Recensioni e Interviste

Mango, i fratelli Righeira, Battiato, fino alla notorietà: ecco l’intervista a Claudio Corradini

Claudio Corradini, si presenta come un uomo gentile, modesto ed educato. È un musicista che ha ottenuto grandi riconoscimenti in Italia e all’estero.

Un artista, che per buona parte della sua lunga e prolifica carriera, ha un vissuto, per così dire, da “dietro le quinte”, anche se per lunghi periodi è apparso sui palcoscenici di tutta Italia, in qualità di tastierista, mentreaccompagnava nelle loro mega tournée il famoso duo Righeira, quelli di “Vamos alla playa”“No tengo dinero” e di “L’estate sta finendo” (solo per citarne alcune).

Grande arrangiatore ed in seguito anche talentoso compositore di fama internazionale, Claudio Corradini nella sua vita artistica ha avuto modo di collaborare con Mango, Scialpi, il Maestro Giusto Pio, duo Righeira, Franco Battiato, Donatella Rettore, Andrea Bocelli e Bobby Solo (solo per citarne alcuni).

Nel 1993 ha fondato il trio musicale “Gloria Mundi”  (Claudio Corradini, Stefano Rota (in arte Michael Righeira) e Francesco Signorini) per il quale ha scritto ed arrangiato tutte le composizioni del primo album di successo del gruppo, intitolato “Movimenti Celesti” , un disco pubblicato con la supervisione artistica del Maestro  Giusto Pio e con tanto di copertina disegnata dal grande Franco Battiato. Nel 1995, Claudio Corradini vince a Francoforte in Germania, l’Oscar della Multimedialità, ovvero l’ Emma Awords  per la composizione della colonna sonora di “Evocation” , opera ludica multimediale realizzata da DedaloMedia/Mondadori.

Da allora, è un successo dietro l’altro, e il Maestro Claudio Corradini acquisisce una notorietà internazionale, intervallando alla sua attività di compositore di successo anche quella di produttore discografico. L’ho contattato per un’intervista al nostro giornale Onda Musicale, è stato molto gentile, ecco le sue risposte alle mie domande:

Cantante, tastierista, compositore, autore, arrangiatore, scrittore, produttore, artista,  come si definisce Claudio Corradini?

“Alla fine tutte queste diverse ‘specializzazioni’ si riassumono in musicista.  Ritengo che l’essere musicista sia uno stato dell’Essere che si materializza in qualsiasi attività ci si trovi a svolgere. E’ un insieme di ricerca, sensibilità e armonia, è la vita. Ogni qualvolta che si riveste un diverso ruolo si risponde ad una precisa esigenza ma esiste un fine comune ed è la qualità, la riuscita di quanto stai facendo”.

Quando e perché ti sei avvicinato al mondo della musica?

“A dire il vero è la musica che si è avvicinata a me. Inizialmente mi sono semplicemente lasciato trasportare, poi ho compreso l’importanza della coltivazione ed allora studi e provi, provi e studi e ti rendi conto che, ad ogni passo, si progredisce. Esistono comunque tappe importanti e determinanti nel mio percorso.Il primo passo lo devo alla Sig.ra Marisa, – ci racconta Claudio Corradini – purtroppo non ne conosco il cognome perché da bambini non si dà peso a certe cose. Da ragazza era stata una importante concertista, mi aveva scelto per insegnarmi a suonare il pianoforte. Ogni giorno andavo da lei, accompagnato da mia nonna e lì mi innamorai dello strumento. L’altro passaggio fondamentale fu l’incontro con il Maestro Giusto Pio. Era il 1984 e da allora, fino a che non ci lasciò, fummo amici e collaboratori. Da lui ho imparato tanto, professionalmente è stato il dono più bello che io potessi desiderare. Un uomo di grande levatura e serietà, un musicista eccelso”.

Cosa rappresenta per te la musica?

La musica è indefinibile. Un insieme di frequenze a creare l’armonia del Creato, l’Amore, una manifestazione di Dio. Può regalarti diversi stati d’animo, portarti in luoghi inimmaginabili, farti vivere o rivivere momenti, persone, situazioni che si materializzano in te facendoti provare emozioni reali. Ognuno di noi – prosegue Claudio Corradini – ha almeno una musica che fa scattare un ricordo. Una cosa che ripeto spesso è che negli insediamenti preistorici si trovano attrezzi per gli usi quotidiani, per preparare il cibo, ciotole ed altro, si trovano armi per la caccia e si trova uno strumento musicale, un tamburo, un rudimentale flauto o altri. Questo perchéla musica risponde ad una nostra esigenza primaria, una vera necessità. Potrei dire molte cose sull’argomento ma odio l’essere prolisso. Comunque questo e molto altro è per me la musica; uno stato necessario”

Ci racconti dellinizio della tua carriera, gli incontri e le collaborazioni con Mango, Scialpi ed il Maestro Giusto Pio?

“Prima di conoscere Pino Mango ed il fratello Armando avevo già iniziato a realizzare alcune produzioni ‘Dance’, alcune delle quali mi diedero buone soddisfazioni. I fratelli Mango arrivarono a casa nostra, grazie ad una comune amica; dovevano realizzare dei provini ed io, all’epoca, avevo un minimo di attrezzatura che mi permetteva di registrare e realizzare provini. Dopo qualche giorno legammo; ascoltavamo Marvin Gaye e Timmy Thomas, eravamo molto colpiti dal loro sound, dall’organo Hammond in levare di alcuni loro brani, dalle loro atmosfere. Una notte – continua Claudio Corradini – Pino suonava e cantava in finto inglese un motivo che aveva grande fascino. Lo registrammo ed Armando ne scrisse il testo che, al momento, si intitolava ‘Mama Woodoo’. Era molto bello, Armando ha sempre avuto una capacità straordinaria nello scrivere testi e raccontare emozioni. Quel brano era ciò che poi, con il testo di Mogol, divenne  ‘Oro’. Scialpi lo conobbi sempre grazie a Pino; la RCA aveva mandato un ragazzo al Festivalbar, nella sezione ‘Discoverde’ ma, da quanto ricordo, non si aspettavano la sua vittoria; non aveva un album pronto ma solo ‘Rocking Rolling’, con cui vinse. Pino venne contattato dalla RCA e per lui compose e registrammo alcuni brani che poi vennero pubblicati nel primo album di Scialpi,L’Io e l’Es’. L’incontro con il Maestro Giusto Pio avvenne per una situazione ‘fortuita’ , nel senso che lui si era rivolto ad un antiquario che aveva il suo negozio vicino al ristorante dei miei genitori. Lo invitai a pranzo -ci spiega Claudio Corradini – attraverso la figlia dell’antiquario, amica mia e di mio fratello. Lui declinò l’invito dicendo che ringraziava, ma che non accettava inviti da chi non conosceva. Io gli feci rispondere che se non avesse accettato l’invito non avremmo potuto conoscerci. Accettò. Poi tornò altre volte; fu una sorta di corteggiamento che partì alla lontana. Divenne il mio maestro e ci legò una forte amicizia basata sul rispetto e sulla stima; amicizia di cui vado fiero. Era, ed è nel mio cuore , un uomo di indiscussa qualità e rigore oltre ad essere un musicista superiore. Ci demmo sempre del Lei, ma questa è, per me, un’altra meravigliosa storia”.

Ci racconti del periodo nel quale collaboravi con i Fratelli Righeira, le tournée ed il grandissimo successo?

Righeira fu, professionalmente, un’altro capitolo importante della mia vita. Ci conoscemmo ad un compleanno di Radio 105 a Milano, loro erano reduci dalla vittoria del Festivalbar con L’estate sta finendo’. Io non ricordo cosa dissi quella sera ma, qualche giorno dopo, mi chiamò Gianni Manuel  (noto speaker e presentatore televisivo – n.d.r) dicendomi che i Righeira erano rimasti colpiti da alcune mie considerazioni e che chiedevano un incontro. Tornai a Milano ed andammo a cena. Parlammo. Qualche giorno dopo Johnson (Righeira n.d.r.) mi raggiunse nell’allora mio piccolo studio e cominciammo a realizzare ‘Yes I know my way’ di Pino Daniele in versione House, un’assoluta novità per quel tempo al punto che, per alcuni giornali o in enciclopedie on-line, viene citato come il primo brano ‘house’ realizzato in Italia. I fratelli La Bionda, all’epoca loro produttori, mi chiamarono e, nel corso di un incontro nei loro uffici presso la CGD, mi chiesero di collaborare con loro e seguire la produzione dei Righeira. Nacque un bellissimo periodo professionale ma, ancora più, un rapporto umano molto profondo, un rapporto fraterno che, con Johnson, continua tutt’ora”.

Agli inizi del 1993 fondi i Gloria Mundi, un trio musicale molto interessante e pubblichi lalbum “Movimenti Celesti”. Ci spieghi chi erano i Gloria Mundi, e ci descrivi brevemente lalbum?

“Da tempo sentivo l’esigenza di realizzare un mio lavoro che potesse toccare temi a me cari ed iniziai così a comporre quello che fu ‘Movimenti Celesti’. Quando l’album fu terminato lo feci ascoltare a Franco Battiato al quale piacque molto, ma mi consigliò di non presentarmi come solista ma in gruppo. Proposi il progetto a Stefano Rota (Michael Righeira) ed a Francesco Signorini  (noto pianista del panorama musicale nazionale – n.d.r)  ed entrambi accettarono di affiancarmi in questa nuova esperienza. La copertina è composta da un particolare di un quadro di Battiato che io trovo assolutamente in sintonia con me e con la mia musica di quel periodo. Seguì un secondo album, dal titolo ‘Evviva’ e con questo secondo disco terminò l’esperienza Gloria Mundi“.

Dalle canzoni dei fratelli Righeira alla composizione di vere e proprie opere sinfoniche nonché di pluripremiate colonne sonore . C’è stato qualcosa di determinante nella tua vita a fronte di un cambiamento di stile così netto ?

“No, è un cammino, un percorso, a volte, in evoluzione. Non ho mai amato le etichette, seguo ciò che mi stimola e mi piace. Come in tutte le cose, anche nella musica, esistono episodi belli ed altri assolutamente inutili, creati per riempire un determinato tempo. E’ una questione di oggettività e soggettività”.

Che progetti hai per il futuro?

“Penso di continuare a seguire le produzioni che mi regalano emozioni e di comporre. In questo periodo ho ripreso la composizione e sento che un altro gradino è stato superato. E’ il compito di chiunque si dedichi a qualsiasi disciplina artistica cercare di migliorare. Grazie per l’interessante intervista e mi sia permesso di salutare tutti i lettori augurando loro ‘buona vita’, nel senso più ampio del termine”..

— Onda Musicale

Tags: Mogol, Pino Daniele, Franco Battiato
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