarra ha un’ importanza di primo piano: c’è chi riesce a riconoscere un artista dal suono della sua chitarra, chi ha suonato dei riff diventati poi storici, c’è chi ha provato a suonarla in tutti i modi possibili (anche con un archetto da violino).

Ma quando ascoltiamo una canzone c’è una parte che tutti aspettiamo, e non parlo del ritornello, ma dell’assolo di chitarra. In musica, un assolo è quella breve sezione solistica presente in un brano, quella parte che spesso, in macchina, mentre si ascolta la radio, viene tagliata dai commentatori.

Di seguito, una top 15 degli assoli che, secondo una visione oggettiva ma non troppo, sono i migliori della storia musicale.

15) One, Metallica

Brano del 1988, estratto da ‘…And Justice For All’, tratta il tema della guerra, in un’esplosione trash metal, un urlo di dolore e rabbia contro gli scontri che hanno coinvolto e ancora coinvolgono il mondo. Kirk Hammett in questo pezzo è bravura pura, travolgente, riesce a far scatenare anche l’ascoltatore più cauto, ma trasmette una sensazione di rabbia e dolore, in perfetta unione con il testo.

14) Paranoid, Black Sabbath

Estratto dall’omonimo album del 1970, è uno dei brani tutt’oggi più influenti dell’heavy metal e una dei più amati dai fan della band di Ozzy Osbourne. La canzone esplora la paranoia della mente umana, l’incapacità di essere felici e di trovare la pace, e l’assolo che nasce dalle mani del grande Tony Iommy è oscuro, incalzante e capace di incarnare la sensazione di ‘paranoia’.

13) November Rain, Guns N’Roses

Una delle ballad più famose della musica non poteva che avere un assolo di tutto rispetto. Canzone del 1991, tratta dall’album ‘Use your Illusione I’, è un inno all’amore, ma non quello rose è fiori: il testo parla dei momenti critici e dei dubbi del protagonista, ed il titolo stesso è malinconico, con questa pioggia di novembre a simboleggiare le lacrime, ma anche una purificazione. Gli assoli di Slash (in questo brano ce ne sono ben 3) sono altrettanto struggenti, melanconici e delicati, personalmente mi commuovono sempre, e accompagnano tutti i momenti salienti, fino al finale, in cui l’amore va in frantumi.

12) Free Bird, Lynyrd Skynyrd

Altro prezzo monumento della storia della musica, Free Bird è tratta dal primo album della band ‘Pronounced Leh-nèrd Ski-nèrd’ del 1973. Gli accordi, scritti dal chitarrista Allen Collins, all’inizio risultarono difficili da arrangiare, finchè un giorno Ronny Van Zant, cantante della band, ascoltando per l’ennesima volta quei giri, scrisse di getto testo e melodia. Successivamente, la canzone è stata dedicata alla scomparsa di Duane Allman, chitarrista della The Allman Brothers Band. L’assolo di chitarra è uno dei più lunghi svolti, è cambia ritmo rispetto alla parte iniziale del brano, diventando frenetico ed incalzante, irresistibile.

11) Corazon Espinado, Santana

Santana è uno dei chitarristi più bravi e famosi del mondo, e questo brano del 1999, tratto dall’album ‘Supernatural’ contiene uno degli assoli più celebri dell’artista. Inconfondibile, lo stile è il rock latino che contraddistingue Santana. Il brano parla di un uomo deluso, con il cuore spezzato da una donna; una sorta di richiesta di aiuto, alla ricerca di un modo per dimenticare e andare avanti. L’assolo, ripreso in più momenti, è sinuoso, affascinante, come la donna amata dal protagonista, ma trasmette al contempo la dannazione di quest’ultimo.

10) Back in Black, AC/DC

La canzone è tratta dal settimo album della band, primo senza l’iconico cantante Bon Scott, e pubblicato nel 1980. Questo brano, come tutti gli altri contenuti nell’album, trasmettono la tristezza e la rabbia provata dal gruppo dopo la scomparsa del loro cantante e front-man, e l’assolo, suonato dal celebre chitarrista Angus Young, sembra mostrare un incedere persistente, a voler significare la volontà di tornare a suonare, nonostante il lutto che li accompagnerà sempre. Dei suoni apparentemente aggressivi, ma pieni di dolore e voglia di rinascita.

9) Highway Star, Deep Purple

Questo è uno degli assoli che, personalmente, mi gasano di più. Brano del 1972, apre il sesto album della band, ‘Machine Head’. Questa canzone ha una storia particolare, infatti è nata su un tourbus diretto a Portsmouth nel 1971. Un reporter chiese a Ritchie Blackmore come nascevano le loro canzoni, e lui per dimostrarlo iniziò a suonare il riff di chitarra tanto noto, ed il cantante Ian Gillan improvvisò. Il brano venne completato in giornata e suonato al concerto la sera stessa. L’assolo è pura adrenalina, una corsa folle sulla macchina osannata nel testo.

8) Mr. Crowley, Ozzy Osbourne

Uno dei pezzi più cupi e contorti di Ozzy, Mr.Crowley (leggi l’articolo) fa parte dell’album ‘Bizzard of Ozz’ del 1980. E’ ispirata alla figura dell’occultista Aleister Crowley, esoterista e praticante della magia fra la fine dell’ottocento la metà del novecento. Ozzy, affascinato da questa figura particolare, decise di scrivere una canzone su di lui, influenzato anche dalla presenza in studio di un mazzo di tarocchi ideato dal Crowley. La chitarra suonata sapientemente dal compianto Randy Rhoads, è capace di captare l’inquietudine che trasmette il personaggio trattato, e l’assolo è perfetto, quasi mistico.

7) Little Wings, The Jimi Hendrix Experience

Forse la più celebre canzone di Jimi Hendrix, sembra contenere dentro di sé tutto lo spirito e la passione che il chitarrista voleva trasmettere al mondo. Brano del 1967, nell’album ‘Axis: Bold as love’, ha quel non so che di inafferrabile, anche perché contiene solo un brevissimo pezzo cantato, tutto il resto è virtuosismo puro. Il pezzo è un inno ad una musa ispiratrice, che lo aiuta e lo soccorre nei momenti difficili, eterea come tutta la composizione. Il suono delle campanelle accompagnano l’assolo, che sfuma, inafferrabile anche lui. 

6) Sultan Of Swing, Dire Straits

Canzone debutto della famosa band britannica, Sultan of Swing, pubblicata nel 1978 nell’album ‘Dire Straits’, ha dietro di sé una storia molto particolare: il chitarrista, Mark Knopfler, una volta si ritrovò ad assistere ad un concerto di una band sconosciuta ed abbastanza mediocre. Il pubblico, composto da pochissime persone, non prestò attenzione per il povero gruppo di suonatori, che decise di accorciare la scaletta. A fine concerto si congedarono presentandosi come i ‘sultani dello swing’. Da questa affermazione, Mark ebbe il colpo di genio: scrivere un testo su un gruppo londinese che si esibisce per il puro piacere della musica, infischiandosene della popolarità. L’assolo di Knopfler è uno dei più famosi ed apprezzati nel panorama musicale, grazie ai sui virtuosismi ed al fingerpicking, capace di trascinare e capovolgere il finale della canzone. 

5) Hotel California, Eagles

Una delle canzoni più celebri della band, viene pubblicata nel 1977 nell’omonimo album. (leggi l’articolo) I significati di questa canzone sono molteplici, dalla descrizione della decadenza dell’industria musicale californiana di fine anni 70, in preda ad alcool e stupefacenti, alla caduta del sogno dell’America Nuova, portato avanti dai Figli dei Fiori, culminato nel 1969 a Woodstock e poi scemato via via. Ma a rendere unico il brano è l’assolo di Don Felder, a tratti inquietante, con una nota amara, ma irrimediabilmente caldo e travolgente, come la California.  

4) Bohemian Rhapsody, Queen

Ci avviciniamo alla top 3 di questa classifica, ma prima, bisogna fare i conti con una (o forse La) band conosciuta a livello globale: i QueenBohemian Rapsody, singolo estratto da ‘A Night at The Opera’ del 1975, è eccentricità pura: il significato non è certo, alcuni pensano che il testo sia solo un accompagnamento alla parte musicale, molti credono che sia la dichiarazione dell’omosessualità di Freddie. Ma, significati a parte, a farla da padrona qui è l’armonia degli strumenti, ed i generi che si intrecciano, per arrivare all’assolo magistrale di Brian May. Pieno di carica, energia, fa venire la pelle d’oca, fa salire dallo stomaco un ‘Mama mia’ spontaneo e stupefatto dalla bellezza di questo solo. Poesia. 

3) Eruption, Van Halen 

Considerato uno degli assoli di chitarra più belli della storia, alla terza posizione troviamo Eruption dei Van Halen. Una traccia strumentale di 1.42 secondi contenuta nell’album ‘Van Halen’ del 1978, ma contenente l’essenza di Eddie Van Halen. Il brano è noto per aver portato il tapping a due mani nel rock mainstream, sconvolgendo per sempre il modo di suonare la chitarra; un assolo che ha fatto da maestra agli artisti futuri. 

2) Comfortably Numb, Pink Floyd

Secondi in questa classifica, ma non nel mio cuore, i Pink Floyd hanno segnato per sempre la storia della musica con uno degli assoli di chitarra più  belli di sempre. Ok, forse sono un poco di parte, ma è innegabile che la maestria di David Gilmour in questo brano raggiunga livelli celestiali. (leggi l’articolo)

Brano del 1979, pubblicata nel celebre album The Wall, ha come tema principale l’incomunicabilità. E’ un connubio di nostalgia e dolore, è l’insofferenza del protagonista che viene anestetizzato prima di salire sul palco. Ad evidenziare l’insensibilità e al contempo la voglia di rinascere che trasuda il testo, c’è l’assolo, ultima parte del brano, preceduto da un crescendo di batteria, chitarra e violini: poi arriva, irrequieto e vivo, si contorce e cerca di esprimere tutta l’inadeguatezza che il protagonista prova, tutto il dolore e la sconfitta. Lascia un amaro in bocca, ma non si può fare a meno di commuoversi e stupirsi sempre di fronte ad un assolo cosi monumentale. 

1) Stairway to Heaven, Led Zeppelin

Siamo giunti al primo posto di questa top 15, con l’assolo che viene considerato dalla maggior parte degli ascoltatori, il più bello della storia della musica. Questo pezzo del 1971 contenuto nell’album ‘Led Zeppelin IV’ ha una storia misteriosa, non si comprende in pieno il significato del testo; certo è che Robert Plant prese ispirazione da molte opere, infatti ha citazioni che vengono dalle Sacre Scritture e dal libro ‘Magic Arts in Celtic Britain’ di Lews Spence. 

Stairway To Heaven (leggi l’articolo) è il brano che ha consegnato i Led Zeppelin alla memoria culturale, complice il monumentale assolo eseguito da Jimmy Page. L’assolo viene preceduto da un graduale crescendo verso un genere più rock, per poi arrivare a un tripudio di virtuosismi, capaci di coinvolgere e quasi stordire l’ascoltatore. Arrivati all’ennesimo ascolto di questo brano, non ci si capacita ancora di come possa essere un prodotto terreno.

— Onda Musicale

Tags: Ritchie Blackmore, David Gilmour, Led Zeppelin, Black Sabbath, Brian May, Robert Plant, Comfortably Numb
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