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Il grande Gatsby: “Il suo sogno deve essergli sembrato così vicino da non credere di non poterlo afferrare”

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“Il grande Gatsby” è un film drammatico del 2013 con interpreti Leonardo DiCaprio e Tobey Maguire, diretto da Baz Luhrmann.

La trama inizia con il giovane Nick Carraway (Tobey Maguire) ospite presso una clinica per curare la sua dipendenza dall’alcol. Spronato da uno psicologo, il ragazzo inizia a scrivere dell’estate in cui la sua vita cambiò. Nel 1922 Nick si trasferì a Long Island per lavorare come agente di borsa a New York, stabilendosi presso una casa di West Egg. Accanto all’edificio si trovava un palazzo enorme di proprietà del misterioso Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio), un uomo che pochi avevano visto ma che era famoso per le feste sontuosissime e aperte al pubblico che teneva ogni fine settimana.

Nick, partecipando ad uno di questi eventi, riuscì a fare conoscenza con Gatsby e ne rimase ammaliato. Approfondendo il rapporto con l’uomo, egli scoprì che il progetto di Gatsby era quello di riconquistare Daisy, una cugina di Nick con la quale aveva avuto una storia, ma che si era sposata con un altro e viveva dall’altra parte della baia. Il desiderio inarrestabile di Gatsby portò alla rovina tutte le persone coinvolte nel suo piano. Mi sono permesso di raccontare il finale perché la trama del film “Il grande Gatsby” è la stessa del libro omonimo di Francis Scott Fitzgerald, edito nel 1925 e quindi già nota.

Il regista Baz Luhrmann, famoso soprattutto per i film Romeo + Giulietta eMoulin Rouge!“, ha tentato di ripetere la formula con il testo di Fitzgerald, ma senza ottenere il medesimo risultato. Pur essendo stato un successo di pubblico e critica, la sua versione de “Il grande Gatsby” non è all’altezza delle due produzioni più famose, per molti motivi.

Gatsby nel film viene descritto come un uomo di straordinarie virtù, che eccelle particolarmente in quella della speranza. La pellicola ce lo mostra invece come un uomo solo, fragile, infantile, schiavo dell’amore, che fa lo spaccone perché non è capace di relazionarsi con le altre persone. L’unica sua peculiarità sembra essere quella di possedere un’abnorme ricchezza.

Il film è caratterizzato dall’uso eccessivo di effetti in computer graphic e dalla colonna sonora composta principalmente da canzoni moderne. Entrambi gli elementi risultano in forte contrasto con l’epoca in cui è ambientata la storia, specialmente nella prima parte. La pellicola presenta infatti scene con i colori saturati per farle sembrare foto in bianco e nero colorate artificialmente, stock footage, effetti visivi e una grafica che la fa assomigliare ad un videogame, con effetto decisamente straniante per lo spettatore.

Per quanto riguarda le musiche, non nego che un film ambientato nel passato possa risultare godibile anche con una colonna sonora moderna, ma se i protagonisti chiedono, ascoltano e ballano un jazz, anche lo spettatore deve sentire un jazz e non un pezzo anni 2000. Baz Luhrmann ha spiegato questo controsenso indicando come il jazz fosse un suono moderno all’epoca dell’uscita del romanzo, e che lui volesse immergere gli spettatori nella stessa atmosfera proponendo la musica che rappresenta la novità oggi, ovvero l’Hip-Hop, ma il chiarimento non convince. Una scelta oculata dei brani e degli arrangiamenti avrebbe potuto far suonare moderno il jazz, come avviene ad esempio nella colonna sonora di La la land“.

Il regista cerca di riproporre lo schema vincente di “Romeo + Giulietta” e “Moulin Rouge!” anche in questa pellicola, ma senza riuscirvi. Mentre gli altri due film si potevano svolgere in un’epoca senza tempo, un eterno presente distopico, la storia di F. S. Fitzgerald è fortemente radicata nel 1922, pertanto le modernità audio-video che vi sono applicate sembrano solamente sbagliate. Se si riesce ad isolare la storia e l’interpretazione di Di Caprio da quanto sopra, “Il Grande Gatsby” è un ottimo film. Peccato che non si possa.

Come già detto la colonna sonora del film è costituita quasi interamente da canzoni anni 2000, che sono state pubblicate in una raccolta dal titolo “The Great Gatsby: Music from Baz Luhrmann’s Film” uscita anche in versione deluxe. La canzone più rappresentativa è “Young and Beautiful” cantata da Lana Del Rey che l’ha scritta assieme allo stesso Baz Luhrmann. Troviamo inoltre tre cover importanti: “Back to Black” (di Amy Winehouse e Mark Ronson) eseguita da Beyoncé e André 3000, “Crazy in Love” (di Beyoncé) rifatta da Emeli Sandé, “Love Is Blindness” (degli U2) nella versione di Jack White.

Vi sono anche brani di altre star di inizio millennio come Will.i.am, Fergie, Florence and the Machine, Gotye, Sia e Jay-Z che è anche produttore esecutivo del film e della colonna sonora. Alcune canzoni sono invece prodotte da un mostro sacro come Bryan Ferry che ha messo a disposizione la “Bryan Ferry Orchestra” e compare con la sua classica “Love Is the Drug”.

Queste sono le tracce della versione standard:

01. 100$ Bill – Jay-Z
02. Back to Black – Beyoncé e André 3000
03. Bang Bang – Will.i.am
04. A Little Party Never Killed Nobody (All We Got) – Fergie, Q-Tip e GoonRock
05. Young and Beautiful – Lana Del Rey
06. Love Is the Drug – Bryan Ferry e The Bryan Ferry Orchestra
07. Over the Love – Florence and the Machine
08. Where the Wind Blows – Coco O
09. Crazy in Love (cover) – Emeli Sandé e The Bryan Ferry Orchestra
10. Together – The xx
11. Hearts a Mess – Gotye
12. Love Is Blindness (cover) – Jack White
13. Into the Past – Nero
14. Kill and Run – Sia
15. Who Gon Stop Me – Jay-Z

Nella deluxe troviamo anche “No Church in the Wild” di Jay-Z, Kanye West, Frank Ocean e The-Dream, “Over the Love (Of You)” di Florence and the Machine e SBTRKT, e una versione orchestrale di “Young and Beautiful” di Lana Del Rey eseguita dalla Bryan Ferry Orchestra. Vi sono state inserite anche una brevissima traccia dal titolo “Green Light” e tre dialoghi dal film, intitolati “Gatsby Believed in the Green Light”, “I Like Large Parties” e “Can’t Repeat the Past?”

Nel film sono udibili diversi brani poi non inseriti nella compilation, si tratta di:
le canzoni “Izzo (H.O.V.A.)” di Jay-Z; “Still” di Lionel Richie; “Empire State Of Mind (Pt II) Broken Down” di Alicia Keys;
le versioni orchestrali di “100$ Bill” di Jay-Z, “Bang Bang” di Will.i.am, “Crazy in Love” di Beyoncé, “Back to Black” di Amy Winehouse e Mark Ronson, “Can’t Repeat The Past”, “Infinite Hope”, “Daisy’s Theme” di Craig Armstrong, tutte eseguite dalla Bryan Ferry Orchestra;
dei brani d’epoca (finalmente!) ovvero “Let’s Misbehave” di Cole Porter eseguita da Irving Aaronson and his Commanders; “St Louis Blues” di W.C. Handy interpretata da Louis Armstrong; “Ain’t Misbehavin'” di Fats Waller eseguita da Louis Armstrong; “New Orleans Bump (Monrovia)” scritta ed interpretata da Ferdinand ‘Jelly Roll’ Morton; “Rhapsody In Blue” di George Gershwin; “Oh! You Have No Idea” di Dan Dougherty and Phil Ponce eseguita dalla Bryan Ferry Orchestra.

— Onda Musicale

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