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Edoardo Bennato: il menestrello del rock italiano

Di titoli ne possiamo scrivere tanti, ma il cantautore di cui vi voglio parlare oggi per me è il primo vero Rocker Italiano. Nel nostro paese e non solo,la musica dominante negli anni 70 è cantata esclusivamente in lingua inglese, quindi risulta  difficile pensare ad un rock che utilizza la lingua di Dante.

Per fare una citazione, nel testo di Musica Ribelle di Finardi del 1976: … la musica non è male quello che non reggono sono solo le parole..., rende bene l’Idea. In quel periodo tutti pensano che un testo Italiano in chiave pop/rock se non ti chiami Mogol  è difficile anche solo immaginarlo. Il vento cambia proprio grazie alla grinta di personaggi come il buon Edoardo Bennato.

Fin dal trio con i due fratelli Giorgio ed Eugenio si capiva che  Edoardo poteva dare molto alla musica. Lo capisce infatti da subito Vincenzo Miocci, all’epoca direttore artistico della Ricordi che nel 1965 lo mette sotto contratto con una sua etichetta la Prade, fondata insieme a Carlo Rossi ed Ennio Morricone. Con quella etichetta Edoardo Bennato incide il primo 45 giri, Era solo un sogno/Le ombre,nel 1966. Il Disco non ottiene il successo sperato, quindi  si trasferisce a Milano dove è iscritto alla facoltà di Architettura continuando però a mantenere vivi i contatti con il mondo della musica. Herbert Pagani noto  conduttore di Radio Montecarlo si interessa alla musica scritta da Bennato e dalla loro collaborazione vengono fuori alcuni brani come:  Cin Cin  con gli occhiali, Ahi Hawai Fiore bianco, tra il 1968 e il 1970, incise  da Pagani. Dopo il successo come autore scrive la musica di molte canzoni per vari artisti come i formula 3 e Bruno Lauzi, i testi sono spesso scritti da Mogol, ma le cose stanno per cambiare ed ecco che arriva uno dei personaggi chiave del racconto, si chiama Alessandro Colombini.

Colombini è il produttore discografico che dopo aver lavorato con Battisti e Mogol litiga con quest’ultimo e passa alla Ricordi. Il nostro menestrello  nel frattempo si laurea e si trasferisce  in Inghilterra, dove fa nuove esperienze musicali e quando ritorna a Milano, nel 1973, incide il primo album si chiama Non Farti Cadere le Braccia, prodotto proprio da Alessandro Colombini, che viene citato ironicamente nella canzone Rinnegato “…a mia discolpa cito Sandro Colombini, che ha trafficato spesso con gli americani insieme al  fratello Eugenio “… Eugenio dice che sono un rinnegato, facendo una vera fotografia del momento storico, il nuovo contro il classico.

Nonostante l’album sia un fiasco dal punto di vista commerciale, tanto che il direttore della Ricordi lo invita ad abbandonare la musica, riscuote un grande consenso nell’ambiente e si apre  un varco in trasmissioni radiofoniche come Per voi Giovani ed Alto Gradimento.

La storia è fatta. Arriva  il trionfo dei grandi cantautori, le radio libere cominciano a trasmettere musica che rompe gli schemi classici, improvvisamente molti cantanti, musicisti e gruppi, liberi dai vincoli “mogoliani” e “sanremesi”, cominciano a sviscerare le nuove forme canzone per lo più impegnate, aprendo la strada alla sperimentazione. Così nuovi generi come Il Progressive, nato alla fine degli anni 60 e il rock non sono più cosi inavvicinabili per la lingua italiana. A mio giudizio senza questo passaggio non ci sarebbe mai stato nessun “Rocker” italiano, nessun Vasco, nessun Ligabue.

Pensate per esempio, che solo tre anni dopo Lucio Dalla, si libera del paroliere Roberto Roversi, cominciando a scrivere personalmente i testi delle sua canzoni, alcune delle quali sono le più belle della storia della musica Italiana, oppure ancora, gruppi come la PFM,  che alla fine degli anni 70 fanno diventare Fabrizio De Andrè una vera Rockstar, risolvendo il problema Testo/Musica del  Rock italiano una volta per sempre, ricordo ancora che nello storico album live del 79, Fabrizio de Andrè viene citato ironicamente come “quello che scrive i testi”  e vi sto parlando del più grande cantautore Italiano.

Il cambio di visione verso la musica, il modo di scrivere e cantare è sicuramente una bomba che esplode in quegli anni, innescata da musicisti e cantautori come Edoardo Bennato che, per me, rimane uno dei  padri di tutto questo. Non sto qui a farvi la lista degli album e dei brani di successo da lui pubblicati fino ad oggi, che comunque sono 20 in studio e 9 live e per chi non lo sapesse è stato il primo a riempire uno stadio, durante il famoso concerto di San Siro dell’estate  del 1980.

Insieme al fratello Eugenio scrive La realtà non può essere questa, il brano del 2020 dove si parla  del brutto periodo legato alla pandemia che stiamo vivendo.

Edoardo Bennato

Il 20 Novembre 2020 esce Non C’è, il nuovo disco anticipato dal singolo che da il titolo all’album, doppio vinile che contiene 23 tracce oppure nella versione CD da 20 tracce. Otto brani sono inediti, mentre gli altri sono pezzi di repertorio riarrangiati. Il disco vede la collaborazione di Clementino, Morgan ed Eugenio Bennato ed è stato realizzato a Napoli, in una realtà piena di contraddizioni ma come sempre grande ispiratrice.

Lo show finisce qua per il momento e consacra ancora una volta il grande EDO che sul palco, all’età di 74 anni, non sfigura di fronte a nessuno.

Tu non sei un comune mortale

A te non è concesso barare

Tu sei un, oh oh cantautore

— Onda Musicale

Tags: Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Edoardo Bennato
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