Soundtrack

Il Corvo: tenebra e luce

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Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre.” Un inguaribile romantico avrà pronunciato queste parole? Oppure saranno da attribuire ingiustamente a Shakespeare o a Jim Morrison come il 90% delle frasi che si trovano sui diari e gli zaini scolastici di qualche teenager fanatica di Moccia?

No, niente di più lontano dal banale e melenso romanticismo. È invece Sarah (Rochelle Davis) a proferirle, la narratrice della nostra pellicola di oggi: Il Corvo. Film del 1994 diretto da Alex Proyas, (che possiamo citare anche per Io,Robot e Segnali dal futuro) tratto dall'omonimo fumetto di James O'Barr.

Come spesso accade però ci sono delle differenze nelle trasposizioni cinematografiche, infatti la pellicola differisce abbastanza per alcuni aspetti, ad esempio rispetto ai comics, il tema della vendetta è molto meno cruento.

Il film è l'ultima e anche la più famosa interpretazione sul grande schermo di Brandon Lee, (morto durante le riprese) che ha contribuito a renderlo nell'immaginario comune come il bello e dannato.

Un'opera cupa, quasi Burtoniana, dove i colori scuri sono i protagonisti. Case e grattacieli in fiamme nella notte sono infatti le prime tetre immagini che ci accolgono, mentre la voce fuori campo della nostra narratrice Sarah, racconta leggende di corvi che riportano i defunti in vita “per sistemare le cose”.

La cinepresa si avvicina così ad uno dei condomini devastati, dove dei poliziotti sul luogo di un omicidio discutono dell'accaduto. Siamo nell'appartamento del nostro protagonista: Eric Draven (Brandon Lee) musicista e bravo ragazzo precipitato dalla finestra, secco sull'asfalto, e della sua futura e agonizzante sposa Shelly Webster (Sofia Shinas).

Compare allora Sarah, a bordo del suo skate che si avvicina spaventata alla barella di Shelly, ma un poliziotto, Albrecht (Ernie Hudson) la ferma cercando di rassicurarla sul destino dell'amica. Purtroppo però la donna non ce la farà. Non è un giorno qualunque, è la notte prima di Halloween, la Notte del Diavolo, in cui un branco di criminali si diverte a terrorizzare ogni anno la città, saccheggiando, uccidendo e appiccando incendi.

Veniamo allora catapultati nel futuro, ad un anno di distanza, dove la piccola skater si reca alle tombe della coppia di amici per lasciarvi dei fiori. È qui che un corvo si posa sulla lapide del ragazzo, e così sotto una pioggia incessante, Draven risorge urlando. Eric stravolto, con l'uccellaccio al suo fianco si dirige in quella che era la sua abitazione. Sulla porta, c'è ancora il sigillo della polizia, il giovane viene così colpito da una serie di visioni che lo costringono a cadere in ginocchio: scene dolorose, della sua fidanzata aggredita, violentata, sino al momento in cui lui è entrato da quella porta ed è stato ucciso, precipitando poi dalla finestra. Un turbinio di immagini che si concludono con le musiche dei Cure che fanno da cornice al nostro protagonista ora intento a preparasi per la sua vendetta.

Si trasforma così in uno spirito vendicatore, ma sempre in grado di distinguere tra bene e male. Il divario tra cattivi e buoni infatti resta sempre molto marcato. La prima delle sue vittime è Tin Tin (Laurence Mason), che dopo essersi recato ad un banco dei pegni gestito dall'avido e grassoccio Gideon (Jon Polito) si dirige in un vicolo oscuro, ed è lì che incontrerà la sua fine. Eric infatti si presenta al primo dei suoi aguzzini: dopo calci, pugni e coltelli volanti, Draven che è immune ad ogni ferita, lo blocca in un angolo e pronunciando la famosa frase “vittime, non lo siamo tutti?” trasforma Tin Tin in un puntaspilli.

Intanto in un locale in città facciamo la conoscenza del grande capo dell'organizzazione criminale, il cocainomane Top Dollar (Michael Wincott) e di sue sorella Myca (Bai Linkg) mentre discutono di morte e infanzia accanto al cadavere di una ragazza sdraiata sul letto. Un bell'ambientino: pioggia costante, morti e cocaina. Il mix vincente per una bella serata. La scena si sposta poi sul banco dei pegni, dove il grasso pelatone dietro al bancone sta per ricevere una visita: Eric, che è alla ricerca dell'anello di fidanzamento di Shelly. Una volta trovato decide di risparmiare la vita a Gideon, non prima però di essersi preso una chitarra e aver dato alle fiamme il suo negozio. Ci voleva un altro bel falò in città no?

L'agente che l'anno prima si era occupato del caso di Shelly ed Eric, Albrecht, incontra proprio il nostro protagonista per strada. Ma lo spirito si dilegua, lasciando l'uomo perplesso e scosso. Avrà poi la certezza, riesumando i documenti del vecchio caso, che il ragazzo con la faccia pitturata altri non era che Eric Draven. Mentre al solito locale si discute della morte di Tin Tin e dell'attività di Gideon data alle fiamme, Eric salva Sarah da un'auto che sta per investirla nella piovosa notte, sparendo nel buio dopo aver esordito con “non può piovere per sempre” che ricorda alla bambina la strofa di una delle canzoni dell'amico defunto.

Continua il duro lavoro del nostro eroico vendicatore: la prossima vittima è Funboy,(Michael Massee) il tossico che se la fa con Darla, (Anna Thomson) la madre eroinomane di Sarah. Il delinquente quando si trova di fronte ad Eric prova a sparargli ma Draven è immune ad ogni colpo, le ferite si chiudono in men che non si dica. Dopo aver convinto Darla ad andarsene da sua figlia, conficca nel petto dell'uomo svariate siringhe e se ne va dalla finestra, mentre uno degli scagnozzi di Top Dollar lo vede dileguarsi. Il nostro protagonista fa poi visita ad Albrecht e poggiandogli le mani sulle tempie vede le ultime 30 ore di agonia della povera Shelly.

Non ha ancora concluso l'opera però: infatti mancano all'appello le anime di T Bird (David Patrick Kelly) e Skunk (Angel David) per dare pace ad Eric.

Dopo essersi introdotto nell'auto di T Bird, Draven lo obbliga a partire, inseguiti però dall'altro scagnozzo, e come se non bastasse anche dalla polizia. Dopo un lungo inseguimento, la volante si schianta contro la piccola utilitaria rubata da Skunk ed Eric ha tutto il tempo per legare con del nastro adesivo al sedile dell'auto T Bird, insieme ad una bella bomba tra le gambe e… via! Mette in moto il mezzo, che si dirige verso il pontile ed esplode cadendo in acqua.

Sarah intanto, convinta di aver ritrovato il suo amico perduto, si dirige al suo appartamento, e avrà così la conferma che si tratta proprio di Eric.

Nel frattempo l'ultimo dei suoi assassini ancora in vita, sudato e agitato, aggiorna Top Dollar sull'accaduto al pontile, e piagnucola terrorizzato sapendo di essere il prossimo a morire. Bene, la decisione più semplice è stare allerta e aspettare l'arrivo di questo spettro. Infatti non tarderà: quella notte Eric e il suo corvo arrivano a reclamare la testa di Skunk. Viene così dato l'ordine agli scagnozzi di ucciderlo, e …tutti scaricano i loro caricatori sul povero Draven. Ma come ormai possiamo immaginare, si rialza senza un graffio facendo tutti secchi.

Tranne Myca e Top Dollar che se la sono data a gambe e stanno architettando un piano per liberarsi del nostro eroe. Hanno infatti capito che se distruggono il corvo, anche l'uomo morirà. Eric che ormai si è fatto giustizia, è pronto per tornare dalla sua amata e saluta così Sarah, donandole l'anello di Shelly.

Ma i suoi piani stanno per andare a monte. Infatti la bambina viene rapita e Draven corre quindi in suo aiuto, mettendo il corvo nel mirino dei killer che lo feriscono ad un ala rendendo così l'uomo vulnerabile.

Dopo essersele date di santa ragione, arriva Albrecht, che con un colpo riesce a salvare la vita al pennuto che stava per essere fatto secco. Quando Myca cerca di finire Eric, il fedele uccellaccio reagisce e la becca negli occhi facendola precipitare. È un po' come la “scalata” nei videogiochi verso il boss finale: restano così Eric e Top Dollar. Dopo una lunga colluttazione sul tetto, Draven si avvicina al suo avversario e toccandogli il viso gli trasmette tutte le immagini delle ore di sofferenza che Shelly ha vissuto, portandolo così stordito a precipitare e finire infilzato come uno spiedino. La bambina è salva ed è finalmente il momento di andare da Shelly, che in abito bianco, si dirige verso di lui, per tornare insieme nell'aldilà.

E dopo tanta tenebra, la luce. Come conclude la nostra narratrice: "Le case bruciano, le persone muoiono, ma io vero amore è per sempre."

Un film così tenebroso non può non avere una colonna sonora adeguata ovviamente. Spazieremo così dal grunge, al metal, all'industrial, tra brani tetri e distorti ma anche a tratti poetici. Cominciamo allora con la nostra Soundtrack! Una delle band che ha contribuito e che ho già nominato sono i Cure, che con Burn accompagnano il nostro protagonista mentre si prepara alla sua vendetta, titolo più che adeguato visto il dolore bruciante che Eric prova alle visioni di quello che è accaduto alla sua Shelly. E spazio anche ad uno dei gruppi favoriti da O'Barr, i Joy Division, infatti la band di Trent Reznor, i Nine Inch Nails realizza una bella cover di Dead souls.

Darkness poi il pezzo "arrabbiatissimo" con cui hanno contribuito i RATM (Rage against the machine). E poi diamo un po' di metal alle nostre orecchie con i suoni graffianti di Milktoast degli Helmet e The Badge dei Pantera. Passiamo in seguito ad un brano profondo e pacato, quello firmato dai Violent Femmes, Color me Once, ma sempre dalle atmosfere un po' darkeggianti. Ma abbiamo anche anche la possibilità di rilassarci un po',con Jane Siberyn e con la sua canzone molto "leggera" It Cant Rain All the Time.

E ancora i Rollins band con Ghost rider (Cover dei Suicide ), che con le sue distorsioni e in un crescendo di inquietudine ci regala “attimi di fuoco”, (come recita la canzone alla fine “Burn with fire!”) e di fiamme ne vediamo in abbondanza nel nostro film. C'è poi l'oscura Big Empty degli Stone Temple Pilots e i For Love Not Lisa con Slip Slide Melting, pezzo questo scritto in collaborazione proprio con James o'Barr.

Toni più ansiogeni e ripetitivi  invece in Life with the Thrill Kill Kult degli After the Flesh suonata sul palco del locale come anche Time Baby III dei Medicine, una voce femminile che ci fa compagnia con una canzone decisamente più pop. Grande intensità invece con Golgotha Tenement Blues dei Machines of Loving Grace che rende bene l'idea di quello che è il nostro eroe, “I am the chosen one “.

Una pellicola dai toni tetri, ma con un finale lieto, ricca di citazioni tratte ad esempio da Edgar Allan Poe (vedi la poesia “Il Corvo”) e da John Milton (dal suo Paradiso Perduto). Una storia che parla di odio, vendetta ma anche di amore, in un'oscurità sia di ambientazioni che di musiche. Un film Cult, malgrado alcune critiche ricevute per essere stato molto più “politically correct” del fumetto, e forse anche un po' adolescenziale, con la classica idea dell'eroe bello e tenebroso e del suo happy ending.

Consigliato a chi ama le ambientazioni un po' alla Gotham City, e a chi per quanto amante dell'oscurità, vede ancora un bagliore e non disdegna un finale felice.

 

Giada Guerini – Onda Musicale

 

 

 

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