Recensioni e Interviste

Emily Orlando: la scrittrice trentina si racconta al nostro giornale

Emily Orlando vive a Trento, città in cui si è laureata in filosofia. Nutre una grande passione per la vita, per le emozioni e per i piccoli piaceri di ogni giorno. 
Ha recitato a teatro per diversi anni e, dopo la nascita di suo figlio Massimo, ha deciso di approfondire la propria passione per la scrittura. Crede nel destino ed è convinta che nulla accada per caso. “La vita ci conduce sempre da qualche parte. Bisogna solo avere fiducia.”
 
La abbiamo contattata e lei, con la sua carica di entusiamo, ha risposto con piacere alle nostre domande.
 
 
Raccontaci di te e della tua passione per la scrittura

“Non credevo che la scrittura potesse fare tanto… Apre situazioni, possibilità, strade, porte. Scrivendo creo vite parallele e, a volte, ho come l’impressione di dare vita ai personaggi ritrovandoli nella vita reale. Mi sembra di sentire le emozioni delle persone e descrivendo stati d’animo è come se ritrovassi il profondo senso di tutte le cose.”

Come hai vissuto questo periodo di lockdown e sei ottimista per il futuro?

“Il periodo di lockdown è stato davvero strano: non conoscere la fine di qualcosa ti fa immergere completamente nel presente. Devo dire che all’inizio ero preoccupata, poi ho fatto affidamento al destino in cui credo parecchio. Ho lasciato fluire le sensazioni belle o brutte che provavo e ho riscoperto piccoli semplici piaceri che prendevo per scontato.Credo che ogni cosa, vissuta dal giusto punto di vista, possa diventare un’occasione per ritrovarsi e per trovare la strada della felicità.”

Cosa consiglieresti a chi volesse avvicinarsi alla scrittura?

“A chi vuole avvicinarsi alla scrittura consiglio di non cercare di imitare qualcuno ma di essere semplicemente sè stesso, scrivendo in modo semplice, autentico, senza aver paura di far scoprire ai lettori le proprie emozioni. Consiglio di lasciarsi trasportare dalla penna che sa tirare fuori cose inaspettate.”

Per tua stessa ammissione sei appassionata di arte, oltre che della scrittura. Parlaci di queste tue grandi passioni.

“Non sono una gran intenditrice ma mi piace soffermarmi ad ammirare l’arte: che sia musica, pittura, scultura, cinema, l’arte cattura le emozioni di chi ha creato quel qualcosa. Mi piace accogliere quello che vedo o sento e percepire tutte le emozioni che vengono generate. L’arte contiene l’anima del suo creatore e, citando una frase che mi ha detto una persona un giorno, “L’arte dilata il tempo”, lo rende eterno e magico.”

Lo scorso anno è uscito il tuo terzo libro dal titolo “Qualcosa in cui credere”. Parlaci di questa tua terza “fatica letteraria”.

“Il mio secondo romanzo si intitola “Qualcosa in cui sperare“. Ho voluto fare una profonda ricerca sull’amore per cercare di capire se si tratta di un sentimento statico e abitudinario che porta serenità o un fuoco che diventa quasi un’ossessione. La protagonista ha tutto ciò che si potrebbe desiderare: una bella famiglia, una casa, un lavoro che la soddisfa, un marito che la ama e farebbe di tutto per lei, eppure, senza capire perchè, si invaghisce di un altro uomo conosciuto per caso.  Il suo sentimento forte e passionale diventa quasi un’ossessione, un “qualcosa in cui sperare” che le fa ritrovare la profonda felicità ma anche la più profonda malinconia e che porterà la donna, in un certo senso, a ritrovare le proprie volontà. Questo libro va a toccare i pensieri più profondi di chi vive una vita che sente non lo soffisfi a pieno, di chi perde la testa per qualcuno senza un perchè e si sente profondamente in colpa per non essere la persona “giusta” che tanto vorrebbe. Il terzo romanzo, uscito l’anno scorso, si intitola “Tutto quello che ho“: è un inno alla vita, ad avere fiducia negli avvenimenti che accadono casualmente e senza una apparente ragione. Liliana, la protagonista, avrebbe voluto avere una famiglia, un figlio, un cane, un appartamento con il giardino per metterci il basilico per fare il pesto, ma non ha niente di tutto questo. Vive in un piccolo appartamentino a Verona tutta sola e, nonostante abbia tentato più volte di cambiare la sua vita, vede che non riesce ad ottenere ciò che desidera (o ciò che generalmente “tutti” desiderano) e allora decide di aspettare: sarà la vita a mandarle dei segnali per portarla da qualche parte. Questo romanzo è ironico, divertente, romantico, positivo e vuole portare una grande fiducia nella vita che stupisce sempre, quando meno ce lo aspettiamo.”

Recentemente il nostro giornale ha dedicato dello spazio ad alcuni scrittori trentini ed ora, con il tuo nuovo libro, abbiamo la conferma che il nostro territorio è ricco di persone che hanno “qualcosa da raccontare”. Che cosa ne pensi?

“Sono felicissima che ci siano molti giovani che scrivono al giorno d’oggi. Credo che la scrittura possa salvare la vita e libera dalle ombre che ci portiamo dentro. Ciò che raccontiamo non è sempre accaduto, ma è l’insieme di desideri, preoccupazioni, pensieri che ci rendono unici e autentici, che ci rendono umani e incredibilmente meravigliosi.”

Che progetti hai per il futuro?

“Per il futuro non ho progetti. Sembra una cosa strana ma non lo è. Vivo giorno per giorno immergendomi in ciò che mi regala la vita. Non so che ne sarà di me domani, tra un mese, un anno. Quello che so è che c’è qualcosa che mi indica la strada e ovunque mi porterà andrà bene. Se si fanno programmi spesso si rimane delusi. In questo modo si può rimare solo sorpresi. E auguro lo stesso a tutti, davvero. Affidatevi alla vita che sa dove dovete andare.”

— Onda Musicale

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