Recensioni e Interviste

Intervista alla cantautrice genovese Chiara Ragnini

Genovese e cantautrice. Non lasciatevi ingannare dal connubio apparentemente scontato: Chiara suona la chitarra e canta dall’età di 14 anni ma ha la grinta e l’anima rock di chi ha qualcosa da raccontare.

Dopo gli studi classici, la laurea specialistica in Informatica. L’anima creativa e razionale convivono in uno strano dualismo, fra sonorità pop ed elettroniche e testi malinconici ma taglienti. L’influenza del mare si sente, l’anima viaggiatrice e in continuo movimento pure.

Chiara ha perfezionato negli anni la tecnica vocale e la scrittura, frequentando numerosi masterclass e workshop con i migliori autori e cantanti in Italia (Paola Folli, Saverio Grandi, Carl Anderson).

Ha un disco alle spalle, un lavoro folk-pop che le ha permesso di guadagnarsi spazio nel fitto panorama musicale nazionale e la stima di pubblico ed addetti ai lavori. Negli anni ha vinto numerosi riconoscimenti, partecipato a importanti festival e rassegne in tutta Italia, ottenuto passaggi radiofonici e televisivi a livello nazionale. In questi mesi è al lavoro sulle nuove canzoni: abbandonata la vena acustica, le sonorità della cantautrice si sposano ora con un raffinato pop elettronico dalle tinte scure. Un viaggio introspettivo e melanconico, agrodolce e salato: proprio come il rumore del mare.

La abbiamo contattata e le abbiamo rivolto alcune domande.

 

Sul tuo sito web leggiamo “sonorità a cavallo tra pop ed elettronica”, come si definirebbe Chiara Ragnini?

"Sicuramente una cantautrice, un'artigiana della canzone, anzi, sempre alla ricerca di nuovi stimoli per la sua creatività. Sono partita dal folk-acustico per ritornare ad un sound in realtà a me tanto caro – ci racconta Chiara – e che forse si era un po' assopito nel tempo per svariati motivi. Ho abbracciato, per questo secondo album in studio, drum machine, beat, campionamenti, vestendo le canzoni nuove di electro pop e rispolverando la mia chitarra elettrica. Oggi posso dire di aver trovato la mia dimensione musicale ottimale e maggiormente rappresentativa dei contenuti che voglio veicolare."

Quali artisti o band ti hanno maggiormente influenzato nel tuo cammino di crescita professionale?

"Senza dubbio artisti che hanno fatto del pop, nel senso più ampio del termine, il loro biglietto da visita, con le dovute contaminazioni: dai Massive Attack ai Portishead, dai Subsonica a Lucio Dalla, da Battisti sino a Selah Sue. Per me è importante che un progetto musicale trasmetta emozioni, che siano a livello testuale o musicale. Cito un altro artista che seguo da tantissimo tempo e che amo: Vinicio Capossela. Lui è un Maestro, un Artista con la A maiuscola, che non ha mai avuto paura di mettersi a nudo – prosegue la cantautrice – e sperimentare attraverso diverse strade e sonorità (basti pensare alle differenze stilistiche fra un album come Canzoni a Manovella e l'ultima, mastodontica opera Canzoni della Cupa). Amo, in generale, artisti che abbiano qualcosa da raccontare e lo sappiano fare arrivandoti dritti al cuore."

Nel 2014 vinci il Premio Lunezia, Nuove Proposte, cosa rappresenta per te un riconoscimento tanto prestigioso?

"Il palco del Lunezia è uno dei più importanti in Italia e ho avuto il piacere di essere premiata nell'ambito degli autori di testo durante quella edizione. E' stato di grande stimolo a proseguire nella strada che avevo intrapreso – spiega Chiara – e che ha portato, poi, alla stesura di tutto l'album nuovo, La Differenza, in uscita il 28 aprile. Ho cercato, in questi ultimi due anni, di concentrarmi molto sui contenuti e sui testi: riconoscimenti come questo sono linfa vitale per i piccoli artisti come me per credere in quello che si sta facendo ed essere di stimolo a migliorarsi e studiare continuamente."

In molte occasioni vieni accostata agli artisti della “Nuova Scuola Genovese”. Che rapporto hai con la tua città di nascita, Genova?

"Ho un rapporto sinceramente travagliato, come credo la maggior parte dei genovesi: mi sono trasferita nel ponente ligure nel 2009 e Genova resterà sempre un porto in cui tornare e da cui ripartire. Il background culturale e artistico che si respira fra i vicoli della città è un marchio a fuoco da cui è difficile distaccarsi: appena si parla di cantautori, per di più genovesi, scatta immediatamente il paragone con Fabrizio De Andrè, Tenco, Bindi e molti altri, ma credo che questo approccio possa suonare davvero riduttivo. Ogni progetto nato e cresciuto nella città della Lanterna ha una sua identità ben precisa, molto spesso diametralmente opposta ai grandi nomi della canzone d'autore che si sono contraddistinti e sono stati poi unificati sotto la grande cupola della scuola genovese. In definitiva, il bagaglio culturale che abbiamo assorbito da questi immensi artisti è un punto di partenza per cercare, ognuno di noi, la propria dimensione artistica."

Dedichi buona parte delle tue energie ai “live”. Che rapporto hai con gli spettacoli dal vivo e con la gente che viene ad ascoltarti?

"Il palco è la mia casa: il rapporto con chi partecipa alle mie serate è unico e cerco sempre di stabilire un contatto stretto, coinvolgendo gli ascoltatori e ricercando la sintonia che solo durante un concerto può venirsi a creare. Suonare dal vivo è in assoluto l'aspetto più bello di questo mestiere."

Il 28 aprile prossimo uscirà il tuo nuovo disco dal titolo “La Differenza”. Parlaci di questo tuo nuovo progetto musicale.

"L'album segna un distacco davvero netto rispetto a quanto proposto sino ad ora: il primo disco, Il Giardino di Rose, si vestiva di folk, di chitarre acustiche, di dolcezza. La Differenza, invece, mostra un lato di me che avevo forse volutamente tenuto nascosto per tanto tempo: ora che sono una donna di 34 anni ho scelto di essere ancora più franca e sincera, di mostrare anche il mio lato più aggressivo e maschile, facendolo attraverso testi più cupi, più diretti, accompagnati da un sound compatto e deciso. Il titolo del disco è rappresentativo di questo cambiamento – continua la cantaureice genovese –  ma non solo: la differenza sta anche nell'essere rimasta indipendente dal punto di vista discografico, mantenendo una squadra di lavoro piccola ma compatta e fatta da persone di grande fiducia. Il disco, infine, è stato realizzato grazie alla mia prima campagna di crowdfunding, attraverso Musicraiser, che ha coinvolto più di 220 persone da tutta Italia, permettendomi, così, di costruirlo davvero insieme a chi mi ha seguita passo dopo passo in questi anni e a coloro che, invece, mi hanno scoperta grazie a questa avventura."

Che progetti hai per il futuro?

"I prossimi mesi saranno molto intensi: oltre all'album, è in arrivo un altro figlio, questa volta in carne ed ossa, perciò starò lontana dal palco per un po', almeno fino all'autunno. Dopo di che riprenderemo l'attività live, in formazione elettrica, tornando dal vivo soprattutto con l'anno nuovo. Nel frattempo, porterò avanti l'attività promozionale del disco, per incuriosire ancora di più chi mi ha seguita sino ad ora e probabilmente tutto si aspetta tranne sonorità più moderne ed aggressive. Non vedo l'ora."

 

       Stefano Leto – Onda Musicale 

 

 

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— Onda Musicale

Tags: Genova, Cantautrice, Vinicio Capossela, La Differenza
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