Soundtrack

Trainspotting: scegli la vita?

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“Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete un futuro, scegliete la vita.”

“Ma perchè dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina.”

Queste frasi, pronunciate dal narratore e protagonista della pellicola che andremo a trattare oggi, concludono un discorso più ampio, che abbiamo il piacere di ascoltare accompagnato dalle note di Lust for Life di Iggy Pop. Sono passati vent’anni dall’uscita di questo film e giusto poco tempo fa sono cominciate le riprese per il sequel. Ho dato abbastanza indizi? Stiamo parlando di Trainspotting.

Uscito nel 1996, diretto da Danny Boyle, (che ricordiamo anche per 28 giorni dopo, The Millionaire e il recente Steve Jobs) è tratto dall’omonimo romanzo di Irvine Welsh pubblicato pochi anni prima. Ma cominciamo il nostro viaggio perchè c’è da… correre.

E corrono parecchio i personaggi che vediamo nella scena iniziale: siamo nelle strade di Edimburgo e i due sono Mark Renton (Ewan Mcgregor) e il suo amico Spud (Ewen Bremner) che se la danno a gambe dopo aver probabilmente commesso qualche furto. E mentre la voce narrante, proprio quella di Renton, ci fa un elenco infinito di quelle che considera le banalità che caratterizzano la vita tranquilla e nella media di molti, (come un maxi televisore del cazzo e una moda casual) le sequenze ci presentano il suo gruppo di amici ad una partita di calcetto: Spud, Tommy (Kevin McKidd) Francis Begbie (Robert Carlyle) e Sick boy (Jonny Lee Miller).

Ma quando una pallonata prende in piena fronte Mark la scena cambia: ci troviamo in un qualche squallido appartamento “mangiato” dalla muffa e dall’umidità. Ed ecco che il nostro narratore ci illustra la sua scelta di non-vita: l’eroina. Qui vediamo Sick Boy impegnato in discorsi su Sean Connery mentre si appresta ad iniziare alle gioie della siringa Allison (Susan Vidler) la madre di Dawn, la piccola lattante che rotola sorridente sul sudicio pavimento, mentre Spud e Renton son già “belli che partiti”.

La voce fuori campo continua a spiegarci beatitudini ma anche problemi della loro dipendenza, come lo sciropparsi i soliti stronzi che ti danno consigli, tra i quali il suo amico alcolizzato, Begbie intento a fare la predica: neanche morto avvelenerei il mio corpo con quella merda, afferma convinto mentre si tracanna per la gioia del suo fegato un bel bicchierino, che sarà quasi certamente almeno il centesimo della giornata. Ma se è vero che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, anche il nostro Mark ha provato più volte a tornare sulla retta via.

Infatti, eccolo che si alza dal pavimento poco dopo una dose e si avvicina a Swanney (Peter Mullan) – il loro spacciatore – dicendogli con convizione che ha chiuso con quella merda

E via coi buoni propositi allora: Renton si barrica in casa con scorte di cibi in scatola e giornali porno pronto a lasciare il tunnel della droga. Ah, ma si è dimenticato l’ultima, necessaria, vitale dose. Contatta quindi uno spacciatore di poco conto Mikey Forrester (Irvine Welsh, proprio lui) che gli da delle supposte di oppio. Mark che avrebbe preferito uno “schizzo” , fa poco il pretenzioso e se le infila subito su per il sedere. Ma purtroppo, mentre torna a casa ha un attacco di diarrea. Si fionda quindi di corsa nel primo bar, e mentre sogna un immenso bagno pubblico incontaminato, rubinetti d’oro scintillante, marmo bianco virginale, una tavoletta di ebano e uno sciacquone pieno di Chanel n 5, piegato in due entra in questo cesso, perchè davvero di cesso si tratta, e – per rendere meglio l’idea – quando si chiude dietro la porta compare la scritta toilet: la peggiore della Scozia.

Nessuna descrizione poteva essere più azzeccata. Il posto è una palude, lo sciacquone resta in mano solo a sfiorarlo, ma il nostro amico non ha altra scelta visti i crampi che sedersi su quella tazza intasata e sudicia per scaricarsi beatamente. Ma… e le supposte??! Già perchè anche quelle se ne sono andate dal suo corpo insieme a tutto il resto, quindi l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche, sul serio.

Tra i conati di vomito si fa coraggio e mette le mani nel water alla ricerca del tesoro perduto. Parte qui la scena entrata ormai nella storia del cinema, di un Renton che scompare all’interno del gabinetto e nuota negli abissi evitando perfino delle mine (decisamente spiritoso) e ritrova così le supposte, urlando di gioia si! sono mitico magico! per poi riemergere. Si dirige così, fradicio, alla sua stanza pronto per disintossicarsi. Prosegue intanto la sua eloquente analisi di “non-vita” da tossico, ma attenzione, ora è nel periodo disintossicazione, ed è difficile quando torni lucido da quegli amici che invece ti ricordano ciò che eri fino a poco prima.

E dopo qualche pomeriggio trascorso tra la noia al parco, i discorsi filosofici di Sick boy e le sequenze spassose di un comico Spud sotto anfetamine a un colloquio di lavoro, (con l’intento ben riuscito di non farsi assumere) eccolo ora, tutto il gruppetto riunito sul soppalco in un bar.

Scena del film questa che esprime chiaramente la personalità violenta di Begbie: lui con una caraffa di birra in mano intento a raccontare alla combriccola una storiella in merito ad una partita di biliardo in cui stava – a suo dire – vincendo contro Tommy; (ma si scoprirà poi proprio da quest’ultimo che la verità è ben altra: ovvero che Begbie quel giorno stava facendo schifo con la stecca ) ecco, alla fine del suo racconto pensa bene di gettare il boccale di birra in mezzo alla folla raccolta sotto di loro, prendendo in piena faccia una poveretta.

Ah, lo humour, Begbie scende le scale, e urla: va bene va bene! S’è beccata una bicchierata e nessuno esce di qui finchè non scopriamo chi è stato! Ed è l’inizio di una delle sue amate risse, perchè come ribadisce Mark, lui si “faceva di gente”. Ognuno ha le sue dipendenze del resto. La telecamera saltella un po’ qua e là tra il bar e casa di Tommy, nella giornata in cui quest’ultimo ha raccontato a Renton la sua versione della partita con Francis. Giorno in cui, inoltre, Mark trova tra le VHS dell’amico un filmino porno, girato con la fidanzata Lizzy (Pauline Lynch) e pensa bene di portarselo via per guardarlo in compagnia di Sick Boy, ricevendo così l’illuminazione: nella sua vita di tossico manca il sesso.

E allora, tutti a rimorchiare in discoteca. Il protagonista della nostra storia prova qui ad abbordare una ragazza, Diane (Kelly Macdonald) che se all’inizio sembra schernirlo lo invita poi a casa sua. Qui le immagini ci portano da una stanza da letto ad un’altra: Spud ubriaco fradicio che non conclude nulla lasciando insoddisfatta la sua ragazza Gail (Shirley Henderson), Tommy e Lizzy che finiscono a litigare per via della scomparsa del loro filmino hard, e Diane e Renton che sono gli unici a “combinare qualcosa” quella notte. Mark si addormenta poi sul divano a casa della ragazza, ma al mattino non ha un buon risveglio: scopre infatti che Diane vive coi genitori, va ancora a scuola ed è minorenne.

Ma non è il solo ad avere qualche inconveniente: Spud si risveglia nella camera della fidanzata e si accorge di “essersela fatta addosso”, e non parlo di urina. Ebbene.

Raggiunta la fidanzata in cucina – intenta a fare colazione con i genitori – con le lenzuola sporche in mano, insiste per poterle lavare ma la madre di Gail non demorde, iniziano così a strattonarle e….Splash, feci dappertutto. Ma torniamo alla condizione del nostro Renton. Dopo i buoni propositi, le passeggiate e le ragazze, depresso dalla vita e dalla sua condizione di scozzese, torna presto all’eroina.

Ci spiega quindi ampiamente come essere un eroinomane sia un lavoro a tempo pieno: eh si, tra rubare, correre, drogarsi, impegnativo no? Ma anche il “bravo ragazzo” Tommy lasciato dalla fidanzata, ha deciso di entrare nel giro. Ed eccoli lì, tutti stra fatti sul pavimento. Ma qualcosa di male rompe la loro routine. La neonata che abbiamo intravisto qualche scena fa è morta, forse di fame, dimenticata nella culla.

Tra le grida della madre e i pianti di Sick Boy è giunto il momento di…farsi un’altra dose. Che pensavate? La non-vita va avanti. E veniamo ri-catapultati così alle sequenze iniziali dove Renton e Spud stanno correndo in seguito ad un furto. Vengono però raggiunti, arrestati e processati. Spud viene condannato per taccheggio a 6 mesi e Mark che è in un programma di riabilitazione, la fa franca. Ma il metadone si sa, non basta mai, meglio andare a farsi uno “schizzo”. Però qualcosa va storto: Renton va in overdose e Swanney pensa bene quindi di caricarlo su un taxi e farlo lasciare davanti all’ospedale.

I genitori delusi lo portano poi a casa decidendo di chiuderlo in camera finchè non sarà pulito. Partono allora le crisi, sudore, brividi, nausea, dolori. Allucinazioni, tra cui Spud con le catene alle caviglie, Tommy ormai consumato dalla droga e la piccola Dawn che cammina sul soffitto avvicinandosi piangente al suo letto. Renton grida, urla e… si sveglia. La famiglia lo porta quindi a fare il test per l’HIV, e con grande sorpresa risulta pulito. Non ha avuto la stessa fortuna invece Tommy, che ormai vive come uno zombie in una casa sudicia. In seguito ad una conversazione avuta con Diane, il nostro protagonista deciso a “cercare qualcosa di nuovo” va a Londra e trova un lavoro in un’agenzia immobiliare. Ma si sa il passato non chiude mai con te.

Chi bussa alla sua porta? Begbie che è ricercato per rapina a mano armata e si trasferisce così in pianta stabile da Renton. Non passerà molto tempo perchè si aggiunga anche Sick Boy, fino a che vista la situazione insostenibile Mark li colloca in un altro appartamento da cui verranno cacciati presto, ma non prima di aver aggredito il capo di Renton in visita con dei potenziali inquilini. La vera tragedia che li costringe a tornare ad Edimburgo però è il funerale di Tommy.

Eccoli tutti riuniti ancora una volta. E come sempre non può certo uscire niente di buono. Infatti Begbie, Sick boy e Spud convincono Mark a comprare una partita di eroina per poi piazzarla e farci un sacco di soldi. Ovviamente la merce va provata e il fortunato chi sarà? Ma il nostro protagonista. Ah, gli amici come farebbe senza di loro eh. Tornati a Londra, concludono l’affare con successo e ottengono 16.000 sterline. Renton capisce però dopo l’ennesima rissa di Begbie che se vuole rifarsi una vita deve andarsene.

E mentre quella sera tutti dormono, Mark si mette le scarpe, prende la borsa coi soldi e saluta Spud che vedendolo non ha però il coraggio di seguirlo. Il mattino dopo Begbie non ha un buon risveglio, e nemmeno Sick boy rimasto anch’egli a bocca asciutta. Sarà diverso per Spud invece, che troverà un po’ di soldi lasciati dall’amico in un armadietto. Così alla fine, il nostro narratore decide di scegliere la vita e rigare dritto. Tirando avanti lontano dai guai in attesa del giorno in cui morirai.

Qui si conclude il nostro viaggio tra fughe, risse, filosofie di vita e droghe. Ma ogni viaggio che si rispetti ha una colonna sonora a farci compagnia. E la nostra Soundtrack di oggi spazia dalla dance, all’elettronica fino all’alternative rock. Ben due i pezzi di Iggy Pop presenti, Lust for Life – che sentiamo all’inizio – e Nightclubbing. Durante la ricerca delle supposte nelle profondità del gabinetto non poteva essere più azzeccato poi Deep Blue Day di Brian Eno. Ironico vero? C’è da dire che molte delle tracce scelte contengono nei testi frasi che si collegano perfettamente alle sequenze a cui si riferiscono, aiutando nella narrazione stessa (se avete tempo vi consiglio di leggerli). Continuiamo con la band indie, gli Sleeper, che firmano pezzi come Atomic – che suona a tutto volume nella serata in discoteca in cui compare Diane – e Statuesque.

Addirittura è presente il famoso motivo poi, tratto dalla Carmen di George Bizet, Habanera, che ci presenta un Renton mentre si barrica in casa con le sue scorte di cibo in scatola. Anche artisti come i Blur hanno contribuito, con il pezzo Sing e con Closet Romantic, firmata però solo da Damon Albarn.

Non scordiamoci poi l’eclettico Lou Reed che ha preso parte a questo lavoro con Perfect day, suonata durante l’overdose del protagonista. Ho già nominato qualche artista britannico, (come Eno, Blur e Sleeper) ma molti altri ce sono da elencare. Due ad esempio i pezzi firmati dagli Underworld : Dark and Long – che si sente quando Renton è in preda alle allucinazioni chiuso nella sua camera – e Born Slippy che sentiamo alla fine del film. Restiamo nel Regno Unito con Mile End dei Pulp e For What You Dream Of dei Bedrock, e ancora 2.1 degli Elastica, la traccia dance Think About the Way di Ice Mc – nelle sequenze del trasferimento a Londra – e Temptation dei New Order canticchiata da Diane e in sottofondo durante la colazione con i genitori della ragazza.

Anche Spud contribuisce alla colonna sonora cantando una canzone dopo il funerale di Tommy, dal titolo Two little boys. Tra i brani i cui testi si legano perfettamente alla narrazione, c’è poi A Final Hit del duo elettronico i Leftfield scelta molto appropriata se pensiamo alle parole che spesso pronuncia Mark, a final hit of heroin.

Che altro aggiungere insomma, musiche e scene si completano davvero a vicenda. Un film che mescola sogno e realtà, tra situazioni drammatiche, assurde, e spesso tragi–comiche ci fa entrare nelle vite di questi eroinomani, – non nascondendone lo squallore ma senza deprimerci – combinando alla serietà del tema trattato il giusto quantitativo di ironia.

Consigliato a quelli che si lasciano “passare addosso” la vita restando a guardare, e anche a chi, magari dopo mille tentativi, avrà ancora il coraggio (a modo suo) di cambiare.

Giada Guerini – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Giada Guerini/Danny Boyle
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