Soundtrack

Whiplash – Sangue e lacrime a ritmo Bop

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Sarò sincero, ti spiego perchè non possiamo stare insieme. Ci ho pensato a lungo e questo è esattamente ciò che farò: continuerò a perseguire quello che voglio perseguire e per riuscirci, avrò bisogno di molto, molto tempo, tempo che non potrei trascorrere con te."

"Perchè anche se fossi con te io penserei alla batteria, la mia mente si concentrerebbe sul jazz e sui miei spartiti e credo proprio che tu ti arrabbieresti.”

Ecco, è così senza troppi giri di paroleche il protagonista del nostro film di oggi scarica la ragazza che ha appena iniziato a frequentare, eliminando quello che per lui poteva essere un ostacolo al suo obiettivo: essere uno dei grandi. Di che pellicola stiamo parlando? Rullo di tamburi.. (per restare in tema)

Parliamo di Whiplash. Filmdel 2014, vincitore di tre Premi Oscar, diretto dal giovane Damien Chazelle, che ha scritto la sceneggiatura basandosi sulla sua personale esperienza da batterista alla Princeton High School Studio. Non perdiamo altro tempo e cominciamo con un certo…ritmo!

E prima ancora che compaiano delle immagini sullo schermo, ci accoglie il suono dei colpi sul rullante, in crescendo fino a che appare il nostro protagonista, Andrew Neiman (Miles Teller) seduto sullo sgabello di fronte alla batteria che si esercita. Siamo in un conservatorio, allo Shaffer di Manhattan, e lo scopo del nostro diciannovenne è diventare tra i migliori batteristi Jazz.

Mentre è intento ad allenarsi, qualcosa lo blocca, un uomo sulla porta che scopriremo essere Terence Fletcher (Jonathan Kimble Simmons) uno degli insegnanti della scuola. Dopo qualche domanda che il professore rivolge al giovane piuttosto rudemente, gli chiede di proseguire con un double time swing. Ma mentre Andrew si sta impegnando nell'esecuzione una porta sbatte. Fletcher se ne è andato, così puff! rientra solamente per riprendersi la giacca senza nemmeno commentare il lavoro del ragazzo che resta un po' deluso.

La telecamera poi ci porta in un cinema, e il nostro giovane musicista dopo aver scambiato due parole con la ragazza al bancone, entra in sala dove lo aspetta il padre Jim (Paul Reiser).

Tornerà poi al suo dormitorio, dove a differenza dei ragazzi che se la spassano nei corridoi, il nostro eroe solitario sceglie di rintanarsi nella sua stanza.

Sorge il sole di un nuovo giorno e Andrew è in aula con altri suoi compagni, pronti per suonare. Come già avremo intuito è un tipo poco amichevole, ce lo confermano anche i commenti che uno dei musicisti rivolge a Ryan Connelly, (Austin Stowell) –  l'altro ragazzo alla batteria – affermando infatti che Neiman è uno “scarsone” per dirla in simpatia.

I giorni passano e Andrew continua ad allenarsi con costanza, e dai poster nella sua stanza, come dai diversi cd, ci è anche chiaro chi sia l'idolo a cui si ispira: Buddy Rich.

Un giorno, mentre è in aula fa irruzione Fletcher sbattendo la porta, che alla ricerca di musicisti, decide di “testare” i giovani talenti.

È il turno dei batteristi, Ryan ed Andrew, a cui chiede nuovamente un double time swing. All'affermazione “il batterista con me”, ad alzarsi è Connelly, che crede di essere il fortunato ma ahimè, non è il tuo turno pel di carota, è Neiman il prescelto, che ha appuntamento alle 6 del mattino seguente nella sala dove Fletcher si esercita con la sua orchestra.

Finalmente qualcuno sembra ripagare i suoi sforzi. Visto che le cose sembrano mettersi per il meglio, perchè non provarci anche con la ragazza che vende i pop corn al cinema? Ebbene sì, quella sera Andrew le propone di darsi appuntamento per una pizza, scoprendo così anche il suo nome, Nicole (Melissa Benoist). Sembra proprio andare tutto per il verso giusto. Come no! Quando riapre gli occhi il mattino seguente, la sveglia indica già le 6.03 il che significa è in ritardo. Si alza, corre come un pazzo, cade dalle scale sbattendo la faccia sul pavimento e arriva infine alla meta.

Tanta fretta per nulla però, visto che dalle prenotazioni dell'aula, segnate sulla porta, sembra proprio che fino alle 9 non sia previsto un bel niente. Ah, la simpatia del mefistofelico professore comincia a rivelarsi.

Ma il nostro protagonista non se la prende, sta lì quieto e aspetta ben 3 ore l'arrivo degli altri musicisti. Dopo un po' di brusio generale, cala all'improvviso il silenzio all'entrata di Fletcher, che senza indugi si leva la giacca e apre lo spartito su Whiplash.

Tutti tengono gli occhi bassi in attesa del cenno di inizio. Ma durante l'esecuzione qualcosa non va. Fletcher si è accorto che c'è un “sabotatore” che stona. Dopo aver intimato al guastafeste di farsi avanti, senza ottenere risposta, si ferma di fronte ad uno dei trombettisti e rivolgendosi a lui con “dimmi che non sei tu palla di lardo” , (mah, non sarà che questo insegnante è parente del sergente Hartman di Full Metal Jacket?!) gli intima di suonare. Urlandogli in faccia ogni tipo di insulto, il poveretto preso dall'agitazione ammette di stonare, venendo così cacciato. Con tutta la simpatia che lo contraddistingue il “sergente” Fletcher si rivolge ad un'altra delle trombe dicendogli “eri tu quello stonato, ma lui non si è accorto e questo la dice lunga”.

Dopo una breve pausa si torna tutti in aula e Neiman inizia a suonare la sua parte, venendo però diverse volte interrotto dall'insegnante perchè non rispetta il tempo. Sarà una sedia a volare pochi cm sopra la sua testa ad interromperlo definitivamente. (non a caso la scelta visto l'aneddoto ricorrente citato dai personaggi, ovvero il piatto che Jo Jones ha lanciato a “Bird”, Charlie Parker). Fletcher inizia ad urlargli contro, a prenderlo a schiaffi ripetendo “eri veloce o lento?” finchè ottenuta la risposta lo insulta per essersi messo a piangere e gli intima di esercitarsi. E questo farà. I giorni passano allenandosi, sudando, versando letteralmente sangue, che gli cola dalle mani ormai piene di cerotti.

Una breve distrazione ce l'ha solamente la sera che esce con Nicole. Ma i due, han ben poco in comune, lei ancora non sa che corso seguire al college mentre lui ha ben chiaro l'obiettivo della sua vita. Le scene seguenti ci portano poi all'Overbrook Jazz Competition, dove l'unico scopo di Andrew sarebbe stato girare le pagine a Tanner (Nate Lang) il primo batterista.

Dopo i soliti incoraggiamenti di Fletcher alla sua orchestra, come “Non permetterò che la mia reputazione venga rovinata da dei cazzoni mosci” – rassicurante vero? – i ragazzi si preparano e vanno in scena. Tutto sembra procedere per il meglio fino a che Neiman perde gli spartiti di Tanner. Andrew è l'unico a sapere Whiplash a memoria, questo gli permette di prendere il posto del suo rivale e di esibirsi, contribuendo così alla vittoria dello Shaffer.

In seguito al "fattaccio" – l'aver perso gli spartiti –  il clima nei suoi confronti non è dei più amichevoli, (ma quando mai del resto?) e non migliora quando Fletcher intima a Tanner di alzarsi dallo sgabello per lasciare il posto al titolare, Neiman. Ah, una bella notizia per il nostro infaticabile musicista che vorrebbe condividere a cena coi parenti, ma pare proprio siano tutti più interessati a discutere dei successi sportivi di suo cugino Travis (Jayson Blair).

Sorge il sole di un nuovo giorno, ovviamente da passare chiusi in aula ad esercitarsi ed essere messi a dura prova: infatti Fletcher continua a spingere al limite sia psicologicamente che fisicamente il povero Neiman, facendolo “sfidare” per il posto di titolare con Ryan – ve lo ricordate? – mettendoli alla prova con Caravan un double time swing.

Connelly non suona certo meglio, ma comunque Fletcher lo sceglie, soppiantando così il nostro eroe, che adesso deve fare di tutto per guadagnarsi il posto. Ed eccoci al fatidico momento di cui vi accennavo all'inizio: Andrew che scarica Nicole. Eh si perchè il suo obiettivo è suonare e diventare il migliore, non c'è altro che deve mettersi tra lui e la batteria. Levata la spina nel fianco, le sequenze ci riportano ai suoi estenuanti allenamenti, “attrezzato” con la brocca del ghiaccio per immergervi le mani insanguinate.

Il giorno seguente, prima della solita pratica, un insolito Fletcher con le lacrime agli occhi spiega che un suo ex studente, un bravo trombettista è morto, Sean Casey. Dopo la breve parentesi commovente tutto torna normale, e si rimettono al lavoro. Le cose quel giorno però procedono a rilento, infatti Fletcher obbliga per due ore e mezza a suonare i tre batteristi Neiman, Tanner e Connelly, che si alternano tra sudore e sangue, cercando di fare il pezzo come desidera l'insegnante. Ne esce vincitore il nostro Andrew.

L'indomani li aspetta la competizione a Dunellen, ma ahimè va tutto storto quel giorno: l'autobus di Neiman infatti fora una gomma. Allora via di corsa a noleggiare un'auto! Riesce anche ad arrivare in orario, ma per la fretta si scorda le bacchette negli uffici dell'auto noleggio. Dopo un breve litigio con Fletcher, il ragazzo risale in auto per tornare a recuperarle, ma un camion centra in pieno la sua macchina. Niente però può fermare il nostro “combattente”, il Rocky del Bebop: esce dall'auto accartocciata, si rialza insanguinato e sale sul palco. Peccato che le ferite riportate non gli permettano quasi di tenere in mano le bacchette, costringendoli a fermare l'esibizione. Fletcher allora rivolge le temute parole al nostro Neiman: “hai chiuso”.

Sarà questa la goccia che fa traboccare il vaso: si scatena l'ira di Andrew che lo atterra e lo insulta, finchè non viene bloccato e buttato fuori.

La cinepresa ora, ci mostra il nostro stanco musicista e suo padre mentre parlano con una donna, (un avvocato probabilmente) che spiega ai due come Sean Casey (ricordate il trombettista morto?) si sia impiccato a causa dei metodi poco ortodossi di Fletcher.

Così propongono ad Andrew di denunciarlo, perchè questo non capiti ad altri ragazzi. All'inizio è un po' titubante ma alla fine accetta. Riempie un sacco con i suoi cd e poster, getta tutto e chiude nello sgabuzzino la sua batteria. Addio sogni di gloria.

Arriva così l'estate e mentre cammina per strada una sera qualcosa attira la sua attenzione: in un bar c'è un live jazz con un ospite, Terence Fletcher. Si fa coraggio ed entra, lo vede lì, proprio sul palco che suona il piano. Alla fine dell'esibizione Andrew cerca di andarsene ma viene fermato dall' ex insegnante. Qui l'uomo gli dice che è stato cacciato dal conservatorio, ma che non si pente di niente, perchè quello che nessuno ha compreso è che lui era lì per spingere le persone oltre i loro limiti, non per essere accondiscendente. Un buon momento ancora per citare Charlie Parker che a seguito dell'umiliazione subita da Jo Jones non si è arreso, ma ha provato e riprovato; se invece Jones gli avesse detto bel lavoro, non avremmo avuto nessun Bird.

Alla fine della conversazione quando stan per salutarsi Fletcher chiede a Neiman se vuole partecipare con la sua orchestra al JVC Jazz Festival, dove avrebbero suonato i pezzi che già conosceva come Caravan e Whiplash.

Andrew è un po' pensieroso ma il giorno dopo apre lo stanzino dove aveva rinchiuso la sua batteria, la assembla, e…. telefona a Nicole. Prova a scusarsi con lei e la invita al festival ma ahimè, nel frattempo si è trovata un ragazzo. (Del resto che ti aspettavi tontolone?) Eccoci allora al giorno fatidico, Andrew si prepara per il concerto dove ha invitato anche suo padre.

È pronto, ha il suo spartito con Whiplash ma qualcosa sta per stravolgere la sua serata. Fletcher si avvicina e gli sussurra “pensi che sono un coglione? so che sei stato tu.” 

Neimann resta di sasso, e fa bene perchè andrà ancora peggio. Fletcher annuncia il primo brano, Upswingin', che ovviamente il ragazzo non conosce. Gli altri cominciano, lui prova ad improvvisare ma le cose non vanno per il verso giusto. È il momento di lasciare la scena, per sempre, dopo questo “suicidio” pubblico. Neiman allora si alza e va dietro le quinte dove si abbraccia con suo padre, ma qualcosa lo spinge a non arrendersi e a tornare sul palco.

Si era forse arreso dopo l'umiliazione subita Charlie Parker?

Si risiede sullo sgabello e attacca con Caravan, gli altri musicisti lo seguono. Andrew sotto gli occhi incazzati di Fletcher intrattiene tutti poi con un assolo lunghissimo. (Il film si conclude con questo brano e con il solo di batteria, non casualmente: infatti questa scelta crea una correlazione tra il Andrew e il suo idolo: Caravan nella versione del 1962 è introdotta proprio da un assolo di Buddy Rich.) C'è un cambiamento nello sguardo di Fletcher, che passa da essere pieno di odio a compiaciuto e soddisfatto; dopo aver dato il cenno anche agli altri strumenti per chiudere, il film si conclude così con la fine del brano, su una bella inquadratura del nostro Andrew, che è decisamente riuscito a risalire dal fondo.

Una pellicola insomma dove chiaramente il jazz domina: e allora diamogli spazio e passiamo alla nostra Soundtrack. Gli artefici di questa colonna sonora sono principalmente i compositori e musicisti Justin Hurwitz Tim Simonec. 

Tra le canzoni dei “grandi” troviamo When i Wake di Jackie Hill, – che suona all'appuntamento tra Nicole e Andrew – Cathy's song di Buddy Rich, Intoit di Stan Getz (entrambe che accompagnano il protagonista nelle varie fasi di studio ); poi ovviamente il pezzo che Neiman prova con grande fatica fino al successo finale, Caravan di Juan Tizol e Duke Ellington.

Non dimentichiamoci poi del brano che da il titolo al film, Whiplash di Hank Levy, reso famoso dall'album Soaring del 1973 di Don Ellis.

Tante anche le musiche originali, come la rullata iniziale Snare Liftoff, e Invited che fa da sottofondo all'invito, appunto, che Fletcher rivolge ad Andrew per essere parte della sua big-band. Oppure le tracce Accident,– che accompagna il viaggio a tutta birra di Neimann dopo aver recuperato le sue bacchette – la triste Casey’s Song e No Two Words– suonata in background mentre al bar discutono delle due parole peggiori al mondo: Good job).

Pezzi veloci e altri più lenti, come anche la Fletcher Song al Club, un melodia delicata suonata al piano dal dispotico insegnante.

Molto più movimentata invece l'iniziale Overture che sentiamo durante le inquadrature delle strade di Manhattan, mentre Andrew si dirige al cinema.

Quello che è interessante notare è che non c'è nessuna traccia in riferimento al super citato Charlie Parker.

Cosa aggiungere, un film intenso, che ci mostra come per raggiungere un obiettivo, non c'è ostacolo che tenga; sangue, lacrime, sudore e sacrificio stanno dietro ad ogni grande esibizione e ad ogni grande musicista. Ma non solo, direi che è un discorso ampiamente applicabile in molti altri campi.

Diversi insegnanti di conservatorio in America invece hanno ritenuto che il film desse un messaggio errato, ovvero che il jazz (o la musica) sia competizione a discapito dei rapporti umani, quando invece dovrebbe unire, dare senso di appartenenza; inoltre lo spronare sempre a fare meglio non implica certo necessariamente i modi poco “umani” usati da Fletcher.

Consigliato agli amanti del jazz, (o come me, della batteria) a chi forma i Bird del domani, e a chi non si arrende di fronte agli ostacoli e alle umiliazioni. Ricordate, per citare Fletcher, che non ci sono due parole peggiori di Bel Lavoro, non adagiatevi e date sempre il massimo, c'è sempre un “Ryan” che cercherà di fregarvi la scena.

 

Giada Guerini – Onda Musicale

— Onda Musicale

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