Recensioni e Interviste

Gianluigi “cabo” Cavallo: intervista all’ex cantante e chitarrista dei Litfiba

Cabo, al secolo Gianluigi Cavallo, è tornato finalmente dopo 4 anni di lungo silenzio, per la gioia di tutti gli amanti del vero rock made in Italy.

E' stato il chitarrista e il cantante dei Litfiba dal 1999 al 2006 e durante la sua permanenza nella band ha firmato molti testi e musiche di quel periodo. Il suo soprannome "cabo" deriva dall'abbreviazione della parola spagnola caballo

Il suo nuovo singolo è una possente boccata d’aria fresca nel panorama musicale italiano, una vera esplosione di energia e di passione per il rock. “DI QUESTO MONDO” primo estratto del nuovo album (leggi l'articolo) è adrenalina pura al 100% senza compromessi e senza pose. Eleganza, rabbia, energia, arte e cultura, si distendono con forza nelle liriche, cogliendo il meglio dall’immaginato, vissuto e ascoltato. Un mix incandescente di energia, emozioni e chitarre roventi, capace di lasciare senza fiato al primo ascolto.

Lo abbiamo contattato e gli abbiamo fatto qualche domanda.

 

Cantante, chitarrista, compositore, scrittore, produttore. Come ti definiresti in poche parole?

"Mi definirei una persona curiosa, un semplice esploratore."

 

Inizi a lavorare come programmatore informatico ma la passione per la musica ti accompagna sin da ragazzo. Ricordi quali sono stati i musicisti o le band che accoltavi?

"Le mie due passioni principali, sono nate quasi insieme avevo 12 anni e programmavo computer e suonavo in piccole band. Tutto inizia con quello che scopri intorno a te… I dischi di mia madre e mia zia – ci spiega Cabo – hanno sicuramente dato il via. avevo 9 anni e inizia a scoprire, ELvis, Chuck Berry, Little RIcheard, Jerry Lee Lewis.. il primo Rock n Roll… da li ho  cercato di sfamare la mie sete di emozioni musicali verso molteplici direzioni Ac-Dc, Led Zeppelin, Motley Crue, Beatles, Police, e molti molti altri."

 

Dopo qualche esperienza come speaker e DJ formi una cover band rock. Cosa ricordi di quel periodo?

"Un periodo di fortissima esplorazione e scoperta. In realtà non era una cover band, siamo solo nel 1994… Si Chiamava VooDoo Clan, l’idea era quella di rivisitare in chiare blues/Rock pezzi Pop/Dance… in quel periodo lavoravo nelle discoteche come e quindi trovavo interessante cambiare il vestito di alcune canzone pop/dance per riproporle in chiave più… robusta. Infatti – continua cabo – i miei primi esprimenti come produttore discografico furono proprio di questa natura : dj Cavallo  – Brooklyn 1994 > Campioni dei beasty Boys, ho risuonato il Riff di You really got me now versione van Halen. (link) Oppure INDYANA  – A Say Baby (Riff di Chitarra Rock e base Dance – link)"

 

Nel 1999 entri nei Litfiba. Ricordi in che modo è avvenuto il tuo ingresso?

"Nel 1994 decisi che volevo comporre il mio primo album rock italiano. Inizia a registrarlo nel mi o Home studio dell’epoca con un registratore digitale a 4 tracce… suonai tutti gli strumenti da solo, e terminai nel 1996 e ne usci il mio primo album demo dal Titolo “il Patto” che conteneva 16 pezzi, duplicai 20 cassettine con tanto di copertina fatta da me e inizia a cercare “qualcuno” che le producesse…. Da li nel 1997 incontrai Pirelli, allora manager dei Litfiba, il quale rimase impressionato dal mio lavoro e mi chiese di produrre un disco solista con lui. Inizia a registrare a Firenze e li conobbi molti musicisti tra cui anche Ghigo e gli altri della band. Nel 1999 Ghigo e Pirelli mi chiesero se volevo entrare nel progetto Litfiba. Credo di ricordare che la mia risposta fu SI !"

 

Quali sono le ragioni della tua uscita dai Litfiba (annunciata al pubblico con una Email)?

"Esattamente quelle che ho scritto nella Email. In estrema sintesi, le nostre attitudini artistiche (mie e di Ghigo) non collimavano più. Quindi sarebbe stato stupido ed inutile continuare a lavorare insieme quando non sei d’accordo su arrangiamenti, melodie, ecc.ecc."

 

In seguito formi la band Il Nero e insieme pubblicate un disco dal titolo E=MC2. Che cosa ti aspettavi da quella produzione musicale e, dal tuo punto di vista, il disco è stato apprezzato dalla critica?

"IlNero è stato un progetto che ho sempre desiderato fare. Un esperimento “sociale” che mi ha sempre affascinato: unire persone non professioniste e provare a metterle in gioco in un progetto che ambiva ad essere professionale. Io ero fermo da 9 anni… e volevo davvero tornare a capire il senso del ricominciare da capo. Quindi esperimento riuscito e concluso, a prescindere dalle critiche più o meno favorevoli o dalle aspettative."

 

E’ in uscita un nuovo singolo, primo estratto del nuovo disco. (leggi l'articolo) Che cosa puoi anticipare al riguardo?

"Su YouTube ho già pubblicato 2 singoli del nuovo album Base Ribelle e su sound cloud un anteprima di 40sec. delle 12 tracce contenute… la più bella definizione che ho sentito sul  mio lavoro è stata: questo album picchia come i fabbri dell’inferno. Mi piace."

 

Il disco è stato realizzato insieme a tuo figlio Zeb. Che sensazione è lavorare con il proprio figlio e pensi che sia una sorta di “passaggio del testimone?

"Credo che sia una sensazione difficilmente trasferibile, un magia splendida. Non credo nei passaggi di testimone ma solo nell’ispirare i futuri testimoni, mostrando il meglio e il peggio di noi, durante le nostre esplorazioni… di questo mondo."

 

Che programmi hai per il futuro?

"Davvero non lo sai ? ESPLORARE, SCOPRIRE, IMPARARE… Sempre."

 

Stefano Leto 

— Onda Musicale

Tags: Intervista, Litfiba
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