Recensioni e Interviste

Intervista a Rio (Maurizio de Franchis)

Rio, aka Maurizio De Franchis, presenta il suo album solista “State of mind”. Lo intervistiamo.

Buongiorno Maurizio! Com’è nata la decisione a proporsi come solista in prima linea, dopo tante collaborazioni?

“Le collaborazioni sono state per me una tappa obbligata durante il periodo iniziale della mia carriera perché quello che musicalmente proponevo ai produttori dell’epoca, per loro era interessante ma troppo innovativo e non andava bene. Così, pur di non lasciarmi andare definitivamente, mi offrivano collaborazioni con altri artisti con la promessa, prima o po, di produrre un mio disco da solista. Questo però non è mai accaduto e il mio primo album da solista “Lontano da qui” a produrlo fu un mio caro amico ” Gustavo Gentile” direttore, a quei tempi, del ” Giornale di Napoli. State of mind, in realtà, è il mio secondo album da stilista.”

Quando ha iniziato ad occuparsi di musica?

“Ho iniziato a cantare all’età di nove anni ascoltando artisti del calibro di S. Wonder The Platters, D. Hataway etc.. fino ad approdare, all’età di 27 anni, nel mondo della musica da professionista.”

Come ricorda le esperienze sanremesi?

“Le esperienze Sanremesi sono state fantastiche. La prima la ricordo con molto affetto. Era l’anno 1987 ed ero il cantante solista della band di Tony Esposito con il brano “SINUE'”. La seconda invece appartiene a dei ricordi a me molto cari e mi riferisco all’edizione del 1991 dove partecipai con il gruppo ” Sold Out” in un segmento del Festival chiamato “San Remo international” per promuovere “Shine on” un brano dell’album. Sempre nella stessa edizione fummo invitati dalla nostra etichetta discografica (Sony Music) ad affiancare l’artista Riccardo Fogli proponendo il suo brano in una versione in lingua inglese.”

Oltre ai musicisti per i quali si è già esibito, ci sono influenze personali che le sono rimaste nel cuore? Qual è il suo mito numero uno?

“Quella che più mi è rimasta nel cuore di sicuro è l’esperienza vissuta con un magnifico artista; Gianni Bella che mi diede la possibilità di aprire i suoi concerti con i miei brani. Ci sono artisti dai quali ho appreso molto com S. Wonder, D. Hataway etc. In realtà non ho un mito numero uno, piuttosto diversi artisti come quelli che ho appena citati.”

Le canzoni dell’album “State of mind” prevedono grandi arrangiamenti: fiati, batteria basso e chitarra, tastiere… Quando si tornerà a fare concerti, che formazione ci dobbiamo aspettare sul palco?

“La formazione sarà più o meno quella con cui ho collaborato nella realizzazione dell’album.”

In questi giorni è uscito il video del singolo estratto “She will Come”. Può parlarcene e raccontarci la storia e l’idea del videoclip?

“”She will come” rappresenta il dolore per un’amore finito. Il Pierrot è la sofferenza dell’anima che ascolta la voce del cuore che le sussurra di non essere triste perché lei ritornerà sempre, ogni volta, tra i ricordi più belli.”

Stefano Guarnieri 

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— Onda Musicale

Tags: Intervista, Rio
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