Recensioni e Interviste

Maleducazione Alcolica: la band laziale racconta al nostro giornale il nuovo disco

Maleducazione Alcolica, un titolo un programma, è il nome della band Punk/Ska per eccellenza dell’alto Lazio.

Non lasciamoci ingannare dal nome, non sono poi così maleducati: sicuramente i ragazzi sanno come tenere un palco e sanno far pogare e ballare gli insospettabili, ma per portare avanti una band così numerosa (dai 7 a più componenti a seconda delle necessità) la maleducazione non basta.

Nati in Tuscia nel 2013, ormai conosciuti in tutta Italia e oltre confine, hanno da poco fatto uscire il loro quarto album: Chiacchere da bar; album di vita e avventura.

Il ritmo frenetico di ogni brano tocca molti argomenti: si descrivono anime e desideri, raccontati con pochi versi ma molto schietti. Si dipinge un quadro italiano e non solo, un po’ popolare, un po’ scapigliato dove la decadenza è vista con sorriso e con speranza: “dietro i palazzi neri sta già sorgendo il sole […] ho ancora qualche nota in tasca e voglia di cantare” (da Chiacchere da Bar – prima traccia).

Sono brani divertenti e contemporaneamente sociali, tutto in pieno stile Ska/Punk. Così, la corsa dei brani è orchestrata dal prezioso ‘casino’ che ci si aspetta dal genere: trombe, bassi, batteria, fiati, cori; a formare una sala da ballo su un palco dove l’energia, senza mai disperdersi, cresce.

Tra i brani suggeriamo in particolare “Hometown (traccia in inglese)

Rude’n’roll (di cui e’ uscito il video su Youtube: LINK)

Lontano” storia di una fuga, con un accompagnamento musicale quasi orchestrale e un giro di basso e un solo di sax incredibili. Sguardo “ai teneri amanti” che scappano verso amore e libertà, mentre la musica sembra accompagnarli, mandargli una benedizione e tifare per loro.

Per conoscerli meglio, lasciamo parlare loro con un’intervista:

 

Cosa e chi racconta principalmente Maleducazione Alcolica?

“Maleducazione Alcolica racconta ormai da tanti anni le situazioni che ci sono più vicine come band e come singoli, accanto a brani di denuncia sociale trovano posto pezzi con tematiche maggiormente personali, in questo ultimo disco abbiamo anche descritto la vita di un personaggio storico, di una musa come Kiki de Montparnasse, ma senza dubbio i nostri sostenitori di vecchia data più “fraciconi” sono molto affezionati a brani goliardici come “Vogliamo Bevere” e “Borghetti”.”

 

Siete tanti musicisti e molti di voi sanno suonare più di uno strumento: ad unirvi è stata la passione per lo SKA in particolare o per la musica in generale?

“Sicuramente lo Ska ed il punk sono stati i denominatori comuni per iniziare e proseguire questo percorso insieme ma come gruppo indipendente privo di produttore o di linee guida da seguire abbiamo spesso cercato delle soluzioni che ammiccassero verso altri generi come rock ‘n’ roll, folk, rap… Basta mantenere alcune piccole accortezze che all’ascolto ti facciano dire “sono proprio loro” per evitare di perdersi nel mondo delle playlist e dei formati digitali.”

 

Chiacchere da bar” è un album con un ritmo veramente incalzante, forse con una velocità e un’energia ancora maggiore rispetto ai precedenti album. Questo ritmo, che rende quasi impossibile l’ascolto dell’album senza mettersi a saltare per casa, è frutto di un disegno preimpostato o è una scelta spontanea?

“Una delle poche linee guida che ci eravamo dati era “andiamo dritti”, nel senso di limitare gli stacchi ed i passaggi un po’ più pesanti, per favorire la scorrevolezza dell’album e la possibilità di poterlo ascoltare per intero facilmente, quindi sì, è stata una nostra scelta. Ci siamo concessi un minuto di chitarra acustica nella penultima traccia proprio per far rifiatare chi lo avrebbe ascoltato saltando, è tutto studiato nei minimi dettagli!”

 

Come mai la scelta del titolo “Chiacchere da Bar”?

“Titolo e primo brano hanno sicuramente la funzione di introdurre un po’ il mondo che andiamo a raccontare, esiste realmente ma non si prende fino in fondo sul serio, come una parola detta o recepita in un bar appunto. Così, sicuramente il bar accomuna quasi tutti i personaggi e le situazioni descritte: tra chi ci passerebbe l’intera giornata, chi non ha altra alternativa per svagarsi, chi se ne vorrebbe andare; tutti, prima o poi, passano da lì e dicono la loro.”

 

Il vostro tour programmato tra marzo e aprile (purtroppo spostato) avrebbe toccato moltissime città. Voi venite dal centro Italia, ma molte delle vostre date erano fissate in Germania: credete che sia per una maggiore cultura punk/ska o semplicemente per una migliore organizzazione di festival e concerti?

“Eravamo decisamente pronti a questa nuova avventura visto che lo scorso anno quasi un live su tre è stato fatto in terra tedesca. Sicuramente c’è una maggiore attenzione alla musica live, molti pub e locali hanno una sala piccola, media, grande, in cui poter far suonare una band anche piuttosto numerosa come la nostra e anche per quanto riguarda i festival estivi la situazione è piuttosto organizzata e ben gestita. Probabilmente il fatto che Berlino sia un po’ il luogo in cui si sviluppò inizialmente il punk europeo ha influenzato un po’ tutto il paese ed i gusti del pubblico.”

 

In questi tempi difficili e stranissimi di COVID-19, come può aiutarci la vostra musica così energica e di evasione a rimanere a casa?

“Ascoltandola, imparando a dovere i nuovi brani mentre si fa della sana attività fisica (nei pressi della propria abitazione) e facendosi trovare pronti quando il COVID sarà un brutto ricordo! Battute a parte, è un periodo piuttosto particolare per tante realtà come noi che avevano in programma di portare in giro la nostra musica. La speranza è che una volta fuori da questa situazione ci possa essere un piccolo “boom” in termini di attività artistiche, per poter riprogrammare in corsa la parte estiva del nostro “Rude ‘n’ roll tour” ed iniziare a progettare altre novità per i prossimi mesi. Nel frattempo, ci potete sostenere sui social e sulle principali piattaforme di streaming online (ma se proprio siete di animo buono anche acquistando i nostri vinili, cd e merchandising online). Ci si vede in giro il prima possibile, grazie Miriam, grazie Onda Musicale.

 

— Onda Musicale

Tags: Intervista, Covid-19, Berlino
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