The Musical Box

Roba da vecchi? Evviva gli assoli

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"Ammettiamolo, l’assolo di chitarra è roba da vecchi. Un tempo tutte le canzoni ne avevano uno, ma oggi sono in via d’estinzione. Perché la chitarra solista è sparita dal mainstream?" Così recentemente un articolista sulla rivista Rolling Stone.

E, ammonticchiando parecchio confusamente ed erroneamente alcune questioni e argomenti, non si è nemmeno risposto…*

Però è vero, gli assoli di chitarra elettrica, in special modo con timbro distorto, un tempo erano più presenti nelle produzioni musicali; tuttavia la tendenza è iniziata moltissimo tempo fa**, non è cosa recente. Verrebbe subito da chiosare considerando che storicamente nelle produzioni più disimpegnate, come quelle delle boy band, l’assolo è praticamente assente, pertanto far conseguire che più che indice di modernità la rarità di assoli è sintomo d’immaturità; e viceversa, altro che "roba da vecchi"… Ma approfondiamo un minimo. 

È quindi utile distinguere nella costellazione degli assoli di chitarra elettrica quelli prodotti in ambito più squisitamente strumentale o comunque di musica non così legata al formato canzone (da Zappa al Rock-blues ***) e quelli inseriti in un ambito di fruizione più popolare. I primi molto diffusi e “creativi” i secondi, da sempre e non negli ultimi anni, molto meno presenti ed estrosi. Non vanno confusi gli ambiti in cui si focalizza l’analisi.
 
Infatti, con l’avvento della Disco music e della meteora Punk prima e della New wave poi, sfociando negli 80 con la seconda ondata della “british invasion”, per vari ordini di motivi, nei brani l’assolo di chitarra elettrica divenne merce sempre più rara: quasi bandito. Ecco, il punto è anche quello che il genere musicale prevalente cambiò: molto meno Rock e molto più popular.
Si stavano già allora (40 anni fa) esplorando nuove vie musicali, alla ricerca di un posto al sole nel famigerato mercato discografico, e quella di evitare l’(epico) assolo di chitarra elettrica era avvertita come una soluzione molto funzionale, efficiente nel produrre “musica nuova” meno impegnata e meno impegnativa per tutti, musicisti e fruitori.
Si andava verso una musica sempre più lineare e ripetitiva, con meno slanci sia in termini di strutture formali (le sezioni costituenti i pezzi) sia di contenuti, con meno distrazioni; il tormentone del motivetto entrava così più in testa e nel corpo da agitare, magari in discoteca, sotto l’influsso di ritmi di batteria sempre più messi in evidenza nel mix. Pop.
 
Pertanto se il Rock aveva nell’assolo di chitarra tra i momenti topici, la nuova generazione musicale riusciva a indossare agevolmente il moderno pop-vestito (comprese le grunge band) se lo usava poco (eventualmente molto breve e sfruttando maggiormente i sassofonisti) e in maniera differente (insieme con suoni diversi più orientati verso quelli elettronici). Peraltro così si eludeva la preoccupazione di avere in squadra qualcuno in grado di concepire ed eseguire un estroso assolo, cosa che appunto, considerata le grandi quantità presenti nel primo Rock, si potrebbe dare per scontata, ma così non è…
L’assolo, per quanto breve, è una fase delicata di un brano: dopo aver scelto la sua collocazione e durata all’interno della struttura formale, stile e timbro, si devono inventare una considerevole quantità di mini melodie e connetterle in modo opportuno (anche come articolazione tecnica).
Dunque, un assolo, seppur mai obbligatorio o necessariamente opportuno, è potenzialmente un importante plus a un brano, non un fronzolo; perciò il generale "stato di salute" di un’epoca musicale potrebbe parzialmente essere stabilito mediante una diretta proporzionalità con la  sua presenza. Evviva gli assoli!


* Da rimanere basiti dal dilettantismo dilagante, basterebbe la mezza riga di apertura dell’articolista: cita l’assolo di John Meyer in Outta My Head di Khalid: “…che riprende la melodia per 15 secondi…”. No, non riprende la melodia: è un intervento solistico “creativo” (e non per 15 secondi, circa 30).

** Comunque tra i Settanta e gli Ottanta emersero alcuni grandi chitarristi-leader di gruppi rock molto popolari che in parte bilanciarono questa formidabile propensione generale; tra i più apprezzati in assoluto ci furono Eddie Van Halen e Mark Knopfler dei Dire Straits.
*** Nel genere Blues e i suoi derivati l’assolo è quasi prevedibile, dalla sua presenza al linguaggio stilistico usato (scelta di note e loro pronuncia). ​
 
(articolo scritto da Carlo Pasceri – www.carlopasceri.it – link)
 
 
 
 
 
 
 
 
 

— Onda Musicale

Tags: Dire Straits/Eddie Van Halen/Mark Knopfler
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