Recensioni e Interviste

Gabriel Delta: intervista all’alma latina del blues

Gabriel Delta  è un chitarrista blues che è rimasto folgorato, come tanti, dal suono e dal carisma di B.B. King quando ancora viveva nella natia argentina.

Dal 1988 il repertorio del giovane Gabriel, che iniziava a farsi largo sulla scena musicale sudamericana, era ben delineato con Freddie e Albert King che si amalgamavano con ritmi funky e rhythm & blues in un excursus musicale da Chicago a Buenos Aires passando per Memphis con brani cantanti sia in lingua inglese che in quella spagnola.

Il “Gaucho del Blues” – così è stato simpaticamente etichettato alcuni anni fa – si è dimostrato essere musicista esperto, versatile e impegnato, capace di mostrare, nelle proprie performance live così come nei suoi prodotti discografici, il suo costante impegno a favore dei più deboli, come nel progetto acustico “Roots” a favore delle popolazioni Quechua (nativi dell’Argentina), in collaborazione con la presidente delle Gioventù Aborigene dell’Argentina o nel blues più tradizionale ed elettrico che gli ha permesso di dividere il palco con artisti di primissimo livello mondiale come il compianto B.B. King oppure James Cotton, John Primer, Taj Mahal, Eugene “Hideaway” Bridges, Roy Rogers, Melvin Taylor, Larry McCray, Watermelon Slim fino alla Blues Brothers Band.

Dal 2003 Gabriel Delta vive in Italia e vanta la presenza ai migliori festival italiani ed europei dove propone il proprio repertorio fatto di grande blues e folk, suoi grandi amori che gli permettono di trasmettere le emozioni che stanno nella sua anima, come molto ben testimoniato nell’ultimo prodotto discografico “Brothers” del 2014.

Lo abbiamo contattato e gli abbiamo rivolto alcune domande.

Chitarrista, cantante, compositore, bluesman. Come si definirebbe Gabriel Delta?

"Sono un musicista, un amante della musica, mi piace cantare, suonare e creare. Non mi definirei mai un bluesman per una questione di rispetto, sono uno studioso e amante del Blues, lo vivo e amo suonarlo, ma essere Bluesman è un'altra cosa."

A quali artisti del passato ti sei ispirato nella tua crescita musicale?

"L'elenco sarebbe molto lungo, in casa sono cresciuto ascoltando, Tango, Boleros e Banny Goodman, poi crescendo ho ascoltato tutto il rock degli anni 60/70 Beatles, Stones, Clapton, Led Zeppelin e via dicendo fino a conoscere il Blues e da li non sono più uscito."

Nel tuo modo di suonare si notano e si apprezzano le tue origine latine. Quanto sei legato alla tua terra natale, l’Argentina?

"Ho un legame molto forte con l'Argentina – ci racconta Gabriel –  al di là di tutte le difficoltà che possono esistere non smetto di pensare che è una grande terra. E'  un pò come essere innamorato di una donna che ti tratta male. Ma tu non riesci a smettere di amarla"

Ormai da diversi anni risiedi in Italia. Che rapporto hai con il nostro Paese?

"Ho un rapporto bellissimo con l'Italia, ho conosciuto posti meravigliosi e tanta gente stupenda. Questa è la terra dei miei bis-nonni, l'origine della mia famiglia è tutta italiana, quindi è come stare a casa."

Nella tua carriera hai suonato con alcuni dei più grandi bluesmen della storia. A quali di questi sei maggiormente legato, magari da un aneddoto simpatico che puoi raccontarci?

"E' vero – prosegue il chitarrista – ho avuto la fortuna di conoscere e di condividere molte situazioni con grandi artisti. Se dovrei raccontare qualcosa di magico e particolare potrei scegliere l'incontro con B.B.King, grazie ad un suo disco mi sono avvicinato al Blues quando ero un ragazzino, lui per me era lontanissimo, era qualcosa di irraggiungibile. Ho iniziato a suonare il Blues  nel mio paese e dopo  anni di suonare, girare e sognare mi sono trovato seduto davanti a Mr B.B. King a parlare con lui e a dargli la mia chitarra, dove lui ha lasciato la sua firma per aiutarmi a ricordare sempre che i sogni si avverano e che il Blues è una magia potente."

Parlaci del tuo nuovo disco “Hobo” che arriva a distanza di 4 anni dal precedente “Brothers”.

"Sono molto soddisfatto e felice con questo nuovo album. HOBO (leggi l'articoloè un disco fresco, naturale, senza artificio. Siamo entrati in studio e abbiamo suonato, in diretta, senza overdubs. Questo – ci spiega Gabriel Delta – è stato possibile grazie alla qualità dei musicisti, Daniele Mignone al basso, Gianni Gotta alla chitarra e Carlo Bellotti alla batteria e percussioni ,che hanno suonato e arrangiato i brani in modo elegante ed efficace. Le canzoni sono variegate ed ognuna di esse ha la sua identità. Posso tranquillamente dire che HOBO è un bel disco."

Riesci sempre a fondere elementi blues con tratti Funky e Rhythm and Blues senza tradire mai le tue radici latine. Parlaci di questa tua caratteristiche che affascina i tuoi fans.

"Non sono un purista, come ti dicevo prima sono un amante della musica, ascolto di tutto, sono sempre stato curioso e cerco di prendere di ogni cosa il meglio, cerco il punto di collegamento tra le culture e la diversità. Da questa miscela poi esce quello che sarebbe il mio stile, ma cerco di suonare senza limitazioni. Da anni suono e compongo quello che mi piace e che mi rappresenta, non devo dimostrare niente a nessuno ne dover fare qualcosa per accontentare qualcuno."

Che rapporti hai con la musica “live”?

"Da sempre ho suonato tanto live, mi piace molto suonare dal vivo, credo che sia il momento più bello in assoluto, non per questo accetto di suonare qualunque cosa. Ho imparato anche a dire di no quando le condizioni non sono quelle giuste e non esiste il rispetto per chi suona e per chi ascolta."

Dal punto di vista della tua lunga esperienza musicale come vedi il blues ai giorni nostri e, soprattutto, il suo rapporto con i giovani?

"Guarda rispetto a questo ti racconto una osservazione che mi faceva l'altro giorno un carissimo amico. Lui è una voce più che autorevole in materia, si parlava perchè l'anno scorso sono andato a suonare al Chicago Blues Festival e lui è appena rientrato da Memphis. Dicevamo che a differenza di altri tempi oggi sono più vecchi quelli che ascoltano di che quelli che suonano…. vuol dire che certe cose sono cambiate parecchio. Ma il Blues ha un motore molto potente che è quello della passione, quindi se questa è sincera il Blues resterà vivo per molto tempo. I giovani si appassionano al Blues, piace e molto, devono solo conoscerlo e avere la possibilità di entrare in contatto con questo mondo, quindi è molto importante come viene presentato e diffuso."

Che progetti hai per il futuro?

"Per il futuro vorrei godermi il presente – conclude Gabriel."

 

Stefano Leto – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: memphis, Argentina, Chitarrista, Taj Mahal
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