Recensioni e Interviste

La Differenza: recensione di “Il Tempo Non (D) Esiste”

Avete presente la musica italiana? Ovviamente sì, ma se cercassimo di comprenderne meglio le sue varie sfumature riproponendone alcuni brani e cambiando un po’ le cose?

Ecco, ad occuparsi di questo sono Fabio (voce, chitarra e piano), Jakka (tastiere e sequenze), Mattia (chitarra), Davide (batteria) e Francesco (basso) ovvero La Differenza. La band è ormai giunta al suo quinto album, Il Tempo Non (D) Esiste, e per questo suo traguardo ha optato per una curiosa combinazione, ma diamoci un’occhiata più nello specifico:

Tiro a campare: un’armonica ed un’atmosfera malinconica di tintinnii sono i punti cardine di questa versione del pezzo del bluesman partenopeo per eccellenza, il mitico Edoardo Bennato. Una cover che Bennato rende ancora più convincente mettendoci la sua armonica, la sua chitarra e la sua voce senza tempo!

Passione, sentimento ed una bravura non da poco sono invece i punti cardine per La Differenza che ormai sa come catturare l’attenzione dell’ascoltatore

Trappole: dal napoletano ora ci si sposta verso il milanese con una cover di Eugenio Finardi tratta dal suo omonimo album del 1981, album per il quale si avvalse della collaborazione del quinto Pooh Valerio Negrini.

I giri si snodano eleganti e labirintici mentre la voce di Fabio Falcone si fonde alla perfezione con quella dell’artista milanese, special guest per la sua stessa canzone, mentre sotto di loro si ode il mormorio dell’elettronica che conferisce al brano un tocco decisamente originale ed azzeccato.

Sole spento: fino ad ora le prime due cover riflettono bene la versione originale, ma cosa succederebbe se si volesse cambiare leggermente le carte in tavola? Il rock dei Timoria diventa qui un reggae misto a sonorità alternative con lo special guest Omar Pedrini, voce e chitarra dei Timoria assieme a Francesco Renga.

Sicuramente è una canzone che un po’ tutti quelli che bazzicano il rock nostrano hanno sentito almeno un paio di volte, ma devo dire che un riascolto non fa certo male, con una versione così accattivante poi! Non ve ne pentirete.

Molecolare: sei il mio flusso molecolare è il mantra da imparare per questo unico inedito che vede La Differenza lavorare con Davide Di Maggio, collaboratore dei Sugarfree per la loro hit Cleptomania.

È uno di quei brani che ti entrano dentro e che ti fa venire voglia di riascoltarlo più volte anche se la tematica, la disperazione per una donna, non è certamente tra le più allegre, ma le canzoni così sofferte non sono forse anche le più vere?

Io ti cercherò: la famosa canzone di Ron si può tranquillamente annoverare tra i classici della canzone italiana ed è ovvio che il pezzo si presti a non poche interpretazioni diverse. Qui è il caso di una versione altalenante tra una timida ballad ed un rock senza fronzoli.

Fortuna che non era niente: dalla tenerezza di Ron si passa ad un pezzo più blueseggiante firmato da Alex Britti che qui partecipa con la sua voce e, naturalmente, la sua inconfondibile chitarra per una versione meno acustica rispetto all’originale, ma che non ha nulla da invidiare a quest’ultima!

Non farò mai quello che vuoi: se si pensa alla canzone italiana spesso viene naturale pensare a canzoni d’amore, sonorità pop, argomenti leggeri e così via, ma non va certo dimenticato il rock demenziale ed i suoi portabandiera per eccellenza, gli Skiantos!

Qui synth e chitarre elettriche celebrano al meglio uno dei pezzi tratto da quel fantastico album che è Kinotto, terzo album dello storico gruppo bolognese, per un risultato davvero non male. Chissà cosa ne direbbe il compianto Freak Antoni.

Se mi vuoi: chi non ha mai sentito nominare Tony Cicco (Formula 3, Lucio Battisti, Pino Daniele) con la sua “Se mi vuoi”? Bene, qui il brano viene posta in una fantastica versione moderna di rock elettronico.

Tra synth distorti ed intermezzi clean questa volta Falcone duetta con lo stesso Cicco azzeccandone un’altra di fila!

Oh! Oh! Oh!: tralasciamo per un po’ le sonorità più classiche e morbide della canzone italiana per passare allo scanzonato successo di Faust’O, Fausto Rossi, con l’aiuto del cantautore Alberto Fortis. Folle, insensato, imprevedibile, che aspettate ad ascoltarlo a tutto volume?

È tardi: rimaniamo sempre in ambito cantautoriale e prendiamo questo successo degli anni ’80 di Garbo aggiungendoci un’attitudine decisamente più rock con vaghe citazioni di surf music.

Le Louvre: rimanendo sempre negli anni ’80 è innegabile pensare alla strapotenza della disco music italiana e straniera le cui note allegre ed i ritornelli accattivanti risuonavano in molti locali.

Tra le artiste vi era anche Diana Est, all’anagrafe Cristina Barbieri, per la quale Enrico Ruggeri, qui partecipe con la sua voce, che cantava questo pezzo disco che quelli della mia generazione ricordano per la versione di Prezioso e Marvin. La cosa bella è che questo brano conclusivo è praticamente un pezzo jazz, insomma, non me l’aspettavo proprio da una canzone come questa!

In conclusione, che dire di questo disco? È un album che mi sembra più giusto definire un disco di fantastiche rivisitazioni che di mere cover. La cosa che colpisce, oltre alla bravura di tutti i componenti de La Differenza, è la scelta dei brani e degli artisti coinvolti.

Magari meno noti, o comunque meno citati, ma il risultato non cambia. Ora, se permettete, me lo riascolto un’altra volta!

Vanni Versini

— Onda Musicale

Tags: Lucio Battisti, La Differenza, Pino Daniele, Pooh, Francesco Renga, Eugenio Finardi, Omar Pedrini, Edoardo Bennato, Alberto Fortis, Ron, Vanni Versini, Alex Britti, Timoria, Enrico Ruggeri, Skiantos
Sponsorizzato
Leggi anche
Stefano Magnani: intervista con uno dei più grandi conoscitori dei Pink Floyd
Intervista alla cantautrice Maria Lapi: “Il mare è il mio rifugio e lo cerco in continuazione”