Recensioni e Interviste

Intervista alla cantautrice Maria Lapi: “Il mare è il mio rifugio e lo cerco in continuazione”

Maria Lapi nasce e vive a Milano, ma i suoi colori e un amore smodato per il mare tradiscono le sue origini pugliesi. Canta senza fermarsi mai fin da piccola, poi imbraccia una chitarra acustica e si ritrova delle canzoni nella testa, senza averle cercate.

Comincia a suonare dal vivo accompagnata da tanti musicisti incontrati nel suo percorso nella musica, e tra le persone incontrate nel suo percorso c’è anche Mattia Panzarini, che produce il primo disco di Maria con la casa di produzione Effettonote. Il disco, “Ignote melodie”, esce nel 2010, e il nome di Maria comincia a farsi spazio nell’ambiente musicale.

Le sue canzoni racchiudono tutte la sfumature che vivono in Maria, il suo passo metropolitano ma che allo stesso tempo indugia nella lentezza del sud, il suo bisogno di concretezza che non può vivere lontano da un disordine creativo che è linfa vitale, l’incedere leggero ma allo stesso pensoso delle sue note.

L’abbiamo contattata per rivolgerele alcune domande.

Chi è, in poche parole, Maria Lapi?

“Sono una inguaribile sognatrice coi piedi per terra, una donna che si scaglia contro al disincanto nonostante tutto. Una milanese dal cuore pugliese, in me convivono ordine e disordine, socievolezza e timidezza, curiosità e indolenza, chiariscuri e contraddizioni in divenire costante, che mi portano a dire, in definitiva, che io sono questo e il contrario di questo.”

Come, e quando, ti sei avvicinata alla musica

“Da piccolina i miei genitori hanno desiderato che io imparassi a suonare il pianoforte, e mi hanno fatto studiare diversi anni.. Io oggi mi mangio le mani perché non ho ascoltato le parole di quel maestro gentile, ma forse troppo anziano per capire che una bimba cerca il gioco nella musica.Nel frattempo, io ho sempre cantato, era ed è sempre stato il mio modo di comunicare più autentico..finchè poi ho imbracciato la chitarra a dodici anni, per accompagnarmi, e non l’ho più lasciata.”

Chi sono i tuoi artisti di riferimento o, comunque, quelli da cui trai ispirazione?

“Questa domanda mi  mette sempre un po’ in difficoltà, perché non riesco mai a scegliere qualcuno da citare. Nel tempo il mio gusto musicale ha scelto mondi diversi, anche se posso dire che subisco il fascino soprattutto delle sonorità acustiche. Adoro mostri sacri come Paolo Conte e Lucio Dalla, che sanno raccontare la realtà facendone arte. Ammiro e ascolto tanto anche cantautori attuali come Silvestri, Brunori Sas, Venuti, Bersani. Non prediligo un genere in particolare, spazio da Ani di Franco a Jamie Cullum, da Ella Fitzgerald a Jeff Buckley, da Cassandra Wilson a Seal. MI piace il jazz, il rock, il funky, mi piace tutto ciò che mi emoziona o che mi diverte. Mi piacciono le voci che si riconoscono per il loro colore, mi piace chi fa arte con semplicitá, mi piace chi con la musica mi regala brividi o viaggi o sogni o invenzioni, mentre non amo la musica che si aggroviglia sui virtuosismi o su un’introspezione verbosa o pesante, che nella musica trova uno sfogo, ma senza vestirsi d’arte.”

Ci parleresti un po’ del tuo nuovo album “Tra me e il mare” in uscita a settembre? Che cosa rappresenta per te?

“La musica è il mio luogo magico, è lo spazio in cui mi sento me stessa nel modo piú autentico. Tra me e il mare raccoglie canzoni scritte in questi ultimi anni, fotografando diversi momenti, frammenti di vita, lacrime e sorrisi, il tutto permeato dalla leggerezza che io cerco nei miei passi,  quella leggerezza che non è un difetto ma un valore. Perché è una conquista.”

I testi delle tue canzoni si ispirano alle tue origini pugliesi. Quanto sei legata alla tua terra e quanto realmente ti ispiri ad essa nella tua musica?

“In realtá l’unica immagine davvero legata alla puglia è quella dei limoni del brano Bucce di limone, i limoni gialli e profumati della casa dei miei genitori… per il resto il mare che racconto cosi spesso tra le mie canzoni è il mare che ho respirato nei luoghi piú disparati, il mare della Liguria, della Sardegna, della Thailandia… ma soprattutto il mare per me è il mio rifugio, dove la musica sia libera di volare, il mio acquario dove niente e nessuno possono dirmi cosa essere.”

Pensi di fare un tour per promuovere il disco?

“Passo dopo passo, partendo dalla promozione del disco del 21 ottobre a Milano,  cercheró di portare  il mio mare  in tutti i luoghi e in tutti i laghi.”

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Non saprei… la distanza tra me e il mare è sempre troppa… diciamo che voglio diventare ciò che sono.”

— Onda Musicale

Sponsorizzato
Leggi anche
La Differenza: recensione di “Il Tempo Non (D) Esiste”
Recensione di “Misplaced Childhood” dei Marillion