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Green Book: “Non vinci con la violenza, vinci quando mantieni alta la tua dignità”

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"Green Book" è uno splendido film del 2018 che quest'anno si è aggiudicato ben tre premi Oscar e tre Golden Globe. La regia è di Peter Farrelly e gli interpreti principali sono Viggo Mortensen e Mahershala Ali.

Il film mostra la storia vera del viaggio compiuto dal buttafuori italoamericano Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga) assieme al pianista afroamericano Don Shirley attraverso gli Stati Uniti dei primi anni '60. La pellicola è ambientata nel 1962 e la colonna sonora, che si sposa perfettamente con le immagini, è pertanto composta da canzoni di quel periodo.

La trama: Tony Lip (Viggo Mortensen) accetta di fare da autista a Don Shirley (Mahershala Ali) nella sua tournée nella parte meridionale degli USA, in cui è ancora molto vivo il razzismo. Prima della loro partenza la casa discografica consegna a Tony il "The Negro Motorists' Green Book", ovvero il libro con indicati alberghi e ristoranti del sud degli Stati Uniti che accettano clientela di colore. Se all'inizio il rapporto tra i due protagonisti è un po' freddo, causato dagli stereotipi di Tony sugli afroamericani e dal carattere altezzoso di Don, il viaggio gli farà capire di essere più simili di quanto pensassero. In particolare Tony comprenderà sia il talento musicale e la fragilità di Don come uomo, sia quanto sia ingiusto il trattamento che gli viene riservato negli Stati del sud, persino dai bianchi che lo osannano come pianista.

Alla notte degli Oscar e ai Golden Globe 2019 la pellicola ha vinto i premi come miglior film, migliore attore non protagonista (Mahershala Ali) e migliore sceneggiatura originale.

Il film è un capolavoro sia di regia sia di recitazione. Abituati a vedere Viggo Mortensen in ruoli più tamarri, come quello di Aragorn ne "Il Signore degli Anelli", si rimane piacevolmente stupiti dalla sua perfetta interpretazione drammatica di un personaggio non facile, che lo ha portato a recitare alcune battute in Italiano. A tal proposito consiglio di guardare il film in lingua originale, in modo da poter gustare sia l'interpretazione di Mortensen, sia alcune battute degli altri personaggi italoamericani, che non significano nulla.

Il film avrebbe forse meritato un premio anche per le scelte musicali. La colonna sonora si basa principalmente sui brani scritti appositamente dal compositore Kris Bowers, e su quelli originali del vero Don Shirley. Non solo: le canzoni d'epoca inserite nella pellicola sono state selezionate nientemeno che da Robert Plant, che già con il progetto Honeydrippers aveva dimostrato di amare le musiche "rétro". La scelta effettuata dal cantante dei Led Zepplin si è rivelata molto intelligente: ha infatti evitato di inserire canzoni troppo famose, per collocare correttamente il film ma evitando l'effetto nostalgia.

Il lavoro è stato eseguito così diligentemente che i brani più celebri contenuti nella pellicola sono solo le classiche canzoni natalizie che si sentono nel finale del film (ambientato nel dicembre 1962). La colonna sonora è talmente ricca (49 canzoni!) da non poter essere riportata tutta in questo articolo. Segnalo solo alcuni pezzi che si fanno notare, come il rock di "A Letter From My Baby" (Hammonds Jr., Bennett e Matthews) cantata da Timmy Shaw; il blues di "Pretty Lil Thing" di Sonny Boy Williamson; il rock and roll di "Lucille" di Little Richard (beh, questa è famosa); la romantica "Why Oh Why" (Russ) cantata da Little Alice; molto bella "Goodbye, My Lover, Goodbye" (Simington, Swearingen e Mosley); altrettanto bella "Go To The Mardi Gras" di Henry Byrd, e inoltre "Rich Woman" (La Bostrie e Millet) cantata da Li'l Millet and His Creoles.

A conferma della qualità delle canzoni scelte, l'album con la colonna sonora ha superato il milione di ascolti nella sua versione online.

 

 

Gabriele Tomasi – Onda Musicale

 

 

 

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