Soundtrack

American Graffiti: nostalgia a suon di Rock and Roll

|

Hey, ho una dedica qui da parte di un amico del vostro Lupo Solitario: la prossima canzone è per una ragazza bionda in una Thunderbird bianca. Capito? Il mio amico si chiama Curt e ti sta cercando, pupa.

Bastano queste poche parole, pronunciate dall' “uomo della radio” Lupo solitario, per trasportarci in una vicenda d'altri tempi. Eh beh chi mai dedicherebbe oggi ad una tizia sconosciuta una canzone in radio, con l'intento di incontrarla? Certo è una logica che ha una sua poesia, e ahimè, nel ventunesimo secolo dove provano ad “abbordarti” nelle chat di facebook e vanno di moda tormentoni inascoltabili come “pen pineapple apple pen” temo che di poesia ne resti poca. Dobbiamo fare quindi un bel salto indietro di 54 anni, perchè la storia in questione si svolge nel 1962 e la pellicola di cui parliamo è… American Graffiti.

Film del 1973 di George Lucas ( “padre” di Guerre stellari) che tra drive in, corse automobilistiche, bellocci impomatati con chili di brillantina in pieno caos ormonale, guarda alla gioventù anni 50-60 con nostalgia, raccontando la storia di 4 amici che dopo aver finito il liceo, trascorrono insieme un'ultima sera, tra bagordi, ragazze e incidenti d'auto, per poi dividersi e percorrere strade diverse, entrando nel mondo degli adulti, ognuno con i suoi dubbi e le sue speranze.

I protagonisti del nostro intreccio sono Curt Henderson (Richard Dreyfuss), Steve Bolander (Ron Howard) John Milner (Paul Le Mat , qui “conciato” un po' alla James Dean) e Terry “rospo” Fields (Charles Martin Smith)

La loro storia si sviluppa a Modesto, California, e ognuno ha i suoi piani per il futuro: Steve sembra ormai aver preso la sua decisione ovvero partire l'indomani per il college, e cerca di convincere Laurie, la sua ragazza, che frequentare altre persone sia la scelta “più matura”.

Curt invece girovaga qua e là in cerca di risposte, cercando di capire cosa fare adesso che la comoda e sicura vita da adolescente di provincia sembra finire. Passa così una serata ricca di emozioni: dall'incontro con una sua ex ragazza, alla “beffa” ai danni di una volante della polizia – che compie istigato dalla gang del posto i Pharaons – alla visita al suo liceo, dove con sguardo nostalgico cerca di aprire il suo vecchio armadietto ma senza successo e prova inoltre per tutta la notte a mettersi in contatto con la bella bionda misteriosa a bordo della Tbird che tanto lo sta ossessionando.

John invece che è il belloccio del gruppo, patito di automobili, si trova in macchina una minorenne schizzata (non una gran bellezza) attaccata a mò di cozza sullo scoglio che non vuole saperne di essere portata a casa, per poi gareggiare contro Bob Falfa ( un giovane Harrison Ford) in una pericolosa corsa automobilistica .

Terry poi, è il classico nerd con due fondi di bottiglia per occhiali, orecchie a sventola, totalmente imbranato, che vediamo già all'inizio del film schiantarsi con la sua vespa contro il muro del Mels drive in. Anche per lui la serata è intensa, abborda infatti la bella biondina Debbie, una ingenuotta un po' svampita che con occhi sognanti crede a tutte le sue sciocche bugie.

Anche se i ruoli sembrano ben definiti per tutto il film, alla fine della gara tra Milner e Falfa tutto cambia: John che è sempre stato convinto di aver l'auto più veloce si mette in discussione dopo l'incidente di quella sera, Terry che sembrava un gran fifone, si scopre poi che partirà per la guerra in Vietnam, Steve che era così convinto di andarsene, sceglie invece di restare con Laurie dopo i suoi isterici “non lasciarmi!” e Curt, che ha cercato tutta la notte un motivo per restare, sceglie di partire. Salirà infatti il mattino seguente su un aereo, e vedrà sfrecciare sulla strada sotto di lui la Tbird, simbolo ormai di un passato tanto idealizzato che comunque non può essere raggiunto, (si sa il passato è passato) e che il ragazzo ha scelto di lasciare lì, uscendo dalla “comfort zone” per sperimentare le novità del mondo.

Come ho già brevemente accennato le scene della nostra pellicola di oggi sono unite dalla forza del rock 'n' roll trasmesso dalla stazione radio di Lupo Solitario, e tantissimi sono i grandi che fanno da protagonisti a questa ricca Soundtrack! I brani sono veramente tanti, tant'è che il cd ufficiale della colonna sonora si compone di ben 41 brani!

Tra coloro che hanno fatto la storia, troviamo il compianto Buddy Holly con That'll be the day, cantante che tanto manca a Milnor, infatti mentre stanno passando in radio una canzone dei Beach Boys, schifato afferma “Il rock and roll è andato in malora da quando è morto Buddy Holly!”. I Beach Boys partecipano alla colonna sonora con la conosciutissima Surfin' safari e All summer long. Passiamo dai ritmi più struggenti dei I the Crests e la loro Sixteen candles, fino al più sfrenato dei twist con i Big Popper e la movimentata Chantilly lace.

Restiamo nel pieno degli anni 50 con i the Diamonds e la loro Little darlin', e Buddy Knox con i suoni incalzanti di Party doll. Compare anche la conosciutissima Sweet nothin's cantata dalla voce a tratti graffiante di Brenda lee.

La ultra conosciuta Barbara Ann dei the Regents passa invece in radio mentre Curt amoreggia con la sua ex ragazza in auto. E ancora Bobby Lewis,i the Fleetwoods, i Flamingos, i Silouhettes, Bill Haley,e tanti altri che tra giri di sax e cori sospiranti ci fanno viaggiare negli ormai lontani anni 50/60.

Questa pellicola è un ottimo spaccato della generazione del "baby boom", e il regista ce la illustra tra amori, dolori e speranze, mentre si trovano in quel momento di transizione dalla giovinezza alla maturità. American Graffiti guarda a quegli anni con grande nostalgia, e cerca di far rievocare ricordi di un “come eravamo” a chi ha vissuto l'adolescenza in quel periodo, come recita anche la locandina “dove eri tu nel 62?”.

Allo stesso tempo però, malgrado sia un film cult, e ambientazioni e musiche sian decisamente suggestive, aleggia un po' di buonismo, secondo cui alla fin fine anche quello che appare il più “duro” come Falfa o Milner nasconde un lato da tenero orsacchiotto. Anche gli insulti non sono tali, termini come “figlio di buona donna” e "Cacca di sbirro" suonano decisamente un po' distanti da quello che le nostre orecchie sono solite sentire. Divertente però la scelta delle immagini finali dei giovani, che ricordano molto le vignette da necrologi. In ogni caso, critiche a parte, io che sono ben lontana da quell'epoca, trovo sempre piacevole riguardare questo film e farmi un viaggio tra drive in e brillantina, sognando Buddy Holly .

Un film consigliato ai nostalgici, a chi cerca ispirazione e coraggio per lasciarsi il passato alle spalle guardando al nuovo con occhi curiosi e non impauriti, ma anche a tutti quelli che un po' adolescenti si sentono ancora e vogliono sprofondare nei ricordi.

Giada Guerini – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Giada Guerini/Ron Howard
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli