Recensioni e Interviste

Intervista a Pino Calautti, presidente dell’associazione “Aspettando Godot”

“Cerca di diventare non un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore”, affiderei così, a questa frase attribuita ad Albert Einstein, l’introduzione a questa bella intervista fatta a Pino Calautti, presidente dell’associazione culturale e musicale “Aspettando Godot”.

Sono parole che mi ricordano Pino, quell’uomo che solitamente se ne sta in disparte, ad osservare da lontano, le centinaia di persone che entrano ai concerti organizzati da lui e dai volontari della sua associazione.

Pino Calautti è un uomo semplice, umile, un po’ pensieroso, educato, a volte scherzoso, che esprime, con il suo modo di fare e le sue parole, un meraviglioso e naturale rispetto, coltivato nei confronti dei musicisti, della musica, e delle persone in genere.

È una bella cultura di vita la sua, lui che tende a dare fiducia alle persone anche se non le conosce, lui che non si aspetta nulla in cambio, lui che se può ti dà una possibilità a prescindere da ogni cosa, da ogni tornaconto personale. Ci sono poche persone così.

Pino Calautti ha conosciuto alcuni dei più famosi cantautori e musicisti della scena nazionale perché l’associazione“Aspettando Godot” in 10 anni di attività ha organizzato moltissimi concerti di grandi artisti tra i quali Eugenio Finardi, Angelo Branduardi, Fabio Concato, Eugenio Bennato, Marco Ferradini, Claudio Lolli, Francesco Baccini, Alberto Fortis, Goran Kuzminac, Paolo Capodacqua, Flaco Biondini, solo per citarne alcuni.

Sostanzialmente l’attività annuale dell’associazione si concentra in due rassegne importanti, la “Rassegna d’Autore e d’Amore” che si tiene in agosto a Bordighera e la “Rassegna Storica e nuova Canzone d’Autore” che si tiene in novembre a Ferrara.

Entrambi gli eventi, che durano più giorni, hanno come scopo la valorizzazionee la tutela culturaledella Canzone d'Autore Italiana, da quella storica a quella più recente, con particolare attenzione alle sue radici culturali più autentiche e incontaminate, come cita il sito ufficiale dell’associazione www.aspettandogodot.it  

Pino non ama le interviste e non ama tanto mettersi in luce, ho dovuto un po’ insistere ma alla fine si è convinto.

Ecco l’intervista:

 

Quando e come è nata l'Associazione “Aspettando Godot”?

Ufficiosamente è nata nel 2010, quando il sottoscritto (Pino Calautti n.d.r.) decise di realizzare in diverse regioni italiane alcuni ‘Raduni Concerto’ con l'artista che amavo di più, il grande Claudio Lolli. Non sapevo nemmeno  da che parte si cominciasse. Andai allo sbaraglio, non si trattò di coraggio ma di autentica incoscienza.  Creai nei social – ci racconta Pino Calautti – un gruppo denominato ‘Rivogliamo Claudio Lolli al Club Tenco’ e da quella piattaforma nacque il ‘Primo Raduno Concerto nazionale con Lolli’. Fu realizzato a Campiglia (Livorno). Giunsero ‘Lolliani ‘ da tutte le parti, in tantissimi non riuscirono neanche  ad accedere al Teatro. Fu un sold out davvero inaspettato, anche Claudio era contento in quella lontana sera. Ufficialmente l'associazione fu fondata l'anno dopo, nel 2011”.

 

Perché la vostra missione é quella di valorizzare e tutelare a livello culturale la Canzone d'Autore Italiana?

Missione mi sembra un termine esagerato. Diciamo che dopo aver realizzato alcuni concerti con Claudio Lolli mi venne in mente di organizzare una rassegna musicale denominata ‘Storica e Nuova Canzone d’Autore' la cui prima edizione -prosegue Pino Calautti – venne realizzata a La Spezia, e tutte le successive a Ferrara. L'intenzione era quella di di riunire alcuni cantautori ‘Storici’, attingendo particolarmente tra quelli relegati un po' a margine dal cambiamento dei tempi e delle tendenze musicali. La tutela culturale è dedicata proprio a costoro, non certo a quelli baciati poi dalla gloria, dal denaro e dal successo, che magari volevano cambiare il mondo, e sono poi riusciti a cambiare efficacemente solo il loro conto in banca..”.

 

Ci racconti un po' della tua vita? Hai un passato in ambito musicale?

“Dubito che la mia vita possa interessare a qualcuno. Sono un appassionato di ‘certa musica’ come tanti. In anni lontani anch’io scrivevo e cantavo canzoni. Partecipai pure ad un paio di prologhi alla Rassegna Tenco negli anni '70. Dicevano che ero bravino, ma il primo a non crederci ero proprio io.. In un momento di crisi personale, progressivamente appesi ad un chiodo tutto quello che c'era da appendere, anche la chitarra e i testi che scrivevo. Non ero proprio tagliato per ‘giocare a fare il cantautore’ !“

 

Sei un uomo fortunato, hai conosciuto molto bene alcuni dei più grandi cantautori della storia della musica italiana. C'é qualcuno tra di loro che ti ha colpito maggiormente e per quale motivo?

“Questa è una domanda pericolosa… La successiva conoscenza personale avviata con diversi grandi cantautori che avevo sempre mitizzato, in alcuni casi si trasformò in una delusione cocente.  Scoprii in definitiva l'acqua calda, perché dietro ogni artista c'è un essere umano che spesso si rivela ben al di sotto della sua sublime arte. Certo, vi sono anche quelli con i quali la conoscenza personale non è stata traumatica. Inutile citarli tutti, la lista è lunga, – prosegue Pino –  ma se proprio mi chiedi un nome che mi ha  colpito particolarmente per la sua profondaumanità e comprensione verso le difficoltà della nostra associazione 'Aspettando Godot', cito Eugenio Bennato. Rammento che ad una nostra rassegna di Bordighera di alcuni anni fa, in un momento in cui facevamo fatica a far fronte alle richieste di accoglienza di diversi artisti che pretendevano trattamenti extralusso, Eugenio mi disse queste testuali parole: ‘Non preoccuparti Pino, qualunque albergo va bene, per mangiare ci basteranno qualche pizzetta e alcune focaccette’. Lo stesso, grandissimo e umanissimo, Goran Kuzminac mi diceva: ‘Tranquillo Pino,  un panino con la mortadella e una branda per dormire sono più che sufficienti’.  E' raro trovare artisti a cui importi davvero qualcosa delle difficoltà e sacrifici che si nascondono dietro le quinte di 'Aspettando Godot', ma per fortuna alcuni ci sono stati e spero vi siano ancora. L'incontro più traumatico – ci spiega Pino Calautti – è stato invece quello con una grandissima artista (donna) di cui non faccio il nome, sempre a Bordighera, la quale non contenta del ristorante (di qualità) con noi convenzionato, decise arbitrariamente di andare a cenare a mezzanotte in un albergo extralusso con in suoi musicisti. Morale, ci presentarono un conto di circa 550,00 euro per 4 persone. Fu un autentico insulto alla nostra dignità e alle nostre difficoltà. Per concludere, a fine concerto l'artista in questione, pur di sottrarsi all'abbraccio dei sui tantissimi fans, se la svignò sotto scorta da un uscita laterale. Con questi aneddoti potrei andare avanti per ore, ma ti ho già annoiato abbastanza e mi fermo qui”.

 

Quali sono i valori aggiunti alle canzoni composte da cantautori come Fabrizio De André, Francesco Guccini, Claudio Lolli, Claudio Rocchi e dagli altri non meno famosi e bravi con i quali hai avuto modo di collaborare?

“Qui faccio davvero fatica a risponderti. Provo ad ipotizzare una ‘strana e affascinante energia’ nelle loro canzoni che riflettono un tempo felicemente contaminato da altrettante meravigliose energie, un tempo che ormai non c'è più. Nella Storica Canzone d'Autore esiste un campo vibrazionale misterioso ed irripetibile, che giunge anch'esso da lontano. La mia risposta è alquanto approssimativa, ma non mi viene in mente altro”. 

 

Alcuni dei nostri cantautori famosi non hanno mai partecipato al Festival di Sanremo. Secondo te perché? Hanno fatto bene?

“In effetti, diversi grandi cantautori (Guccini e De Andrè in primis) non hanno mai voluto partecipare al Festival di Sanremo, mentre altri invece ci sono andati di corsa.  Il perché bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati. Suppongo sia stata una scelta di vita; forti del loro grande seguito da parte di un pubblico che spesso mal si amalgama con quello che abitualmente segue il Festival, hanno deciso di non deluderlo per l'effimera gloria (anche se ben remunerata) di una partecipazione al Festival. Ma è solo un’ipotesi..”.

 

“Rivogliamo Claudio Lolli al Club Tenco”. Cosa ti ricorda questa frase?

“Mi ricorda il fatto che l'associazione 'Aspettando Godot' fu la prima in assoluto nei social a contestare al Club Tenco il lunghissimo boicottaggio rivolto a Claudio Lolli. Fu una contestazione anche molto efficace, – aggiunge Calautti – smosse acque che nessuno si azzardava a smuovere. Mi colpì molto l'atteggiamento di diversi giornalisti sedicenti ‘Lolliani’ che non appoggiarono assolutamente la protesta, per non giocarsi le simpatie della  ‘Lobby’ (Claudio Lolli l'aveva definita così) del Club Tenco. La Targa Tenco infine ‘elargita’ a Lolli nel 2017, non ripagò dei lunghissimi anni di oscuramento  totale rivolti ad uno tra i più grandi cantautori italiani di sempre”.

 

In ambito musicale, la cosiddetta logica del profitto è riuscita a far dimenticare ai discografici quella parte importantissima del loro lavoro che dovrebbe essere dedicata alla ricerca del talento?

“Penso che l'industria discografica abbia smesso da tempo di ricercare il talento. Oggi viene preconfezionato a tavolino un prodotto idoneo alla vendita, con tanto di look, a volte  da circo equestre, e rifilato soprattutto ai giovani, maggiormente condizionabili dalle imposizioni del mercato, soprattutto con l'avvento di Internet e dei Social Network”.

 

Quali sono i programmi futuri dell'associazione?

“Per il momento, in questo 2020, rimaniamo assestati sulle nostre consuete Rassegne che si snodano tra Bordighera (in Estate) e Ferrara (in Autunno), che possono contare su un folto seguito di appassionati. Abbiamo qualche perplessità sulla possibilità di poter continuare il nostro percorso a Ferrara anche quest'anno (si tratterebbe della 9 edizione). Speriamo che la nuova amministrazione comunale manifesti l'intenzione di sostenere ancora la nostra Rassegna e che la ritenga degna di un adeguato supporto istituzionale. Al momento, la vedo dura, durissima… Noi non abbiamo grandi sponsor, possiamo contare su migliaia di appassionati che ci danno fiducia da diversi anni. Non siamo affatto bravi ad 'ungere le ruote'  di qualche politico né a bussare alle porte giuste.  D’altra parte non potrebbe essere diversamente per chi ha vissuto molti anni della propria vita …'Aspettando Godot’ “.

 

  Carlo Zannetti – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Alberto Fortis, Marco Ferradini, Claudio Lolli, Club Tenco, Festival di Sanremo, Carlo Zannetti, Fabio Concato, Angelo Branduardi, Eugenio Finardi, Eugenio Bennato, Ferrara, Francesco Baccini, Intervista
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